Estratto dell’articolo di Renato Brunetta per “la Stampa”
renato brunetta silvio berlusconi paolo romani
Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia. Non votando la fiducia a Mario Draghi, il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura. […] Io continuo ad essere coerente con tutti questi principi e valori, integralmente recepiti nell'agenda Draghi, cardini della storia gloriosa del Partito popolare europeo, a cui mi onoro di essere iscritto. Sono rammaricato per l'equivoco in cui è incorso l'amico Manfred Weber.
Brunetta Salvini foto Lapresse
Caro Manfred, ti hanno riferito i fatti italiani in maniera distorta e strumentale: non è stato solo il M5S, ma anche Forza Italia, assieme alla Lega di Salvini, a sabotare un liberale come Draghi, attraverso giochi di potere egoistici e pericolosi sulla pelle della gente, degli italiani, degli europei. Inspiegabile, davvero inspiegabile, aver contribuito a fermare nel nostro Paese il progetto europeista ispirato al binomio inscindibile libertà-responsabilità, il collante della grande famiglia del Ppe.
RENATO BRUNETTA PUBBLICA LA FOTO CON BERLUSCONI
[…] I vertici sempre più ristretti di Forza Italia si sono appiattiti sul peggior populismo sovranista, sacrificando un campione come Draghi, orgoglio italiano nel mondo, sull'altare del più miope opportunismo elettorale. Miope perché ignora o finge di ignorare che, per il centrodestra e per l'Italia, non c'è alcun futuro nelle tentazioni tardoprovinciali del sovranismo, che vagheggia un'infantile egemonia nazionale, del conservatorismo corporativo, che consegna la democrazia al ricatto dei microinteressi, del tatticismo populista, che piega al consenso le decisioni e gonfia la spesa pubblica, del settarismo culturale, che esibisce un'implausibile e inattuale identità politica.
MARIA STELLA GELMINI MARA CARFAGNA
La decisione di ieri, assunta, come da troppo tempo a questa parte, senza alcuna dialettica interna, in spregio alle regole statutarie, consegna a questa deriva quel che rimane del partito. […] Io non cambio, è Forza Italia che è cambiata. […]
P.S. Ore 19.45 Ho appena finito il Consiglio dei ministri, e vengo a conoscenza di un'intervista al presidente Berlusconi rilasciata a La Stampa. Nella conversazione telefonica con il direttore Giannini, mi accusa di irriconoscenza, assieme alla collega Gelmini, e profetizza per noi la mancanza di futuro politico.
Mi viene facile rispondere che a Berlusconi voglio bene, e sempre gliene ho voluto anche nei momenti più bui (e non sono stati pochi), che per Forza Italia nei miei quasi trent' anni di militanza ho dato tutto: tutto me stesso, tutta la mia intelligenza, tutto il mio impegno, politico e personale.
RENATO BRUNETTA MARA CARFAGNA MARIASTELLA GELMINI
Mi addolora solo una cosa del commento di Berlusconi: che attacca esclusivamente in maniera scomposta sul piano personale e non tiene in alcun conto le serissime ragioni politiche del nostro addio. Ecco, questo mi fa dire, purtroppo, che Berlusconi ha perso lucidità e umanità, insieme alla qualità straordinaria che gli abbiamo sempre riconosciuto: quella di saper leggere nell'animo delle persone. Caro presidente Berlusconi, lo ripeto: io continuo a volerti bene, ma tu hai sprecato una grande occasione, quella di lasciare una nobile eredità all'Italia. Per tutte le cose buone che hai fatto, peccato che concludi col rancore e con battute che fanno male soprattutto a te. Ciao presidente, lunga vita.