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    IL GALLETTO HA PAURA DI RIMETTERCI LE PEN – DIETRO ALL’INEDITO ATTACCO DEL MINISTRO FRANCESE DELL’INTERNO, DARMANIN, CONTRO MELONI, C’È LA PAURA DI MACRON DI FINIRE TRITURATO DA MARINE LE PEN: LA STRATEGIA DEL TOYBOY DELL’ELISEO È SCOMMETTERE SULL’INDEBOLIMENTO DELLA MELONI IN ITALIA PER DISINNESCARE LA MINACCIA INTERNA DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL. PER LA DUCETTA È UN PROBLEMA INDIRETTO: LEI NON È MAI STATA ALLEATA DI LE PEN, MA SALVINI SÌ. E NON È INTENZIONATO AD ABBANDONARLA…


     
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    Estratto dell’articolo di Valerio Valentini per “il Foglio”

     

    GERALD DARMANIN EMMANUEL MACRON GERALD DARMANIN EMMANUEL MACRON

    […] Meloni morde il freno, predica cautela. Per questo, oltre che quello di “sabotatori dentro lo stesso governo francese”,  il fantasma evocato tra Montecitorio e Palazzo Chigi ha un nome e cognome: Marine Le Pen. Citofonare Matteo Salvini?

     

    Del resto, Francesco Lollobrigida ne è convinto da tempo: “A Parigi attaccano noi per colpire Le Pen. Ma non è una nostra alleata. Anzi, non a caso ci siamo guardati bene dal sostenerla, nelle recenti elezioni francesi”.

     

    giorgia meloni e francesco lollobrigida giorgia meloni e francesco lollobrigida

    Questo il ministro dell’Agricoltura lo diceva già tempo fa, quando si sforzava, in prima persona, di facilitare una riconciliazione a suon visite cordiali con l’ambasciatore Christian Masset. E  rilette alla luce della zuffa  di queste ore, certe riflessioni fanno pensare.

     

    Perché in effetti, come sul caso della Ocean Viking a novembre, anche stavolta l’incidente tra Roma e Parigi viene propiziato da Le Pen. E’ stato il suo pupillo, il novello leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, a recarsi a Mentone, a denunciare “l’invasione” da parte dei migranti che dall’Italia cercano di attraversare la frontiera di Ventimiglia, a sbraitare contro “l’immobilismo di Macron che non fa nulla per fermare questo scempio”, ad aizzare elettori e follower contro “la bancarotta dello stato francese”.

     

    marine le pen jordan bardella marine le pen jordan bardella

    “In sostanza – ci spiegano esponenti di En Marche – sta rimproverando al governo francese di non fare ciò per cui Meloni accusa il governo francese di essere disumano: cioè i respingimenti alla frontiera. Bizzarro, no?”.

     

    E insomma è su questo cortocircuito sovranista che il ministro dell’Interno, Gérard Darmanin, interpellato in diretta televisiva sulle accuse  di Bardella, si sofferma. “Questo afflusso straordinario di migranti a Mentone avviene perché la signora Meloni, con gli amici di estrema destra che Le Pen si è scelta, è incapace di risolvere il problema migratorio sul quale è stata eletta”.

     

    matteo salvini e marine le pen matteo salvini e marine le pen

    E sarà pure una constatazione oggettiva dei fatti, ma nel galateo diplomatico tra due paesi che si vorrebbero alleati è un clamoroso inciampo. Tanto basta perché Tajani e Meloni si sentano. Convengono nel temporeggiare, sulle prime. In ballo c’è una cena, quella tra il ministro degli Esteri e la sua omologa Catherine Colonna prevista a Parigi per la serata, che dovrebbe avviare la pacificazione in vista della visita che la leader di FdI ha in programma per metà mese all’Eliseo.

     

    […] alla Farnesina decidono di attendere, convinti come sono che l’uscita improvvida di Darmanin vada letta come l’atto di un’ala del governo francese che risponde solo in parte alle volontà di Macron. Avvelenatori di pozzi, insomma.  La cena a Parigi è dapprima “congelata”. Si decide di annullarla quando, dopo qualche scambio informale, da Parigi trapela una certa indifferenza.

     

    LE PAROLE DI GERALD DARMANIN - VIGNETTA ELLEKAPPA LE PAROLE DI GERALD DARMANIN - VIGNETTA ELLEKAPPA

    […] Resta, però, l’ingombro di Le Pen. E resterà, pare, a lungo. Perché la scommessa macroniana, più o meno esplicita, è chiara: scommettere sull’indebolimento di Meloni per disinnescare la minaccia nazionalista del RN, dimostrare l’inconsistenza dell’ultradestra alla prova della realtà.

     

    E certo Meloni non pronuncerà, tanto più se gliela si chiederà, alcuna apostasia verso Le Pen; ma, pure, non è contenta di finire schiacciata in un perverso gioco di sponde. Prendere le distanze dalla leader francese? “Questo forse sarebbe intelligente farlo”, sussurrano dentro FdI.

    MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

     

    “Ribadire che non c’entra nulla con noi, che infatti a Bruxelles siamo coi Conservatori, non con gli euroscettici”. Messaggio da recapitare a Salvini. Il quale, però, pur riflettendo sui destini europei della Lega, non è affatto disposto ad abbandonare “l’amica Marine”. Se quello coi tedeschi di AfD è un matrimonio d’interessi, e potrà essere sacrificato, quello con Le Pen è un connubio fondato su stima reciproca. “E io non tradisco gli amici”, ripete il vicepremier. Orgoglio anche qui. Buon giudizio? Chissà.

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