Gaia Mellone per “www.giornalettismo.com”
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La marescialla di Roma come Diletta Leotta: in comune hanno un bel fisico, i capelli biondi, e delle foto sexy finite nelle mani di troppe persone. Da qualche giorno su Whatsapp girano una decina di foto che ritraggono la donna, chiaramente inviate a qualcuno che non ha saputo tenerle per sé. Alcuni degli scatti sono abbastanza innocenti: un selfie con la divisa, qualche posa ammiccante. Altre invece sono più esplicite.
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Non si conosce ancora il nome della donna, ma si sa che fa parte dell’arma, ha il grado di maresciallo, 30anni ed era già popolare nella sua caserma per l’oggettiva bellezza. Pare che i file, non si sa se trafuganti con un hackeraggio o semplicemente diventati un “passaparola” sulla chat di Whatsapp, abbiano messo in imbarazzo la caserma nella zona nord di Roma dove lavorava.
L’uso del tempo passato è d’obbligo: la donna è stata infatti trasferita in Sardegna. Lontano dagli occhi lontano dal cuore, ma ai tempi di internet non c’è luogo per nascondersi. Lei intanto ha sporto denuncia, per indagare su chi sia stato a giocarle questo scherzo indecente.
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Oltre alle foto più caste, ci sono anche scatti che la ritraggono completamente nuda e un video in cui si bacia appassionatamente con un’altra ragazza dentro ad una discoteca, con conseguente ilarità dei maschi insieme a loro. L’indagine è stata aperta, ma ancora non sono stati rivelati eventuali sospettati.
Potrebbe trattarsi di un ex fidanzato, o di qualche spasimante rimasto deluso. Tra le ipotesi, anche qualche persona che è stata indagata proprio da lei nella sua funzione di carabiniere, ma gira anche la voce che dietro a questo evidente attacco ci sia una ex-amica, una pornostar.
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Resta il fatto che il curriculum della donna sarebbe inappuntabile. Che si tratti di vendetta o di una “bravata” sfuggita di mano, diffondere foto e video di questo genere resta un atto da condannare, senza se e senza ma. La carriera della giovane donna è ormai indelebilmente macchiata, perché chiunque abbia visto i file che continuano a girare su Whatsapp, sa che il volto è estremamente riconoscibile.
La vergogna e l’imbarazzo dovrebbero colpire chi clicca la freccetta “inoltra”, non chi si sente a proprio agio con il suo corpo. Forse sarà stata ingenua a mandare quelle foto a qualcuno che chiaramente non se le meritava, ma non si può scadere ancora una volta nel «beh però..» che tanti hanno detto scorrendo quelle foto su Whatsapp. Come se la colpa fosse di chi quelle foto le ha scattate, non di chi le ha fatte girare.
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A cosa serve parlare di violenza sulle donne e bullismo online, se poi anche gli amici più cari non si pongono scrupoli, cavandosela con un «poteva non scattarle»? Una donna – cosi come un uomo, sia chiaro – deve essere libera di vivere la propria sensualità nel privato come le pare e piace, senza avere il terrore di essere ridicolizzata in rete da qualcuno che, chiaramente, non ha altri argomenti se non la vile umiliazione da tastiera. E questo di per sé la dice lunga sullo spessore del bullo o della bulla in questione.
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Non si sa se l’allontanamento sia stato richiesto da lei o deciso dall’alto. Fatto sta, che non può essere la soluzione ad una violazione cosi forte dell’intimità. Se poi fosse vero che dietro ci sia un’azione della ex amica, sarebbe ancora più triste. Perché tra donne dovrebbe esserci solidarietà e lealtà, soprattutto su tematiche cosi delicate. Dovrebbe. Meglio ancora sarebbe la solidarietà tra esseri umani a prescindere dal genere, ma forse è chiedere troppo.
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