Da corriere.it
alessandro orsini
L’instancabile Alessandro Orsini torna ospite su Rai3 — come tutti i martedì a Cartabianca — e genera sempre nuove polemiche parlando della guerra in Ucraina. Dopo aver attaccato il governo Draghi per «la totale subordinazione all’America» accusando il segretario dem Enrico Letta di «ambire al posto del segretario della Nato Stoltenberg», ieri sera il professore esperto in Sociologia del terrorismo — per sostenere la sua tesi sullo stop all’invio delle armi — ha raccontato una nota personale che ha scatenato polemiche sui social:
«Sono in contatto con famiglie a Mariupol che mi scrivono tutti i giorni e mi dicono “Professore, parli. Voi italiani siete impazziti a dare armi”. Queste donne che mi scrivono con bambini morti non hanno voce, la propaganda della Nato ci fa credere che tutte queste persone vogliano la guerra. Ci sono migliaia di mamme, bambini e genitori che non vogliono la guerra».
bianca berlinguer alessandro orsini
«Come fa a sentire le mamme di Mariupol visto che io son due mesi che non ho contatti con le mie amiche?», si domanda un’utente su Twitter. La stessa osservazione che fanno in molti: «Come se avessero il tempo di scrivere a lui, tra una bomba e l’altra…». Esattamente come quando si schierò per «i bambini che vivono in una dittatura piuttosto che per quelli che muoiono sotto le bombe in una democrazia», ieri sera Orsini ha insistito ancora sul tema: «L'Italia fino al 1945 non è stata mai una democrazia liberale — ha detto — e mio nonno ha avuto un'infanzia felice».
alessandro orsini
Anche su quest'ultima frase su Twitter si sono scatenati e non sono mancate dure critiche e prese in giro: «Il fascismo ha fatto anche cose buone, ha fatto vivere un’infanzia felice al nonno di Orsini», «Quando Orsini dirà che suo nonno viaggiava su treni che arrivavano sempre in orario, ci fermiamo, o proviamo un all-in?», «Beato il nonno di Orsini, mio padre con i fascisti non ha avuto questa fortuna». «Chissenefrega se milioni di bambini ebrei, zingari e con handicap sono finiti nelle camere a gas, il nonno di Orsini era felice».
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