Estratto dell’articolo di Franco Giubilei per www.lastampa.it
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Ci sono fumettisti che sono provocatori autentici fin dal segno. Robert Crumb, ottant’anni appena compiuti, è fra questi: i suoi disegni, con quel tratto pesante inconfondibile e i personaggi aggrovigliati fra loro, ma soprattutto coi suoi contenuti spesso eversivi e ben oltre la soglia del comune senso del pudore, hanno marcato in profondità l’underground americano di cui l’autore di «Fritz il gatto» è stato la star riconosciuta.
[…] Andrea Pazienza gli è debitore soprattutto nelle opere giovanili come Pentothal, ma anche in Massimo Mattioli […] ci sono tracce che riportano a un maestro che non ha mai voluto farsi chiamare così.
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Proveniente da una famiglia difficile, occhialuto e timido, Robert Crumb ha dato libero sfogo alla sua fantasia nei disegni […]. La versione animata del suo Fritz il Gatto realizzata nel 1972 da Ralph Bakshi uscì nei cinema italiani vietata ai minori, perché a quell’epoca le avventure di un felino donnaiolo e dedito alle droghe non potevano che cozzare contro la censura.
Crumb si è confrontato senza timori reverenziali e con ottimi risultati anche coi mostri sacri della letteratura, a cominciare da Franz Kafka, ma anche incontrato sulla propria strada artistica anche Charles Bukowski, sicuramente più vicino a lui per attitudine artistica e capacità di misurarsi con gli aspetti scabrosi dell’esistenza. […]
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