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    IL FUTURO CHE CI ASPETTA SI CHIAMA AUSTERITY – L’ITALIA HA GIA’ VISSUTO UN PERIODO SIMILE, NEL 1973 – FURONO VIETATE AUTO E MOTO NEI GIORNI FESTIVI, BARCHE E AEREI PRIVATI - LA CRISI ENERGETICA GALOPPAVA E IL PREZZO DEL PETROLIO ERA QUADRUPLICATO - PER TUTTA LA SETTIMANA I NEGOZI ERANO OBBLIGATI A TIRAR GIÙ LA SARACINESCA ALLE 19, BAR E RISTORANTI DOVEVANO CHIUDERE A MEZZANOTTE E I LOCALI DA BALLO ALLE 23 - LE VETRINE ELIMINARONO GLI SCINTILLII, LE CITTÀ RIDUSSERO L'ILLUMINAZIONE DEL 40 PER CENTO. CI FU UN RISPARMIO ENERGETICO MA ANCHE UN AUMENTO DI FURTI E SCIPPI - LA MASSIMA TEMPERATURA CONSENTITA NEGLI EDIFICI ERA DI 20 GRADI. SI ANDAVA A DORMIRE PRESTO ANCHE PER SCALDARSI…


     
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    MARIANO RUMOR MARIANO RUMOR

    Mirella Serri per “lo Specchio – la Stampa”

     

    All'inizio degli anni Settanta la salopette, tuta unisex dei metalmeccanici, era per i giovani l'abbigliamento più rivoluzionario, aboliva le distinzioni tra maschi e femmine e sottolineava per la prima volta la fluidità dei generi. Domenica 2 dicembre 1973 le strade di Torino, Roma, Palermo, Bologna e Reggio Emilia si popolarono di ventenni vestiti all'ultimo grido, con la tutina nera o a righine blu, che pedalavano alacremente. Lo facevano a fianco di famiglie in tandem e con i bambini sui cestini.

     

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    I velocipedi in circolazione in quel weekend nello Stivale furono una decina di milioni.

    Erano fiancheggiati da carretti con cavalli, da equini in transito per Milano montati da spavaldi cavalieri, da pattini e monopattini, da bighe e persino da un risciò avvistato a Torino, come ci avvertì "La Stampa" dell'epoca. Anche le massime autorità avevano rinunciato all'automobile e a Roma il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, partecipò alla festa dell'Immacolata a bordo di una carrozza a cavalli. Era iniziata l'avventura delle domeniche a piedi, ovvero dell'"austerity", come disse con voluta eleganza anglosassone Aldo Moro.

     

    Fu tumultuosa la riunione che terminò a notte fonda il 23 novembre 1973: i giornali di sinistra protestarono ma il governo di Mariano Rumor aveva varato il decreto legge 304 che proibì a tutti gli italiani l'uso di auto e moto nei giorni festivi e nelle domeniche, ma anche le barche e gli aerei privati.

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    La crisi energetica galoppava e il prezzo del petrolio era passato da tre a dodici dollari al barile. Per punire l'Italia e le nazioni occidentali, che avevano dato aiuto e assistenza a Israele nella guerra dello Yom Kippur, i paesi arabi dell'Opec misero l'embargo all'oro nero.

     

    Nella Penisola, già afflitta dall'inflazione che stava superando il dieci per cento, si viveva in un clima singolare con le strade e le autostrade vuote nei weekend. Potevano circolare solo i mezzi di sicurezza e di soccorso, i medici e i parroci. Per chi sgarrava, la multa andava da centomila a un milione di lire (se la beccò l'attrice Sylva Koscina). I distributori di benzina restavano chiusi da mezzogiorno del sabato fino a domenica sera e si livellarono verso il basso anche i limiti di velocità. Non basta. Per tutta la settimana i negozi erano obbligati a tirar giù la saracinesca alle 19, bar e ristoranti dovevano chiudere a mezzanotte e i locali da ballo alle 23.

    SYLVA KOSCINA SYLVA KOSCINA

     

    Le vetrine eliminarono gli scintillii, le città ridussero l'illuminazione del 40 per cento. Ne conseguì un risparmio energetico ma anche un aumento dei furti e degli scippi. Le trasmissioni Rai, ancora in bianco e nero, non dovevano andare oltre le 23 e il tiggì anticipò alle 20.

     

    La massima temperatura consentita negli edifici era di 20 gradi. Si andava a dormire presto anche per scaldarsi. Come andò la prima domenica di austerity? «Maturi, coscienti del sacrificio, con un pizzico di humour, gli italiani hanno detto sì ai sacrifici» annunciava "La Stampa". Si limitarono i consumi? Mica tanto.

     

    Nella prima domenica a piedi in tutti i comuni italiani si consumò molta più elettricità, visto che si stava a casa e la maggior richiesta rese vano l'obiettivo del risparmio di circa 40 milioni di litri di carburanti.

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    L'esperimento dell'austerity creò una coscienza dell'emergenza ambientale? Il decennio Settanta rappresentò «gli anni della maturità che non sapemmo avere», commentò Giuliano Amato. I politici dei governi successivi a quello di Rumor non presero in considerazione i rischi di esaurimento delle risorse energetiche e continuò l'allegro spendi e spandi degli anni Ottanta.

     

    Però l'austerity fece lievitare lo stesso un comune sentire. Mentre Tony Santagata a "Canzonissima" gorgheggiava "Austerity" e Rino Gaetano dedicava all'oro nero "Spendi spandi effendi" (che parlava di una donna ceduta per un litro di benzina a un sultano), gli italiani misero in pratica nuove consuetudini.

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    Sostituirono le gite fuori porta con l'attività fisica nelle palestre e con l'abbonamento allo stadio; le visite ai parenti lontani con quelle ai vicini di casa; impararono ad apprezzare le spedizioni turistiche di gruppo con i mezzi pubblici; si appassionarono alle piste ciclabili e si allenarono alle targhe alterne. L'austerity terminò il 2 giugno 1974 ma lo stile di vita intanto era in parte mutato, influenzato dall'emergenza nazionale, proprio come è avvenuto con il recente lockdwon da Covid. In attesa di una nuova stretta di cinghia per la guerra del gas.

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