Gianpiero Rossi per il “Corriere della Sera”
«La bozza del Decreto del presidente del Consiglio sembra andare nella direzione del contenimento della diffusione del virus, con misure più incisive che invitano i cittadini alla prudenza. Ma non posso non evidenziare che il testo è, a dir poco, pasticciato e necessita chiarimenti da parte del governo stesso per consentire ai cittadini di capire cosa si può fare o meno».
FONTANA E CONTE
Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha atteso il testo del Decreto con le nuove misure di cautela contro il coronavirus nel suo ufficio a Palazzo Lombardia, dove di fatto vive da una decina di giorni in regime di autoisolamento. Per tutta la giornata si sono rincorse voci su pressioni lombarde per provvedimenti più energici - perché la velocità di diffusione dei contagi e la capacità di risposta del sistema sanitario impongono una prevenzione basata sulla riduzione dei contatti tra le persone - e un atteggiamento del governo più incline ad ammorbidire.
«A Roma qualcuno non ha capito bene la situazione o quantomeno l' ha capita con un certo ritardo - commenta Fontana quando ancora non è arrivato il documento -. Noi abbiamo sempre cercato di rendere chiaro il quadro, con numeri, dati scientifici e proiezioni, ma non ci hanno creduto».
FONTANA E CONTE
Si riferisce ai primi giorni dell' allarme?
«Non soltanto. Nelle due domeniche in cui ci si è confrontati sulle misure da prendere, sono sempre stati necessari tanto tempo e tanta pazienza per far capire le ragioni di certe scelte».
Però c' è un contatto costante, avete ricevuto visite di ministri
«Infatti, devo dire che ho trovato un interlocutore attento nel ministro della Salute Roberto Speranza, sempre disponibile all' ascolto, così come il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. E poi mi lasci ringraziare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ci ha sempre fatto sentire la sua vicinanza».
A parte gli altri ministri, non ha nominato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
«Con il presidente del Consiglio sono in contatto costante. Lui è il capo dell' esecutivo, è lui a firmare i decreti che dettano le misure che stiamo mettendo in campo per difenderci da questa epidemia».
il new yorker si ispira a fontana
Ma è vero che voi avevate chiesto la chiusura di bar e ristoranti e il blocco dei trasporti?
«I trasporti sono l'ultima cosa da fermare, perché significa davvero bloccare del tutto la produzione. Ma il punto non è questo, perché noi non abbiamo mai mandato al governo specifiche richieste di questo o quel provvedimento, non è compito nostro. Noi, consultando continuamente un nutrito gruppo di esperti scientifici e tecnici, ci limitiamo a fornire un quadro della situazione.
ATTILIO FONTANA IN VIDEOCONFERENZA
Anche in questo caso abbiamo mandato a Roma una relazione aggiornata con tutti i numeri rilevanti, i dati epidemiologici, le proiezioni sui contagi elaborate dall' Università di Trento che ha creato un modello matematico che aiuta a prevedere l' evoluzione della situazione. Poi abbiamo incontrato i sindaci, che ci hanno chiesto misure adeguate a contenere i contagi, e devo dire che anche alcune multinazionali si sono messe a disposizione offrendo il fermo dell' attività o ipotizzando ferie anticipate per i dipendenti. Dopodiché l' atto formale che stabilisce quali misure si debbano attuare si chiama Decreto del presidente del Consiglio».
Secondo lei a Roma non c'è la stessa percezione che avete voi?
«Non lo so, ma potrebbe essere, mi pare che se ne discuta con maggiore serenità, dal momento che fino a qualche giorno fa l'unico vero problema era la mascherina indossata in diretta dal presidente della Regione Lombardia, mentre oggi quel gesto sarebbe probabilmente commentato molto diversamente. E anche nella società lombarda c'è una chiara percezione della situazione. Noi ci stiamo impegnando al massimo per fornire risposte: siamo concentrati nella ricerca di posti letto in terapia intensiva, di personale sanitario, di ventilatori e di strumenti di tutela individuale come le mascherine, perché se non le compriamo noi non ce le fornisce nessuno».
attilio fontana si mette la mascherina
Vista dal vertice del governo della Lombardia, qual è la situazione?
«È quella che con grande trasparenza forniamo ai cittadini ogni giorno. E oggi dobbiamo parlare di 359 letti occupati in terapia intensiva e dell' allarme lanciato dalla comunità dei medici che vi lavorano, che dicono chiaramente di trovarsi al limite della capacità. Questa è la situazione che descrivono e io credo che in questi casi si debba ascoltare innanzitutto chi è in prima linea, cioè i medici. Io di mio non saprei niente se non avessi informazioni da chi se ne occupa su basi scientifiche».
Ma la sua percezione di vulnerabilità si è acuita dopo il contagio di una sua collaboratrice e dell' assessore allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli?
attilio fontana si mette la mascherina 1
«No, anche se ovviamente mi sono sentito molto coinvolto e mi sento vicino ai miei due collaboratori. La dimensione del problema mi arriva di giorno in giorno dai dati che fotografano la realtà. E noi dobbiamo ragionare su quei dati e dare retta a ciò che ci dicono i medici. Altrimenti verrebbe anche a me da chiedermi perché devo dormire da giorni qui a Palazzo Lombardia».
È rimasto sempre lì da quando è scattata la quarantena anche per lei?
«Sono tornato a casa soltanto due sere, ma devo dire che qui ho ricevuto omaggi gastronomici che a casa mi sarei sognato, tra pasticcini delle Eolie e piatti napoletani e lombardi. E poi, proprio questa sera, ho potuto godermi da quassù un tramonto degno delle parole del Manzoni sui cieli di Lombardia. Ma mi manca tanto l' aria aperta e se tutto continua ad andare bene tra pochi giorni potrò tonare anch' io a passeggiare tra i miei boschi del Campo dei fiori. Intanto, però, continuo a lavorare rispettando tutte le prescrizioni dell' Istituto superiore di sanità: mi lavo le mani con frequenza, indosso la mascherina, mantengo le distanze dalle altre persone...».
GALLERA E ATTILIO FONTANA
Anche dieci milioni di lombardi sono chiamati a osservare misure che limitano le loro vite.
«Ne sono assolutamente consapevole e mi rendo conto che siamo di fronte a una prova difficile. Ma so anche che supereremo questo momento se tutti quanti ci impegniamo a collaborare. Lo abbiamo già fatto, ma ora dobbiamo farlo ancora di più. E nessuno deve pensare che questi provvedimenti siano frutto di qualche manovra politica: si tratta di misure necessarie. Basta guardare cosa sta succedendo ancora in Cina: lì le limitazioni non sono state revocate e se il presidente della seconda potenza economica mondiale, Xi Jinping, parla di un evento sanitario mai visto nella storia del suo Paese vorrà pur dire che ci troviamo di fronte a un fatto enorme?».
attilio fontana 4
E cosa pensa dell' atteggiamento degli altri Paesi europei?
«Nel resto d' Europa, sia pure con tempi differiti, si sta verificando la stessa situazione che stiamo vivendo qui. E si stanno imponendo le stesse misure che abbiamo preso noi. Dopodiché anch' io non mi capacito del fatto che qui il virus si muova con maggiore velocità rispetto al Veneto o ad altri territori confinanti. Ma gli scienziati dicono che si sta diffondendo in tutto il mondo».