LORENZETTO CHIEDE A FOA SE E' EBREO
Il giornalista del Corriere della Sera Stefano Lorenzetto si è scusato per aver chiesto se fosse ebreo al nuovo presidente della RAI, Marcello Foa. Lorenzetti ha rivolto la domanda a Foa nel corso di un’intervista, pubblicata ieri dal Corriere. Il contenuto e il tono della domanda – oltre alla risposta di Foa – avevano generato diverse polemiche.
Stefano Lorenzetto
Nell’intervista Lorenzetto aveva ricordato a Foa (un cognome diffuso nella comunità ebraica italiana) che qualcuno lo aveva accusato «persino» di essere ebreo, lasciando intendere che fosse una specie di insulto. Foa aveva risposto molto seccamente di non essere ebreo.
Oggi, Lorenzetto ha pubblicato sul Corriere alcune righe per scusarsi della domanda:
Stefano Lorenzetto
Nell’intervista pubblicata ieri sul Corriere ho posto a Marcello Foa una domanda per denunciare un intollerabile e ripugnante rigurgito antisemita. Con il senno di poi, mi rendo conto che la risposta fattuale di Foa («Sono cattolico») ha contribuito a rafforzare l’equivocità del quesito.
LE SCUSE DI STEFANO LORENZETTO
Si chiama eterogenesi dei fini: volevo difendere gli ebrei, che amo, e non ci sono riuscito, ingenerando in taluni la sensazione opposta. Mi scuso per questa incapacità nel rappresentare i sentimenti dell’intervistato e dell’intervistatore.
LETTERA DEL CDR DEL CORRIERE
Cari colleghi,
oggi sul Corriere della Sera, nell’intervista fatta dal signor Stefano Lorenzetto a Marcello Foa, ho letto questa domanda: “Lei è ebreo? Glielo chiedo solo perché i suoi detrattori l’accusano persino di questo”.
Da poche parole (certamente vagliate a dovere da chi ha il compito di passare i pezzi) ho appreso molto:
1) Qui adesso è considerato giornalisticamente, deontologicamente ed eticamente lecito domandare a chi ricopre un incarico pubblico quale sia la sua fede religiosa.
2) Qui adesso è considerato giornalisticamente, deontologicamente ed eticamente lecito dare per scontato che “sei ebreo” è un’accusa infamante e definitiva da usare contro chi è nominato a ricoprire un incarico pubblico. Insomma una colpa, una macchia da lavare pubblicamente se si vogliono mettere a tacere gli avversari, “i detrattori”.
giletti floris gruber cairo fontana
3) Qui adesso è considerato giornalisticamente, deontologicamente ed eticamente lecito scrivere che “sei ebreo” è la peggiore, la più dequalificante e ultimativa accusa che un candidato a carica pubblica (da ora anche un professore universitario, per esempio?) possa ricevere: sei “persino” ebreo. Un’onta che necessita di smentita.
Ho appreso molto.
Non avrei voluto.
Mentre vorrei davvero sapere che cosa ne pensa il nostro direttore: condivide o condanna questa nuova linea?
Daria Gorodidky