Estratto dell'articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”
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Promuovere le buone pratiche e fornire indicazioni più precise per gestire i rischi per la salute dei lavoratori esposti al gran caldo, sia che lavorino al coperto che, soprattutto, all'esterno sotto il sole cocente. È questo il senso del nuovo «Protocollo condiviso per l'adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro» che questa mattina, nel corso di un incontro online i ministri del Lavoro e della Salute, Calderone e Schillaci, sottoporranno a imprese e sindacati.
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Di partenza si prevede che le imprese intervengano per «eliminare o ridurre l'esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali» pianificando tutta una serie di misure di prevenzione e protezione a tutela dei lavoratori. […]
I LUOGHI DI LAVORO
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[…] Per chi opera indoor va quindi garantito un ambiente «adeguatamente climatizzato e ventilato, oltre a ritmi di lavoro bilanciati, soprattutto negli ambienti al chiuso». Per chi lavora invece all'esterno il protocollo individua una serie di misure da adottare e da declinare poi nei diversi contesti lavorativi mediante specifici protocolli aziendali, unitamente – viene specificato – alla possibilità per l'azienda di ricorre al lavoro agile o da remoto e agli ammortizzatori sociali.
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VALUTAZIONE RISCHI
I datori di lavoro, come prima cosa, dovranno dare completa attuazione alle norme in tema di salute e sicurezza sul lavoro, […] Andrà posta attenzione ai fattori che contribuiscono all'insorgenza delle patologie da calore […] e di specifici fattori di rischio come un'età superiore ai 65 anni, presenza di patologie croniche, assunzione di alcuni farmaci e gravidanza.
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SORVEGLIANZA
Sulla base degli esiti della valutazione dei rischi sarà possibile attivare la sorveglianza sanitaria per quei lavoratori per i quali finora non era prevista ma che ora si rende necessaria a giudizio del medico aziendale che per i lavoratori con specifici giudizi di idoneità potrà disporre l'assegnazione ad attività più leggere e più pause.
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PREVENZIONE/PROTEZIONE
Le aziende dovranno formare e informare tutti i lavoratori sui rischi correlati al caldo, su misure di prevenzione e procedure da seguire, tenendo anche conto della presenza di lavoratori di lingua straniera. Andranno fornite raccomandazioni sugli abiti da indossare, i fattori di rischio individuali ed i pasti, che «devono essere ricchi di frutta e verdura, evitando cibi ricchi di grassi e sale che rallentano la digestione e predispongono allo stress da caldo». Bisognerà poi favorire l'assunzione di molti liquidi, moderare la caffeina, mentre viene vietato in modo esplicito il consumo di alcolici […] durante l'attività lavorativa, compresi i pasti […]Oltre a questo il datore di lavoro è chiamato a «garantire il facile accesso ai servizi igienici, tenuto conto della maggiore e frequente idratazione».
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INDUMENTI
L'indicazione è di indossare, se possibile, abiti leggeri in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro che ricoprano buona parte del corpo, per evitare di lavorare a pelle nuda e un copricapo con visiera o a tesa larga, di consegnare indumenti da lavoro e dispositivi di protezione individuale quando previsti adeguati alle alte temperature e fornire crema solare ad alta protezione se prescritto dal medico competente.
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TURNI DI LAVORO
I turni andranno riorganizzati per eliminare o, quando non possibile, ridurre l'esposizione diretta dei lavoratori al caldo eccessivo. […] In casi estremi, quando il rischio di patologie da calore è molto alto l'attività lavorativa va interrotta.
PAUSE
Devono essere garantite pause brevi ma frequenti, eventualmente anche segnalate con specifici avvisi acustici, al fine di assicurare al lavoratore un adeguato ristoro. Infatti, «l'assenza di pause pianificate rallenta il ritmo di lavoro e aumenta il rischio di errore umano». E in particolare, per quanto possibile, andranno assicurate aree completamente ombreggiate o climatizzate per le pause, pranzo compreso.