Estratto dell'articolo di Carlo Tecce per l’Espresso
gabriele gravina
Questa è la nuova cifra che racchiude e rinchiude il pallone tricolore: 5,6 miliardi di euro. Va imparata a memoria. Ripetuta con tono mite. Una litania collettiva. Ancora, e ancora, e ancora: 5,6 miliardi di euro è il debito consolidato, emerso, dei campionati professionistici in Italia.
(...)
In questo contesto di «profonda trasformazione», s’è detto, eccome se non s’è detto, valgono la direzione (dove si vuole andare) e le regole (come si vuole andare). La Figc di Gabriele Gravina ha provato a fissare regole per affrontare la «profonda trasformazione» e non smarrire la direzione.
Nella primavera del ’22, proprio per rimettersi in cammino con una distanza già allarmante dai tornei rivali, il Consiglio Federale ha approvato un pacchetto di norme per subordinare l’iscrizione ai campionati al rispetto di un indice di liquidità, dunque a una capacità di gestione nel medio e lungo periodo: evitare sorprese, implosioni, sperequazioni. Come osservano quelli bravi: rassicurare gli investitori esteri. Però la Lega ha impugnato il provvedimento. Allora la Figc ha utilizzato l’indice per la compravendita dei calciatori che viene bloccata se il rapporto tra ricavi e costo del lavoro supera 0,70.
claudio lotito contestato a auronzo
Questa primavera il Consiglio Federale è intervenuto per far incastrare le leggi statali con quelle sportive e impedire che le ristrutturazioni dei debiti (vedi il caso Reggina) creino immotivati vantaggi. Nel mezzo ha spadroneggiato Claudio Lotito che, con la sua doppia veste di proprietario della Lazio e di influente senatore forzista del Molise, ha escogitato, e ne rivendica il successo con fierezza, il comma per spalmare in 60 rate e in 5 anni oltre 800 milioni di euro di tasse scadute del calcio. Come possano conciliarsi le strategie federali con i rammendi di Lotito è un mistero avvolto in un enigma. Semplice: non si conciliano.
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Se alla pozione appena descritta - piena di contraddizioni e non meno di veleni - si aggiungono le stramberie della giustizia sportiva, si arriva agli effetti allucinogeni di questi giorni. Con la Reggina che è fuori e dentro al campionato di Serie B, con il Leccoche di mattina è in Serie B e di pomeriggio è in Terza Categoria, con il Perugia, il Siena, il Foggia eccetera eccetera. E una costante: il Collegio di Garanzia del Coni che ribalta le decisioni Federali oppure - è l’esperienza del processo Juventus - dilata i calendari e incentiva la confusione.
Che la giustizia sportiva sia da riformare è argomento condiviso: per la Figc di Gravina, per il ministero dello Sport di Andrea Abodi, per il ministero del Tesoro di Giancarlo Giorgetti. E lo stesso Giorgetti è stufo di un calcio insofferente alle scadenze nei pagamenti e, soprattutto, è preoccupato per un debito, in gran parte tributario e fiscale (ogni anno il calcio deve circa 1,4 miliardi di euro), che non smette di gonfiarsi. Un debito che, ristrutturato o spalmato che sia, presto o tardi, più presto che tardi, si potrebbe abbattere sui conti pubblici. Il ministro vuole coinvolgere in varie iniziative la Guardia di Finanza ed esige maggiore fermezza dalle autorità sportive. Comprensibile.
lotito gravina
C’è bisogno anche di leggi specifiche. Non di leggi Lotito, però. Il calcio e lo sport italiano hanno bisogno di spazio. Il giro di affari di pubblicità in attività sportive e collaterali è di 1,58 miliardi di euro in Italia (di cui 710 nel pallone) contro i 4,81 miliardi in Gran Bretagna e i 5,67 in Germania. A Roma siamo ai livelli del 2017 e si avanza di un paio di punti percentuali. Nel Regno Unito di oltre dieci. La Serie A ha firmato 675 accordi pubblicitari che per un modesto 19 per cento hanno riguardato aziende straniere, percentuale che per la Serie B si riduce al 3.
lotito gravina
I diritti radiotelevisivi sono ormai l’unica salvezza o miraggio di salvezza, certamente fonte sicura di reddito. Nel 20/21 i proventi televisivi domestici e di gare Uefa hanno raggiunto 1,7 miliardi per un ampio ventaglio di circostanze che, inesorabilmente, sono mancate nel 21/22 quando si è atterrati a 1,2 miliardi. Un prodotto appetibile per gli spettatori globali della Serie A, che dovrebbero essere mezzo miliardo con addirittura la metà in Asia, è un prodotto spettacolare, ovvio, e anche un prodotto serio, lineare, rigoroso. Un po’ di ironia.
lorenzo casini foto di bacco
Per consolarsi. In Italia aumentano soltanto le scommesse sul calcio. Nel ’22 la raccolta è stata di 13,2 miliardi con un gettito fiscale di 342 milioni. Nel mondo la Serie A attrae 36,6 miliardi di euro, non lontano dai 38,4 miliardi della Liga spagnola, quasi triplicata dalla Premier inglese con 80 miliardi. In futuro, si teme, ogni cosa andrà peggio, molto peggio. Chi vuole scommetterci?
lorenzo casini foto di bacco