Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
L ARTICOLO SU PAOLO E GIANFELICE ROCCA SAN FAUSTIN PETROBRAS
Succede sempre così nelle grandi imprese, le volte in cui salta fuori un pagamento estero su estero che gli inquirenti ricolleghino a una tangente: succede che i grandi manager del gruppo si meravigliano e spiegano d' essere troppo alle prese con le grandi strategie per potersi avvedere che in qualche periferia del proprio mondo societario un qualche manager troppo disinvolto si è reso «autonomo» al punto da decidere in proprio di usare le scorciatoie.
PAOLO ROCCA TENARIS
Che sia giustificazione realistica o favoletta buona solo a non pagare pegno lo deciderà, nel caso della famiglia Rocca, un processo per «corruzione internazionale» in Brasile: quello al quale dal 14 maggio il gup Valerio Natale ha rinviato a giudizio Gianfelice Rocca (presidente anche del gruppo ospedaliero Humanitas, ex presidente di Assolombarda, già vicepresidente di Confindustria in quel periodo, componente del cda della Bocconi), il fratello Paolo e il cugino Roberto Bonatti quali amministratori e soci di San Faustin sa, holding (della multinazionale di ingegneristica Techint) pure imputata per responsabilità amministrativa dell' ente in base alla legge 231 del 2001.
gianfelice rocca
Oggetto del processo sarà la contestata tangente dello 0,5% per far aggiudicare a Confab (controllata da San Faustin attraverso la Tenaris dei Rocca, n.1 al mondo nei tubi d' acciaio) 22 contratti di fornitura di tubi del valore di 1,4 miliardi di euro: 6,5 milioni in mazzette che i pm Donata Costa e Isidoro Palma ricostruiscono pagate in Brasile nel 2009-2013 dall' uruguagio Hector Alberto Zabaleta, allora dirigente locale di Techint, al direttore (Renato Duque) della società pubblica carioca Petrobras, con soldi arrivati dai conti di società uruguayane alimentati dagli utili prodotti da San Faustin, la «cassaforte» lussemburghese della famiglia Rocca accreditata di un patrimonio personale di 6 miliardi di dollari.
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La difesa afferma che non sarebbe realistico attendersi consapevolezza di un volume eventuale di tangenti per 6,6 milioni che, seppure rilevante in assoluto, perderebbe visibilità nel mare magno dei «90 miliardi di dollari di fatturato delle 450 società consolidate nella holding San Faustin durante il periodo investigato nei 45 Paesi con 80.000 lavoratori».
La società San Faustin sostiene peraltro di «aver agito sempre in conformità ai principi etici e alle leggi» dei vari Paesi; rimarca l' esito per essa rassicurante della «verifica indipendente affidata a Kpmg su 1,7 milioni di email e 104 milioni di registrazioni contabili di 157 società»; e punta a capitalizzare il fatto che Petrobras in Brasile, all' esito di un audit interno su richiesta dei magistrati locali, abbia ritenuto di concludere che «non c' è stato un beneficio fraudolento o colpevole a favore di Confab».
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