Da leggo.it
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Il tennis italiano piange Matteo Cannavera. Il 25enne, ex giocatore sardo, è stato trovato morto nel letto della sua abitazione a Brooklyn, New York martedì sera. Una tragedia senza un perché che travolge di nuovo una famiglia già colpita 5 anni fa dalla morte del padre. Il corpo di Matteo, affermato broker finanziario, è stato trovato dal socio Ryan Villaruel mentre la fidanzata era in Florida per lavoro.
Ignote ancora le cause del decesso. Il giovane sarebbe morto nel sonno. La polizia ha disposto l'autopsia per accertare le cause del decesso. La madre e il fratello gemello Alessandro sono in partenza per New York, alcuni intoppi di natura burocratica hanno impedito per ora l’immediato trasferimento negli Stati Uniti.
Matteo comincia a giocare a tennis a dieci anni. Campione d’Italia under 13 nel 2008, l’atleta di Quartu Sant’Elena (Cagliari) ha avuto una carriera giovanile di altissimo livello nel nostro Paese: alto, magro e rapido negli spostamenti, aveva un gran servizio e un’ottima sensibilità.
Per questo giocava molto bene anche il doppio. Cannavera, iscritto al liceo scientifico, decide di svolgere il quarto anno a Denver e di trasferire lì anche la sua passione per il tennis. Tornato in italia per gli esami di maturità ricevette tantissime borse di studio universitarie. Così il ragazzo decise di accettare quella dell'Adelphy University. Determinato e orgoglioso, decide di rifare la valigia e lasciare la famiglia Matteo per abbracciare il suo promettente futuro. Volò a garden City (New York) per studiare economia e finanza senza mai abbandonare il campo da tennis.
L'esperienza Americana
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L’impatto fu straordinario: a New York il sardo veste i colori dell'Adelphy vincendo per due anni consecutivi il premio di Player of The Year, e ricevendo anche un premio dal sindaco di Garden City e dal rettore per meriti di studio.
Nel suo primo anno a New York viene travolto dalla morte del padre, al quale era legatissimo. Ma va avanti e ancor prima di laurearsi comincia a ricevere offerte di lavoro: consulenze per banche e aziende, ma lui non ha fretta e termina gli studi.
Gli studi
Nel 2018 Cannavera si laurea acquisendo il titolo di Bachelor of Science in Finance, poi con un socio, Villaruel, fonda la Villavera, una società che si occupa di investimenti “focalizzati esclusivamente su tecnologia blockchain, token, valuta digitale e criptovalute”. Era un brillante operatore finanziario che aveva cominciato a illuminare il cielo della borsa. La pressione del lavoro però lo obbligò ad abbandonare lo sport. Aveva da tempo una fidanzata, cristina, con la quale c'erano in piedi anche progetti importanti.
Il dolore del suo allenatore
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Carlo Porqueddu, storico allenatore di Matteo nonché padrino alla sua cresima non riesce neanche a parlare: «Un dolore immenso mi avvolge. Non riesco a trovare le parole per descrivere cosa sto provando.
Posso solo ringraziare Matteo e la sua famiglia per avermi dato la possibilità di conoscere tutti loro e di essere cresciuto come uomo e come professionista attraverso il suo percorso. Lo ringrazio per aver contribuito a dare prestigio alla Quattro Mori Tennis Team e ad essere stato di ispirazione e di esempio per altri nostri giovani atleti..
In questo breve video riassumo una parte di quanto ci ha dato e dei bei momenti che abbiamo condiviso...Matteo era un ragazzo combattivo e determinato, generoso con tutti e moralmente ineccepibile. Estremamente sensibile ed intelligente, molto riservato ma ricco di amici che gli volevano bene. È questo il ricordo che tutti noi abbiamo di lui e che ci permetterà di andare avanti pensando che sarà accanto a noi..ci mancherà tantissimo..», scrive sui social Carlo.
Le reazioni social
Matteo era un modello da seguire, un modello seguito dai più giovani come dice anche Pietro Sole, amico quattro anni più piccolo di lui, ne ha seguito le orme: «Da bambino sei come una spugna, cerchi di prendere come riferimento quelli che sono un passo avanti. Matteo era il mio punto di riferimento. Era un ragazzo determinato ma allo stesso tempo educato, intelligente e molto sensibile.
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Teneva tantissimo al tennis e all’università. Mi ha insegnato l’importanza delle giuste connessioni, di parlare con le persone, di crearsi una strada nonostante le difficoltà nel vivere dall’altra parte del mondo lontano da famiglia e amici. Io ho iniziato a pensare agli Stati Uniti solo grazie a lui e poi mi sono convinto a intraprendere il percorso. Era il mio mentore, ero ammirato da lui. Non era uno che cercava di imporre le proprie idee ma era bravissimo ed efficace nel dare consigli».
Il sorriso, l’educazione e la maturità di Matteo resteranno per sempre impressi nel cuore di tutti coloro che hanno condiviso esperienze, viaggi e tornei con lui. Il fratello Alessandro, straziato dal dolore, ha un pensiero per il gemello Matteo: «Ho sempre ammirato la sua forza di volontà, la sua determinazione. Lo porterò sempre nel mio cuore».