Estratto dell’articolo di Aldo Fontanarosa per www.repubblica.it
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La vendita di beni primari di Alitalia a Ita finisce nel mirino del Giudice del Lavoro di Milano. Colpito dal fatto che questi beni – aeroplani, slot e diritti di volo – siano finiti a Ita per un solo euro e non a prezzi di mercato, come invece chiedeva l’Europa.
Una mossa – questa cessione a un euro – che può aver danneggiato i creditori e i lavoratori di Alitalia. Il processo nasce dopo il ricorso di una hostess di Alitalia (difensore Pier Luigi Panici) che chiede di essere riassunta da Ita Airways in ragione di una continuità aziendale tra il vecchio e il nuovo vettore.
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Nella sua sentenza – emessa l’8 settembre 2023 e pubblica da oggi – in effetti il Giudice del Lavoro sancisce il diritto di questa hostess di Alitalia a essere riassunta da Ita Airways. Anche questa sentenza, come altre nel passato, ritiene dunque che Ita Airways non sia una nuova compagnia nata dal nulla. Al contrario il Giudice considera Ita Airways la “figlia” dell’ormai estinta Alitalia.
Il Giudice individua la prova di questa continuità tra Alitalia e Ita in due fatti:
- la quasi totalità del personale di Ita arriva da Alitalia,
- aerei, slot e diritti di volo di Alitalia passano a Ita perché possa volare.
I legali di Ita Airways contestano questa visione del Giudice. E gli ricordano che la Commissione Ue – regista della nascita di Ita Airways – ha delineato un percorso per il varo del nuovo vettore (Ita) che esclude esplicitamente una continuità con Alitalia.
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In attesa che la Commissione Ue dica la sua, il Giudice del Lavoro impone la sua lettura dei fatti: la vendita di aerei, slot e diritti di volo – per giunta a un solo euro – certifica che esiste una continuità tra Alitalia e Ita; e giustifica la riassunzione della hostess di Alitalia in Ita, a decorrere dal 15 ottobre 2021 (data del primo decollo del nuovo vettore).
Il Giudice del Lavoro osserva anche che Alitalia in amministrazione straordinaria – per 4 anni e mezzo, dal 2 maggio 2017 e fino al 14 ottobre 2021 – ha perseguito un obiettivo di “conservazione del patrimonio produttivo e di ristrutturazione aziendale”. “Poi, improvvisamente, converte la propria azione in una scelta di carattere liquidatorio” vendendo suoi beni primari (aerei, slot e diritti di volo) a un solo euro.
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Ed è qui che il Giudice del Lavoro allude a un possibile danno per i creditori e i lavoratori di Alitalia. Scrive il Giudice: Ita “non ha dedotto nulla che potesse dare conto del vantaggio economico per l’impresa cedente (Alitalia), per i creditori e per i lavoratori non trasferiti a Ita”, dopo la scelta operata dalla Amministrazione straordinaria di passare “ad una procedura di natura liquidatoria”. [...]
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