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LULA, 'ZELENSKY NON S'È PRESENTATO ALL'INCONTRO AL G7
(ANSA) - Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha affermato che il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, "non si è presentato" all'incontro bilaterale fissato con lui al G7 di Hiroshima.
"Avevamo in programma un colloquio bilaterale con l'Ucraina alle 15. Abbiamo ricevuto informazioni che erano in ritardo e, nel frattempo, ho incontrato il presidente del Vietnam. Quando il presidente vietnamita se ne è andato, quello ucraino non si è presentato. Sicuramente aveva un altro appuntamento e non poteva venire", ha detto Lula in una conferenza stampa svoltasi dopo la fine del vertice.
VLADIMIR PUTIN CON LUIZ INACIO LULA DA SILVA
AL G7 IL "SUD GLOBALE" SI SCHIERA CON ZELENSKY "A LUGLIO VERTICE DI PACE"
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
[…] Finora la strategia di Mosca, appoggiata da Pechino, ha puntato sull’obiettivo di spaccare la comunità internazionale, aizzando il "Sud globale" contro le democrazie liberali. La sfida delle autocrazie si regge sulla speranza che questo risentimento diventi il collante di un’alleanza alternativa. Hiroshima però dimostra che più prosegue l’invasione, più si allontana questo risultato.
Intorno al tavolo del G7 infatti si sono viste le prime crepe, come quella del premier indiano Modi, che ha parlato così a Zelensky: «Comprendo pienamente la sua sofferenza e quella del popolo ucraino. Posso assicurarle che per risolvere questa guerra, l’India e io personalmente faremo tutto il possibile».
NARENDRA MODI - VOLODYMYR ZELENSKY - G7 HIROSHIMA
È vero che il brasiliano Lula è rimasto a sedere durante la sessione aperta sull’Ucraina, giustificando il mancato bilaterale con problemi di calendario. Però «credo sia rimasto deluso più lui», ha commentato sarcastico Zelensky. Perché ormai chi nega l’evidenza della brutalità di Putin si isola sempre più, come l’alleato cinese Xi, preso di mira esplicitamente per il rifiuto di usare la propria influenza allo scopo di riportare il Cremlino alla ragione.
Il summit proposto da Zelensky non è ancora una conferenza di pace, perché «finché gli invasori rimarranno sulla nostra terra, nessuno siederà al tavolo con la Russia». È però «il vertice della maggioranza globale», chiamata a sostenere la proposta di pace di Kiev, perché Hiroshima ha dimostrato che da questa parte si sta spostando il pendolo del consenso internazionale. Oltre a non vincere sul campo di battaglia, Putin sta perdendo anche nelle teste e nei cuori delle persone di buona volontà.
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