Estratto dell'articolo di Emanuele Lauria e Giovanna Vitale per “la Repubblica”
francesco paolo figliuolo foto di bacco
Rieccolo, l’alpino che salvò l’Italia dal Covid. Il governo di un centrodestra che con non pochi mal di pancia incassò le decisioni del generale durante la pandemia, sceglie Francesco Paolo Figliuolo per risolvere un’altra emergenza nazionale: la ricostruzione dopo l’alluvione che ha devastato in particolare la Romagna nella prima metà di maggio.
[…] La delibera del consiglio dei ministri chiude anche il braccio di ferro fra Meloni e Matteo Salvini: quest’ultimo aveva stoppato la possibile nomina del governatore emiliano del Pd Stefano Bonaccini, rispetto alla quale la presidente del Consiglio non era ostile, anche in ottica anti-Schlein.
Il braccio di ferro è proseguito a lungo, con il leader del Carroccio diffidente verso una possibile scelta politica della premier: nei giorni successivi alla tragedia aveva colpito l’iperattivismo del viceministro di FdI Galeazzo Bignami, peraltro osteggiato dagli amministratori locali di centrosinistra. E alla Lega già non era andata giù la nomina del senatore meloniano Guido Castelli per la gestione di un’altra ricostruzione, quella dopo il sisma del 2016.
bonaccini meloni
[…] Negli ultimi giorni la virata sui tecnici, la soluzione in ultimo più gradita a Palazzo Chigi, con la ricerca di nomi utili a superare l’impasse politica: in evidenza, sulla scrivaniadi Meloni, quelli di Guido Bertolaso e Francesco Paolo Figliuolo. E con un’insofferenza crescente della Lega per il ritardo, che culmina nella frase twittata da Salvini ieri sera, dopo l’agognata nomina: «Habemus papam».
La scelta, spiegano fonti dell’esecutivo, cade su Figliuolo (attualmente a capo del reparto operativo interforze), per due motivi: non è sgradito ai governatori, con cui ha collaborato ai tempi del Covid, ed è in grado di smontare la protesta del Pd, che ha fortemente sostenuto l’azione del generale durante il governo Draghi.
bonaccini meloni
Costretto perciò a concentrare le critiche all’esecutivo sul ritardo col quale ha proceduto allanomina e l’incertezza sui fondi. Lo dice con stizza Bonaccini: «Avevamo proposto una collaborazione istituzionale che valorizzasse i territori e il rapporto diretto con cittadini e imprese, come avvenuto con la ricostruzione post sisma dell’Emilia nel 2012. Prendiamo atto che il governo, dopo due lunghi mesi di gestazione, ha scelto invece un modello centralistico. Una scelta che reputiamo sbagliata», sebbene attenuata dall’individuazione di Figliuolo, con cui «siamo pronti a collaborare».
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francesco paolo figliuolo
Sono le risorse il vero nodo da sciogliere. L’Emilia-Romagna, dove è localizzata la stragrande maggioranza dei danni, ha chiuso il conto a quasi nove miliardi. Bonaccini ha più volte ribadito che quasi due miliardi servono subito, per fare, entro l’autunno, quegli interventi necessari su strade, frane e argini dei fiumi, per impedire che un nuovo acquazzone provochi e aggravi i problemi. E lo ha ribadito ieri: «Resta da capire con quali risorse potrà lavorare il commmissario». […]
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