Andrea Sereni per "www.corriere.it"
documentario netflix schumacher 7
«Michael mi manca tutti i giorni, manca ai nostri figli, manca alla famiglia tutta, a suo padre, a quelli che gli vogliono bene». Corinna Schumacher rompe un silenzio che durava da otto anni, da quando nel dicembre 2013 un incidente sugli sci ha cambiato per sempre la vita del marito, campione mondiale sette volte in Formula 1. «Tutti sentiamo la sua mancanza, ma Michael è qui, in modo differente ma è qui. E questo ci dà forza», le sue parole nel documentario disponibile su Netflix dal 15 settembre, di cui Race Fans pubblica un’anticipazione. Corinna conferma anche che Schumi è sottoposto a delle cure in casa per provare a star meglio. Con la famiglia sempre accanto.
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Il racconto che viene fuori è intenso, intimo. Ma allo stesso tempo forte, perché Corinna Betsch, 52 anni, ha sempre mantenuto il massimo riserbo sulle condizioni del campione, lo ha protetto dalla curiosità morbosa di tanti, non ha mai voluto parlare. Era la donna a capo della famiglia prima, lo è stata ancora di più dopo l’incidente. Ha allestito una clinica dentro casa per curare e accudire il marito, che secondo Jean Todt «è vivo grazie a lei». E ha cresciuto da sola i figli Gina Maria e Mick, di rispettivamente 24 e 22 anni.
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Quest’ultimo oggi corre in Formula 1 come il papà, e nel documentario dice che «darebbe tutto» per parlare ancora con lui. «Fin da quell’incidente quei momenti in famiglia che tanta gente credo passi con suo padre per me non ci sono più stati o perlomeno ci sono stati in modo minore, e questo è abbastanza ingiusto», spiega Mick. «Ci capiamo in modo diverso ora —aggiunge — , ma penso spesso a quanto sarebbe bello chiacchierare con lui, parleremmo un linguaggio simile, quello dell’automobilismo e avremmo tante cose di cui conversare. Fosse possibile sarebbe bellissimo. Rinuncerei a tutto per poterlo fare».
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Il giorno dell’incidente Schumi non era convinto dello stato delle piste a Meribel: «Mi disse che la neve non era ottimale — ricorda Corinna— e che avremmo potuto cambiare meta e andare a Dubai a fare skydiving». Che prosegue: «Non ho mai incolpato Dio per quel che è successo. Si è trattato di sfortuna. Nella vita non si può avere più sfortuna di così».
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Il documentario — nel quale intervengono anche il fratello Ralf, l’amico Jean Todt, Bernie Ecclestone, Sebastian Vettel, Mika Häkkinen, Damon Hill, Flavio Briatore e David Coulthard — esplora la vita del campione prima dell’incidente, la sua passione per la pasta, per gli scherzi. Come quando il giorno del loro matrimonio Schumi buttò in piscina alcuni degli invitati. «Non avrei mai pensato che potesse succedere qualcosa a Michael — ancora Corinna — Ma continuiamo a vivere la nostra vita».
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Ma come sta Schumacher oggi? Corinna mantiene una certa riservatezza sui dettagli, ma come detto spiega che la famiglia è sempre al suo fianco: «Viviamo insieme, seguiamo le cure, facciamo tutto affinché stia bene e possa migliorare. Vogliamo che senta che la famiglia è unita. È importante che continui ad assaporare la sua vita privata per quanto possibile. Michael ci ha sempre protetto, ora siamo noi a proteggere lui».
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