ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SU MARIO DRAGHI E IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
(ANSA) - "Nonostante un inizio promettente, non tutto sta andando come vuole Draghi" e il recente emendamento dei partiti di destra per innalzare il limite alle transazioni in contanti è un episodio che mostra che "è molto importante chi governerà l'Italia dopo Draghi e quanto saranno riformisti. Non sorprende che i mercati siano ancora nervosi riguardo al debito pubblico italiano".
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Lo scrive il Financial Times in un analisi sul debito pubblico italiano nella rubrica 'Market Insight'. Perché i mercati siano rassicurati sul debito pubblico italiano, secondo il quotidiano, da un lato "la Bce dovrà prestare molta attenzione ai tempi e all'entità di eventuali aumenti dei tassi", dall'altro c'è il tema che "per più di due decenni, l'Italia è rimasta indietro nella crescita economica dell'eurozona".
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"Anche questi tassi di crescita dipenderanno in una certa misura dal fatto che l'Italia farà un buon uso dei 200 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti disponibili dal fondo di ripresa dell'Ue. Questo è stato il fulcro delle iniziative" di Draghi nel primo anno al governo, "rendere le riforme irreversibili in modo che, anche se lascerà l'incarico dopo le elezioni parlamentari italiane del 2023, nessun futuro governo le manderà in disordine".
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"Ci sono due modi per parlare di debito pubblico italiano. Uno è dire che sembra incredibilmente alto e prima o poi rappresenterà sicuramente una minaccia alla stabilità della zona euro a 19 nazioni. L'altro è dire che ciò che conta non è l'entità del debito, ma il costo del suo servizio e, con questo parametro, l'Italia non rappresenta praticamente alcuna minaccia", spiega nell'analisi il quotidiano.
"Paradossalmente - prosegue -, man mano che il debito italiano è aumentato di volume, è diventato più gestibile. In particolare negli ultimi due anni, il fattore cruciale è stato il sostegno della Banca centrale europea", nota tra l'altro il quotidiano della city ricordando che "da marzo 2020 alla fine dello scorso anno, la Bce ha acquistato circa 250 miliardi di euro di debito italiano".
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Il tema per l'Ft è però che "i mercati finanziari restano ipersensibili a tutte le complesse questioni che circondano il debito pubblico italiano".
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