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    IL GIALLO DELLA RADIO CINESE IN ITALIA – DIETRO ALL’EMITTENTE “CHINA FM” C’È LA MANONA DI PECHINO: A CONTROLLARLA È UNA  RETE DI SOCIETÀ CHE PORTA IN CANADA, A CIPRO E INFINE DRITTO AL GOVERNO DI XI JINPING. NON A CASO IL DIRETTORE DELLA RADIO È UN EX GIORNALISTA DEL “MEGAFONO” DEL DITTATORE- IL RUOLO CHIAVE È QUELLO DEL MANAGER LAI LIANG, CONOSCIUTO COME ALEXANDROS RIGAS DOPO ESSERSI COMPRATO LA CITTADINANZA A CIPRO – LO SBARCO IN ITALIA E I RAPPORTI CON CLASS EDITORI (CHE HA GIÀ DIVERSE PARTNERSHIP CON LA CINA…) – IL SERVIZIO DI “REPORT”


     
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    Giacomo Amadori e François De Tonquédec per "La Verità"

     

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    In Italia i cinesi stanno operando una piccola rivoluzione culturale via etere, usando le frequenze radio comprate tra il 2014 e il 2018. E lo fanno utilizzando una rete di società che, come ha scoperto Report in un'inchiesta trasmessa ieri sera, conduce in Canada, a Vancouver, dove la capofila è una società anonima.

     

    Ma, come hanno ricostruito gli inviati della trasmissione di Rai 3, dietro ci sarebbe il governo cinese e un manager che, durante la scalata alle frequenze concesse dal ministero dello Sviluppo economico, ha sfoggiato la bellezza di tre identità diverse.

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    Tutto inizia con la fondazione, nel 2013, dell'Italian international radio and media Srl con un capitale sociale di 1,6 milioni di euro e sede legale a Milano. Le quote appartengono interamente alla S.K.S eustars investment limited, con base a Cipro, Paese dove la tassazione sugli utili è al 12,5% e in alcuni casi scende anche al 2,5%, mentre quella sui dividendi è allo 0%.

     

    L'amministratore unico è Alexandros Rigas. Un quarantottenne cinese che prende quel nome solo nel 2015, quando, grazie a un investimento da 2,5 milioni di euro a Cipro, ottiene un passaporto europeo e la facoltà di presentarsi da un notaio e cambiare i dati anagrafici. Infatti Rigas è in realtà il pechinese Lai Liang.

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    A cui, però, la doppia identità non basta e quando si presenta per fare affari in Italia, ma anche in Canada, può diventare Richard Lai, anche se questo nome non compare in nessuna visura o documento ufficiale.

     

    La sede legale della S.K.S. eustars si trova a Limassol, la seconda città più importante di Cipro e, a seconda dell'archivio consultato, risulta ubicata o presso un business center o all'indirizzo del gruppo immobiliare che ha aiutato Rigas a stabilire il suo business a Cipro. Il misterioso manager che dal 2020 guida la società a cui il Mise, sotto i ministri Federica Guidi e Carlo Calenda, ha permesso di «volturare» le concessioni delle frequenze radio ha preso il posto del suo alter ego Lai Liang.

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    Ma per trovarlo non bisogna andare a Cipro, bensì in Canada, dove ha la sede la società anonima che controlla la S.K.S. eustars. Report ci fa sapere che a Vancouver non sono stati depositati i nomi dei soci.

     

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    Su queste schermature ha detto la sua l'esperto di riciclaggio Giangaetano Bellavia: «Una struttura così articolata, soprattutto offshore che transita da Cipro per andare a finire nel Pacifico, a Vancouver, è strutturata per non far capire chi c'è dietro. E probabilmente il governo cinese ha deciso di fare questo servizio, ma non di apparire».

     

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    E proprio nella brochure di una delle radio gemelle di China Fm nata in Spagna si trova un indizio che porta appunto alle istituzioni di Pechino. Là a dirigere tutto è Dawei Ding, ex corrispondente del Quotidiano del Popolo, cioè il megafono del governo cinese. Nell'opuscolo del 2017 si legge: «China Fm conta sull'appoggio dell'ambasciata cinese e nel 2018 farà partire una radio cinese in Italia».

     

    Tutto chiaro? A inizio 2018, dopo aver fatto partire il piano di conquista in modo soft con musica commerciale trasmessa dal canale We radio, il Dragone ha acquisito altre frequenze per nuove trasmissioni in lingua cinese dai contenuti meno frivoli e più di servizio e informazione rivolte ai connazionali presenti sul territorio italiano. Con un chiaro intento di propaganda politica. Il tutto mentre lo Stato italiano preparava gli storici accordi commerciali con Pechino della Via della Seta.

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    Le trasmissioni della nuova China Fm prendono il via a inizio 2018, sulle ex frequenze di Radio Cuore, cedute il 2 febbraio da Publiaudio all'Italian international radio and media per 810.000 euro. Un evento importante per le autorità cinesi in Italia, che porta il vice console generale a Milano Huang Yongyue a farsi ritrarre insieme al procuratore della radio, l'italocinese Yunzi «Giulio» Sun, davanti ai microfoni.

     

    Gli studi si trovano nella sede di Radio Classica, emittente del gruppo Class editori che ha otto partnership con la Cina, che vanno dall'informazione alla messaggistica, dall'organizzazione di eventi all'abbigliamento.

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    Ma ricostruiamo l'assalto alle frequenze tricolori di Pechino.A fine novembre del 2014 la Italian international and media Srl, quella che poi diventerà l'editrice di China Fm, sbarca concretamente nel mondo delle radio, rilevando dalla società Mediatech le frequenze di Radio Milano al prezzo di 2 milioni di euro.

     

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    All'epoca l'amministratore è la signora Wang Hehenberger Wanxu, nata in Cina nel 1953, ma cittadina tedesca. Nel 2017 verrà sostituita da Lai Rigas. Il 23 dicembre 2014 Radio classica Srl costituisce la società Radio Cina Srl e le conferisce il ramo d'azienda Radio classica 3 e la relativa concessione ministeriale 900460, valutando il pacchetto 3,98 milioni di euro.

     

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    L'operazione è propedeutica molto probabilmente all'ingresso di capitali cinesi nella società. Il 7 maggio 2015, un ramo d'azienda di Radio Cina Srl torna, per 127.000 euro, alla capofila Radio Classica. L'acquisto riguarda un ripetitore ubicato a Cori, in provincia di Latina. Si tratta di un assestamento delle infrastrutture che prelude alla cessione del 51 per cento di Radio Cina Srl all'attuale proprietario, la solita Italian international radio and media Srl, al prezzo di 2,55 milioni di euro.

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    La compravendita viene siglata sempre all'antivigilia di Natale, questa volta del 2015.In quel momento la Italian international risulta titolare anche di Radio We1 e della relativa concessione. Che oggi, a quanto risulta dalle tabelle disponibili sul sito Internet del Mise, aggiornate al 2019, è intestata a Radio Cina e trasmette China Fm.

     

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    Radio Cina, nel consueto gioco di incroci, è attualmente presieduta dalla signora Wang Hehenberger, la stessa che, come detto, guidava la società controllante.Ai microfoni di Report l'editore di Class, Paolo Panerai, ha spiegato che la joint venture mediatica italocinese sarebbe partita con una telefonata della Banca Santander che gli chiedeva se fosse interessato a incontrare loro un cliente che aveva già delle attività in Spagna, Richard Lai, come si faceva chiamare: «L'abbiamo incontrato, abbiamo trovato l'accordo. Sono tre anni che non lo vediamo».

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