Estratto dell’articolo di Alessandro Longo per www.repubblica.it
operator attack - tariffe scontate operatori di telefonia
Addio alle tariffe super scontate, per il cellulare, rivolte in esclusiva a utenti che vengono da certi operatori, tipicamente Iliad o virtuali. Sono passati in commissione al Senato due emendamenti della maggioranza al Disegno di legge Concorrenza (Salvo Pogliese di Fratelli di Italia e Mara Bizzotto della Lega) che mettono al bando questa pratica, chiamata “operator attack”. L'effetto può essere negativo per il mercato, a quanto commentano dall'industria e dall'opposizione, come dice Antonio Nicita (PD) a Repubblica.
Quelle operator attack sono offerte molto usate, da anni, da Tim, Wind Tre e Vodafone con prezzi molto più bassi della media del mercato, da 5 a 8 euro al mese al solito, ricche di GB, ma nascoste. Non si trovano sui loro siti, ma solo in certi negozi; in alcuni casi sono su pagine web non collegate all’home page dell’operatore. E, soprattutto, non sono attivabili da tutti gli utenti ma solo da chi ha certi operatori e richiede la portabilità del numero.
Il tipo di operatore dipende dall’offerta specifica; di solito si trovano i nomi di Iliad, Spusu, Poste Mobile, Fastweb (tutti o alcuni di questi), di altri operatori virtuali, ma mai quelli di Kena, Very e Ho, che sono i virtuali di Tim, Wind Tre e Vodafone.
La segnalazione dell’Antitrust
operator attack - tariffe scontate operatori di telefonia
Gli emendamenti accolgono una segnalazione dell’Antitrust, secondo cui “tali condotte possono avere un effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza nella telefonia mobile, contribuendo a bloccare lo sviluppo degli operatori nuovi entranti e al limite a provocare l’uscita dal mercato di alcuni di essi, facendo venire meno quello stimolo concorrenziale nei confronti degli operatori tradizionali che ha fin qui apportato numerosi benefici ai consumatori finali”. Per l’Antitrust c’è anche un problema di tutela dei consumatori; queste offerte sono poco trasparenti, motivo per cui sono state sanzionate dallo stesso Antitrust e dal Tribunale di Milano.
tim wind tre vodafone
Vedremo se la norma sopravvivrà all’esame del Parlamento, prima al Senato e poi alla Camera. Gli effetti sul mercato potrebbero essere dirompenti e negativi, commentano fonti dall’industria. Bisogna tenere conto che gli operatori maggiori hanno usato questa pratica per limitare la guerra dei prezzi, di fatto contenendola solo su certe fasce di utenti (basso spendenti) e verso alcuni operatori (low cost).
Abolire la pratica, in un mercato liberalizzato e iper-competitivo (per numero di gestori presenti), può aprire al rischio di una guerra dei prezzi senza confini, ossia per competere i big dovrebbero allinearli in toto a quelli di Iliad e dei virtuali. Tutto questo in uno scenario deflattivo per il settore già consolidato da anni, con un tracollo di ricavi e profitti da parte dei gestori e la continua minaccia di ampio ricorso a licenziamenti e ammortizzatori sociali.
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“Siamo preoccupati per la sostenibilità economica ed occupazionale del settore. Numeri alla mano, la filiera delle telecomunicazioni, in termini di ricavi, ha registrato maggiori perdite in Europa; in 12 anni ha perso oltre un terzo del suo valore”, aveva detto a giugno al CorCom Laura Di Raimondo, direttore generale di Asstel, l’associazione degli operatori. […]
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