GAIA VINCE
Estratto dell’articolo di Riccardo De Palo per “il Messaggero”
«Stiamo affrontando un'emergenza che coinvolge l'intera specie umana. Possiamo sopravvivere, ma per farlo sarà necessaria una migrazione pianificata e ben organizzata, su scala planetaria». Gaia Vince è una scrittrice e giornalista, con cittadinanza britannica e australiana, di origine ungherese. È stata la prima donna a vincere nel 2015 il premio della Royal Society per i libri scientifici. Nel suo ultimo saggio, Il secolo nomade, come sopravvivere al disastro climatico (Bollati Boringhieri), racconta gli scenari futuri. […]
[…] Lei pensa che dobbiamo cominciare a prepararci al peggio, per quando la temperatura crescerà a dismisura?
scioglimento ghiacci artico 6
«Forse supereremo anche i due gradi nel corso dei prossimi due anni. Ed entro il 2100 dovremmo attestarci a 3-4 gradi in più rispetto alla temperatura media precedente alla rivoluzione industriale. Molte delle aree più popolose del mondo diventeranno invivibili».
Anche l'Italia?
«Certo, in Italia c'è stata l'alluvione in Emilia Romagna, si sono verificati incendi e siccità, il Sud si sta spopolando. L'Italia è interessante, perché rappresenta un microcosmo di cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni, di quanto siamo vulnerabili. C'è già una crisi nella produzione di vino, di olio, di frumento. Se non riuscirete a ottenere derrate alimentari dal resto del mondo, rischierete una carestia».
GAIA VINCE - IL SECOLO NOMADE
Quindi il Nord del mondo sarà meta dei nuovi migranti?
«Possiamo vedere quali sono le proiezioni in termini di vivibilità. E vediamo che ci sono molte più aree ospitali nell'estremo Nord. Le città a queste latitudini diventeranno più densamente popolate, come sta già accadendo in Canada. Dovremo anche creare nuove città e adattarci ai movimenti della popolazione. E cercare diversi tipi di agricoltura, in aree sempre più aride o soggette ad alluvioni. E quando parliamo di migrazione, si tratterà di spostamenti non soltanto di famiglie, ma anche di risorse, di competenze. Sarà l'intera umanità, non solo i singoli individui, a puntare verso Nord».
Quindi una città oggi microscopica come Nuuk, maggiore centro della Groenlandia, diventerà una megalopoli?
«L'Artico sarà una grande area di crescita. E la Groenlandia è interessante perché è molto ricca nei settori dei minerali, della produzione di energia e della pesca. Ed è anche strategicamente importante: è una cerniera tra America, Asia ed Europa».
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Chi sono i "quattro cavalieri dell'Apocalisse", come lei scrive?
«I motori climatici che spingeranno la gente a migrare. Sono il fuoco, il caldo, la siccità e le alluvioni. Stanno già causando lo spostamento di decine di milioni di persone. […] Ci sono aree del mondo, in Asia e in Sud America, in cui gli agricoltori lavorano di notte perché di giorno fa troppo caldo. Al momento, la maggior parte delle migrazioni avviene all'interno dei confini nazionali, ma presto sarà lo stesso anche oltre frontiera». […]
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