DAGONEWS
BRUNO TABACCI
Ieri, verso ora di pranzo, Bruno Tabacci è stato portato via in ambulanza da palazzo Chigi. Forse un calo di pressione o forse l'eccessiva gioia per l'assunzione del figlio a Leonardo, fatto sta che è stato necessario l'intervento dei medici.
Chi c'è dietro la decisione di portare il rampollo Simone Tabacci a lavorare nel colosso della Difesa con uno stipendio inferiore a 100 mila euro? Per il quotidiano "Domani", la decisione è figlia dell'Ad Alessandro Profumo e del suo entourage.
Quel che è certo è che Mario Draghi, di cui Tabacci padre è collaboratore e sottosegretario, non era stato neanche informato. E infatti a palazzo Chigi a qualcuno sono girati - e molto - gli zebedei. L'eterno Tabacci era già balzato agli onori della cronaca anche per la consulenza milionaria a Invitalia del fantastico Domenico Arcuri, concessa appena 10 giorni dopo la sua nomina a sottosegretario (10 marzo), a totale insaputa di Draghi, e per la scelta di chiamare come consulente l'ex ministro Elsa Fornero...
Alessandro Profumo
Estratto dell'articolo di Emiliano Fittipaldi per https://www.editorialedomani.it/politica/italia/draghi-tabacci-figlio-assunto-leonardo-finmeccanica-fcsrrim5
Leonardo, il nostro colosso degli armamenti, qualche giorno fa ha assunto Simone Tabacci. Domani ha scoperto che non si tratta di un manager qualsiasi, ma del figlio di Bruno, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro del premier Mario Draghi, che ha deleghe fondamentali per la programmazione economica del governo e ha voce in capitolo, come vedremo, anche sulla strategica partecipata di Stato.
bruno tabacci
La decisione, a quanto pare, è stata presa dall’amministratore delegato Alessandro Profumo e dai suoi uomini più fidati, che […] hanno piazzato il 49enne nella divisione chiamata Chief strategic equity officier, oggi guidata da Giovanni Saccodato. Un ufficio-chiave della multinazionale, dove si coordinano tutte le partecipazioni e delle joint venture strategiche della spa romana di Piazza Montegrappa. […]
CONFLITTO DI INTERESSE
Il conflitto d’interesse è infatti triplice: non solo Tabacci padre è onorevole di Centro democratico e tra i principali consiglieri economici di Draghi di cui è amico personale «dai primi anni ‘80» come lui stesso ha raccontato, ma quattro mesi fa ha ottenuto dal premier anche le deleghe alle politiche aerospaziali italiane. Un comparto fondamentale per l’ex Finmeccanica, curato dalla divisione dove è stato assunto il figlio di Tabacci. Non a caso Saccodato, che la guida, è presidente del cda di Thales Alenia Space e vicepresidente di Mbda e Telespazio.
[…] voci aziendali segnalano che, anche se il figlio del sottosegretario è entrato in azienda pochi giorni fa, la selezione del posto si sarebbe conclusa prima della caduta del Conte I, quando Bruno era semplice deputato (assai attivo nella ricerca di “responsabili” per salvare la maggioranza M5S-Pd) ma senza le deleghe pesanti che ha oggi con Draghi.
ALESSANDRO PROFUMO
L’entourage dell’ad non sembra preoccupato nemmeno dal fatto che nei palazzi sia notorio il rapporto antico tra Profumo e Tabacci senior, che pochi giorni fa erano insieme al workshop dell’Agenzia spaziale italiana. La stima tra i due è cementata da lustri di amicizia e rispetto reciproco, tanto che nel settembre del 2011 l’ex democristiano, durante un confronto alla festa di Alleanza per l’Italia di cui era animatore politico insieme a Francesco Rutelli, rivolse al banchiere parole al miele: «[…] Uomini come Alessandro Profumo, persona libera e indipendente, devono cominciare a dare una mano alla politica. Devi sporcarti le mani, questa è la sfida per uomini come te!». […]
bruno tabacci
[…] La vicenda dell’assunzione del figlio, però, potrebbe mettere in dubbio la necessaria terzietà dell’azione di governo nei confronti di una multinazionale strategica, i cui vertici dipendono direttamente dall’esecutivo.
QUESTIONE DI OPPORTUNITÀ
Per la cronaca la carriera professionale di Simone, che prima di entrare in Leonardo lavorava in Wimmer Financial (una banca d'investimento londinese […]) si è già intrecciata in passato con faccende politiche che avevano al centro il celebre papà.
Era il 2011 e Bruno, al tempo assessore del Bilancio a Milano della giunta Pisapia, fu tra i protagonisti del merge tra la Sea, l’azienda che controllava gli scali di Malpensa e Linate, e il fondo privato F2i che acquistò le quote del comune meneghino. Anche allora qualcuno alzò un sopracciglio quando si scoprì che Simone era dirigente di Alerion, una società partecipata dal fondo F2i. Le polemiche scemarono però subito, quando Alerion spiegò ai media che Tabacci junior collaborava con loro dal lontano 2001, mentre l’assessore precisò come «mio figlio ha una certa età e totale autonomia, io non mi sono mai occupato delle sue cose».
Probabilmente è vero, così come è probabile che Simone sarà un bravissimo quadro a Leonardo. Ma per il governo tutto e sottosegretario di Draghi le questioni di opportunità, nell’assunzione del rampollo, restano inevase.
ALESSANDRO PROFUMO GIUSEPPE CONTE
luciano carta foto di bacco mario draghi bruno tabacci