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    IL FANTA-SCENARIO: L’EFFETTO COLLATERALE DI DRAGHI AL COLLE SAREBBE DI MAIO A PALAZZO CHIGI (PREPARATE IL BUSCOPAN PER CONTE). LA POLITICA NON VUOLE LASCIARE CAMPO LIBERO AI TECNICI. SE MARIOPIO VA AL QUIRINALE, SI CERCA UN CAPO DEL GOVERNO ESPRESSIONE DEI PARTITI E FRUTTO DI UN ACCORDONE TRA DI LORO. I NOMI IN BALLO: BRUNETTA, GIORGETTI E...DI MAIO. MA VE LO IMMAGINATE LUIGINO ALLE PRESE CON IL PNRR? - IL FUTURO DI DRAGHI: DAGOREPORT


     
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    MARIO AJELLO per il Messaggero

     

    DRAGHI DI MAIO DRAGHI DI MAIO

    Eppur si parlano... C'è una rete ormai di interlocuzione fitta e costante, che travalica le rispettive appartenenze e coinvolge, nel tentativo di trovare la doppia soluzione Colle-Palazzo Chigi, Di Maio e Brunetta, Giorgetti e Guerini, Franceschini e Toti, Renzi (con Toti) e un po' sì e un po' no Salvini. Ci si parla, ci si interroga, si mira a trovare quell'incastro che potrebbe soddisfare più o meno tutti e che quasi tutti loro - il capo leghista meno degli altri - cominciano a individuare in questo schema.

     

    Draghi al Quirinale ma, per evitare l'eccesso di draghismo, per ridare alla politica quel fiato che finora è stato ridotto, non issare a Palazzo Chigi un Daniele Franco o la Cartabia o Colao in perfetta continuità con l'attuale premier ma un capo del governo espressione dei partiti e frutto di un accordone tra di loro.

     

    DRAGHI DI MAIO 19 DRAGHI DI MAIO 19

    Sì, bene, ma chi? Qual è il nome per Chigi? Magari potrebbe trattarsi di un tridente: Di Maio premier, in quanto rappresentante del primo partito nell'attuale Parlamento, e Guerini e Salvini vice? Forse non è il terzetto giusto (sarebbe un regalo esagerato ai 5 stelle) ma tra i leader e i ministri che si stanno parlando si confida si trovare e non in tempi lenti la quadra vera. Quella che comunque si sta formando, lungo queste interlocuzioni, è l'idea che occorre chiudere subito, già alle prime votazioni, l'importantissima pratica Quirinale perché c'è la pandemia e non si può dare in questa emergenza - c'è chi la paragona piuttosto acrobaticamente a quella del 92 in cui la strage di Capaci portò alla scelta su Scalfaro - agli italiani l'impressione di una politica incartata, indecisa ed autoreferenziale nei suoi giochi di bottega mentre il Paese soffre.

     

    daniele franco mario draghi luigi di maio g20 daniele franco mario draghi luigi di maio g20

    IL CHI E IL COME Serve dunque un'operazione politica ed è quella a cui si sta cominciando a lavorare nel perimetro che va da Giorgetti a Di Maio e ai dem e che vede al centro Draghi - tutti loro lo vogliano al Quirinale - ma controbilanciato da un premier espressione dei partiti. Perché solo questo tipo di figura potrebbe reggere un governo pre-elettorale e solo a questo tipo di premier verrebbe evitato il bombardamento che i partiti faranno contro Draghi - se a Palazzo Chigi dovesse restare lui - o a un simil Draghi alla Franco o Cartabia.

     

    daniele franco mario draghi luigi di maio g20 daniele franco mario draghi luigi di maio g20

    Ma il nome? Salvini difficilmente accetterebbe quello di Giorgetti, sarebbe uno smacco. Guerini piace un po' a tutti, anche fuori dal Pd gode di stima, ha solidi rapporti internazionali, intesa con Mattarella e Draghi, e trasversalità congenita da Dc democristiano non antico ma è come se lo fosse. Ma un esponente del Pd a Palazzo Chigi sembrerebbe, a prescindere dalla qualità del personaggio, una forzatura difficile da accettare per gli altri.

     

    sergei lavrov luigi di maio sergei lavrov luigi di maio

    A Di Maio potrebbe comunque andare bene: sempre meglio puntare un politico solido piuttosto che perdere tempo le amenità del suo movimento e l'ultima è lanciare al Colle Liliana Segre che 2000 volte ha già detto di non volerci andare. Quanto a Renzi, non ha idee su se stesso ma vuole essere più di tutti quello in grado di intestarsi l'operazione del riscatto della politica che torna a guidare a Palazzo Chigi dopo la parentesi tecnico-politica di Draghi di cui lui stesso è stato il grande artefice.

     

    Ma ci risiamo: allora chi? Brunetta sembra a chi tiene i fili di questa trama il nome più naturale. Se non altro perché si farebbe in fretta. E' il ministro anziano che naturalmente guiderebbe l'esecutivo se Draghi va al Colle, non si cambierebbe quasi la squadra di governo (e i ministri dem che temono di venire sostituiti da Letta con le donne si tranquillizzerebbero), Berlusconi pur privato del Colle non potrebbe fare troppi fuochi e fiamme e subentrerebbero i partiti ma in una linea di continuità con l'esperienza di questo ultimo anno. Brunetta - è inoltre il ragionamento corrente - ha ottimi rapporti con tutti e nei 5 stelle un dialogo vero con Di Maio e con D'Incà. Ma andiamoci piano, dicono tutti, sui nomi: già accordarsi davvero sullo schema sarebbe per ora il massimo.

     

     

    GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI LUIGI DI MAIO mario draghi luigi di maio mario draghi luigi di maio

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