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    MA QUALI MASSE, LA STORIA LA STA FACENDO IL RANCORE DI UN UOMO SOLO - IL FILOSOFO FRANCESE MICHEL ONFRAY: "PUTIN VUOLE LA SUA RIVALSA SULL'OCCIDENTE CHE HA FATTO DI LUI, EX AGENTE DEL KGB, FIGLIO DEL CUOCO DI LENIN E DI STALIN, UN UOMO CHE, IN PASSATO, PER SOPRAVVIVERE HA DOVUTO FARE IL TASSISTA USANDO LA SUA STESSA AUTOMOBILE" - "ECCOLO, ADESSO, A CAPO DELLA RUSSIA. L'EX TASSISTA SI PRENDE LA VENDETTA. NON SI UMILIA MAI IMPUNEMENTE UN UOMO O UN POPOLO" - "L'ATTEGGIAMENTO DELL'EUROPA CON LA RUSSIA RICALCA ASSAI DA VICINO QUELLO CHE ACCADDE IN GERMANIA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE..."


     
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    Articolo di Michel Onfray pubblicato da “La Stampa” - Traduzione di Anna Bissanti

     

    MICHEL ONFRAY MICHEL ONFRAY

    È incredibile come tutti coloro che sbraitano che bisogna tenere bene a mente le lezioni che ci ha impartito la Storia non lo facciano mai! In Europa, dalla fine della Seconda guerra mondiale, Hitler e il Terzo Reich funzionano da deterrente ideologico e politico. Nondimeno, quello che rese possibile la tragedia nazista a poco a poco sta ricominciando all'insegna dell'eterno ritorno.

     

    Negli anni Ottanta del XX secolo, il disprezzo con il quale l'Europa occidentale, tramite il presidente della Repubblica francese François Mitterrand, trattò Gorbaciov e il suo progetto di glasnost e di perestroïka, che avrebbe reso possibile una civiltà europea dall'Atlantico agli Urali; la complicità con la quale accolse il colpo di stato del 19 agosto 1991 che costrinse Gorbaciov agli arresti domiciliari;

     

    michel onfray michel onfray

    la simpatia formale di cui dette prova nei confronti del liberale Eltsin, notoriamente alcolizzato e corrotto, al posto e invece del progetto di Gorbaciov; il tracollo, diventato quindi inevitabile, dell'impero sovietico il 25 dicembre 1991 e la vendita che ne seguì dei fiori all'occhiello di quell'antica potenza che aveva incusso paura così a lungo prima di farsi deridere per essere diventata così impotente;

     

    Gorbaciov Boris Eltsin Gorbaciov Boris Eltsin

    il riscatto al ribasso degli avanzi dell'impero sovietico da parte degli agenti del Fondo Monetario Internazionale; la creazione che seguì di un'oligarchia mafiosa collocata alle redini degli affari del Paese e che si arricchì impoverendo il popolo russo; la violazione della parola data dall'Ovest di congelare la carta geografica europea alle frontiere del 1992;

     

    VLADIMIR PUTIN VLADIMIR PUTIN

    la militarizzazione dei Paesi persi dalla Russia sovietica a vantaggio della Nato; l'occidentalizzazione forzata di quella che era stata l'Europa dell'est e che si è rivelata un'Europa contaminata dal nichilismo occidentale - l'egotismo, il narcisismo, l'edonismo consumista, la mercificazione del corpo, l'utero in affitto, l'acquisto dei neonati, il «non abbassare la guardia», la cultura della cancellazione, il lobbismo esercitato da LGBTQ+ e così via - ebbene, tutto questo stranamente ricalca assai da vicino quello che accadde in Germania: sconfitta nella guerra del 14-18, umiliazione del Trattato di Versailles, confisca di quello che avrebbe permesso al Paese vinto di rimborsare i suoi debiti, economia di guerra, e di conseguenza riarmo, nazionalismo e soprattutto teoria dello spazio vitale da conquistare con le armi in pugno, vale a dire imperialismo, aumento dei pericoli, elezione di Hitler nel gennaio 1933 e invasione della Polonia ai primi di settembre del 1939.

     

    PUTIN IN VERSIONE HITLER SU UN TABLOID POLACCO PUTIN IN VERSIONE HITLER SU UN TABLOID POLACCO

    Eccoci tornati a questo punto. Avendone avuto abbastanza, dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, l'Occidente suppose che la Guerra fredda fosse finita e che il liberalismo avrebbe trionfato in tutto il pianeta.

     

    Non è un caso se nel 1992 Francis Fukuyama pubblicò il suo La fine della Storia e l'ultimo uomo, il cui nucleo centrale era stato pubblicato sotto forma di articolo proprio nell'estate del 1989.

