Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”
alfredo mantovano giorgia meloni
Non restava che ritirarla. La norma che prevede fino a 8 anni di carcere per i giornalisti, firmata da Forza Italia, ha vissuto una vita breve e tormentata. Da Palazzo Chigi è arrivata la richiesta perentoria di fermarla. Per Giorgia Meloni è stata solo una complicazione ulteriore, una polemica in più a cui rispondere, in un momento in cui il suo governo è accusato di avere una presa paranoica sulla stampa e di agire scompostamente contro i pochi spazi critici rimasti.
Sentirsi però addosso il sospetto, non solo di voler imbavagliare i media, ma pure di mettere le manette ai polsi dei cronisti è stata fonte di troppo imbarazzo per la presidente del Consiglio. Ma c'è stato anche un calcolo di opportunità.
CARCERE PER I CRONISTI
L'emendamento a firma di Tommaso Calderone, deputato forzista, che punisce fino a otto anni chiunque utilizzi, riproduca o diffonda, con qualsiasi mezzo, dati o programmi contenuti in un sistema informatico sottratti illecitamente, è stato presentato come modifica al disegno di legge sulla Cybersicurezza. Un provvedimento che è molto caro al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Era stato lui, il giurista scelto da Meloni come autorità delegata ai servizi segreti, qualche giorno fa a Pescara, durante la convention di Fratelli d'Italia, a lasciar intendere che la norma sui giornalisti avrebbe solo complicato il percorso del ddl. [...]
Tommaso Calderone
Mantovano aveva espresso chiaramente la sua priorità: «Il governo punta ad avere l'approvazione della legge sul cybercrime il prima possibile». E così, immediata, è arrivata la richiesta, passata per il leader di Forza Italia Antonio Tajani, di cestinare l'emendamento che pure aveva raccolto l'entusiasmo di tanti nella maggioranza, dopo la notizia dell'inchiesta sui presunti dossieraggi a opera di un tenente della guardia di finanza in servizio presso la procura antimafia.
meloni mantovano
In realtà le norme sono due. L'altra è firmata da Enrico Costa, deputato di Azione, e prevede pene fino a tre anni per i giornalisti che divulgano consapevolmente informazioni frutto di un reato. Un emendamento che il governo vuole rendere inammissibile e la maggioranza dovrebbe affossare.
I parlamentari si ritroveranno martedì, mercoledì e giovedì a Montecitorio per completare i lavori e approvare il ddl Cybersicurezza, in uno spirito unitario, anche con le opposizioni, che Mantovano si augura venga preservato fino alla fine. [...]
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