     

    Quel libro è la Bibbia dei neoconservatori americani e dei loro seguaci europei, Bernard-Henri Lévy in testa. Nel 1996 Samuel Huntington gli rispose con Lo scontro delle civiltà, nel quale affermava che il liberalismo non avrebbe trionfato fermando la Storia nel suo divenire e nel suo compiersi e seguendo il modello hegeliano, ma che in futuro blocchi di civiltà spirituali e religiosi sarebbero diventati i motori di una Storia che sarebbe proseguita.

     

    LO STORICO FRANCIS FUKUYAMA LO STORICO FRANCIS FUKUYAMA

    L'11 settembre ha dato torto a Fukuyama e ragione a Huntington: la Storia è andata avanti, contrapponendo islamismo e giudeo-cristianesimo a livello planetario. L'invasione da parte di Putin dell'Ucraina, Paese indipendente e sovrano, dà ancora una volta ragione a Huntington.

     

    «Si tratta di un conflitto intereuropeo», affermano quelli che si oppongono alle tesi de Lo scontro delle civiltà. Costoro hanno ragione circa la natura intereuropea della faccenda, che consiste nell'osservare le cose dalla parte sbagliata del telescopio, ma hanno torto a credere che essa non rientri nell'ambito dei conflitti tra civiltà. Anzi, ne è un caso da manuale.

     

    vladimir putin firma il riconoscimento di donetsk e lugansk vladimir putin firma il riconoscimento di donetsk e lugansk

    Se esiste infatti una tettonica a placche delle civiltà, dentro quelle placche medesime esiste anche un movimento tellurico sempre all'opera: una tettonica delle piccole placche, se mi è concesso.

     

    Esiste sì un'Europa giudeo-cristiana, ma vi sono tre modi di essere europei in questa stessa Europa, a seconda che si sia cattolici, protestanti o ortodossi. Tutto ciò che ha plasmato il cristianesimo degli albori - montanismo, arianesimo, donatismo, marcionismo, monofisismo, ma soprattutto il filioquismo - ha lasciato tracce nella psiche spirituale dei popoli.

     

    vladimir putin vladimir putin

    Quel che sta accadendo tra gli ucraini e i russi rimanda dunque a problemi antichi che contrappongono gli uniati ucraini facenti capo al Vaticano e la chiesa ortodossa autocefala russa. Del resto, questi due Paesi rimettono in scena l'antica opposizione che nacque nel XIX secolo tra occidentalisti e slavofili, in altri termini tra gli ucraini occidentalisti che guardavano a Ovest e i russi slavofili che avevano gli occhi puntati a Est.

     

    vladimir putin 7 vladimir putin 7

    Negli anni Novanta, Putin sfoggiava nel suo studio un ritratto di Pietro il Grande, lo zar occidentalista, come era egli stesso. All'epoca, Putin si giocò quella carta, ma l'Occidente gli notificò una decisione di irricevibilità.

     

    vladimir putin con la sua famiglia nel 1985 vladimir putin con la sua famiglia nel 1985

    Una prevaricazione tra tante. Colui che è diventato il padrone del Cremlino ha dunque giocato poi la carta slavofila con un progetto alternativo: non avrebbe più guardato in direzione di Parigi, ma in direzione di Pechino. Da qui il suo progetto euroasiatico che si rivela validissimo in questi tempi di logica di guerra contro l'Occidente, come lui stesso dice.

     

    vladimir putin al volante 7 vladimir putin al volante 7

    L'ideologia marxista ha dettato legge a lungo in materia di filosofia della storia, e non soltanto nei Paesi marxisti. La maggior parte di essi ha fatto propria da tempo la falsa idea secondo cui «sono le masse a fare la storia». In verità, non è così.

     

    È il Grande Uomo di Hegel a fare la Storia, animato da passioni infelici e con il rancore che riveste un ruolo di primo piano nella filiazione della Storia. È il rancore che, in questo preciso momento, spinge Putin a pensare in termini di vendetta e di rivalsa sull'Occidente che ha fatto di lui - ex agente del Kgb, figlio del cuoco di Lenin e di Stalin - un uomo che, in passato, per sopravvivere ha dovuto fare il tassista usando la sua stessa automobile. Eccolo, adesso, a capo della Russia.

     

    vladimir putin vladimir putin

    L'ex tassista si prende la sua vendetta per quello che l'Occidente ha fatto al suo Paese e del suo Paese e, al tempo stesso, a lui e di lui. Non si umilia mai impunemente un uomo o un popolo.

     

    VLADIMIR PUTIN VLADIMIR PUTIN VLADIMIR PUTIN PRIMA DOPO VLADIMIR PUTIN PRIMA DOPO vladimir putin con la prima figlia mariya nel 1986 vladimir putin con la prima figlia mariya nel 1986 vladimir putin con le due figlie mariya e katerina vladimir putin con le due figlie mariya e katerina

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