1 – GENOVA, SPUNTA IL NOME DI GEMME IL MANAGER CON LA MAMMA SFOLLATA
Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
claudio andrea gemme
Nel giorno della firma da parte del presidente Sergio Mattarella del decreto per l' emergenza Genova, arriva anche il nome del Commissario per la ricostruzione.
Il governo si era riservato ancora qualche giorno di riflessione, ma su pressione soprattutto della Lega, con Salvini che ieri mattina invitava a non perdere più un minuto, la scelta è caduta su Claudio Andrea Gemme, 70 anni, genovese, dirigente d' azienda con un passato in Finmeccanica e all' Ansaldo e oggi presidente di Fincantieri Sistemi Integrati, direttore della Divisione Systems & Components della stessa Fincantieri e membro di Confindustria. «Ho dato la mia disponibilità» conferma Gemme, ancora in attesa della comunicazione ufficiale.
ponte morandi genova 7
Molto netta la spinta della Lega, che proprio ieri mattina con il suo leader aveva chiesto di individuare una persona che fosse non solo preparata ma anche vicina alla sofferenza della città, e la mamma di Gemme figura infatti fra gli sfollati delle case adiacenti al Ponte crollato, nel quartiere dove lui stesso - raccontano - ha vissuto da ragazzo.
Conferme sulla sua probabilissima nomina arrivano sia dal ministero dei Trasporti - «Andrea Gemme è un ottimo e capace professionista che conosce bene Genova», dice il viceministro Edoardo Rixi - sia dalla Lega che dalla Regione Liguria, nonostante qualcuno faccia notare che la scelta di un altissimo dirigente di Fincantieri, società alla quale il M5S vorrebbe affidare la ricostruzione dell' opera, possa essere anomala.
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Lo dice con chiarezza il Pd Ubaldo Pagano: «Il profilo professionale di Gemme non è in discussione, ma i rischi di conflitto di interessi sono evidenti. Il ponte va ricostruito presto e bene, ma soprattutto nel rispetto delle regole».
Non ci sono invece preclusioni da parte della Regione, alla quale pure spetta un parere: per Giovanni Toti, che mantiene le sue critiche sulla sostanza del decreto, il nome di Gemme è fra quelli graditi.
FINCANTIERI MONFALCONE
Anche perché il manager era stato uno dei papabili candidati del centrodestra per la carica di sindaco di Genova, anche se alla fine il prescelto fu l' attuale primo cittadino Marco Bucci. In ogni caso, la scelta - dicono dall' entourage del governatore azzurro, che ieri ha a lungo parlato con il premier Conte - è e «deve essere dell' esecutivo», che sulla ricostruzione si è assunto la responsabilità sia con il decreto sia con il commissario ad hoc.
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Al legame con la città, strettissimo, si aggiunge un curioso episodio. Nell' aprile del 2017, il manager rischiò la vita a causa di un incidente stradale sulla A7, sembra per un attraversamento improvviso di cinghiali. La sua auto di notte si ribaltò e furono coinvolte quattro auto nell' incidente.
Tanto che, si raccontò all' epoca, Gemme arrivò ad annunciare per ben due volte che avrebbe chiesto i danni a Società Autostrade. La stessa che si troverà a fronteggiare da Commissario per le responsabilità che le vengono attribuite per il crollo del Ponte Morandi.
2 – COSÌ FINCANTIERI POTREBBE PARTECIPARE ALLA RICOSTRUZIONE DEL PONTE DI GENOVA
Dario Capotorto per www.formiche.net
IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI
Nelle ultime ore la stampa ha diffuso la notizia secondo cui la società pubblica Fincantieri, menzionata da esponenti di governo come papabile affidataria della ricostruzione del ponte Morandi di Genova, sarebbe sprovvista delle attestazioni SOA relative ad alcune categorie di lavorazioni indispensabili per realizzare l’opera.
ponte morandi genova 1
Fincantieri, in particolare, sarebbe in possesso delle attestazioni SOA per le categorie OG7 (opere marittime e lavori di dragaggio), OG11 (impianti tecnologici) e OS 18-A (produzione in fabbrica di componenti strutturali in acciaio), ma non per la OG3 (strade, autostrade, ponti, ferrovie), ovverosia la specifica categoria richiesta dalla natura del lavoro di ricostruzione del ponte Morandi. In effetti, per la realizzazione di opere pubbliche è indispensabile il possesso di un’attestazione SOA relativa alla specifica tipologia di lavorazioni (e per il relativo importo economico) che occorre eseguire.
PONTE MORANDI PERQUISIZIONI AL POLITECNICO E AL CESI
Le predette attestazioni sono rilasciate da società che hanno il compito di verificare e attestare la capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa delle imprese di costruzioni, abilitandole a realizzare lavori per tipologie e classifiche di importo, proporzionati alle reali capacità produttive certificate dalle società organismi di attestazione (SOA). Tuttavia, le aziende che risultino sprovviste delle attestazioni SOA necessarie per realizzare lavori che ambiscano a eseguire possono correre ai ripari ricorrendo a diversi istituti.
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Chiaramente anche Fincantieri potrebbe agevolmente aggirare il problema. Per un gruppo di simili dimensioni un’opzione facilmente percorribile potrebbe essere quella di procedere all’acquisizione di un’azienda o di un ramo di azienda che sia già dotato dell’attestazione SOA in OG3. Una simile operazione straordinaria consentirebbe a Fincantieri di conseguire in tempi rapidi l’attestazione.
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In alternativa si potrebbe ipotizzare il ricorso all’istituto dell’avvalimento, che consente alle imprese di farsi prestare i requisiti da altre aziende (ausiliarie) che assumono a loro carico una serie di oneri e responsabilità. Questa strada, tuttavia, potrebbe trovare un ostacolo nelle previsioni dell’articolo 89, comma 11, del decreto legislativo numero 50 del 2016 (che sarebbe poi il decreto con cui è stato approvato l’attuale codice degli appalti). Questa disposizione stabilisce infatti che l’avvalimento non è ammesso qualora nell’oggetto dell’appalto o della concessione di lavori rientrino opere per le quali sono necessari lavori o componenti di notevole contenuto tecnologico o di rilevante complessità tecnica. Rispetto a un’opera di tale complessità vi sarebbero comunque delle lavorazioni per le quali l’avvalimento potrebbe risultare precluso.
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L’azienda, inoltre, potrebbe dar vita a un raggruppamento temporaneo di imprese (disciplinato dall’articolo 48 del Codice dei contratti pubblici) o a un Consorzio coinvolgendo altri partner qualificati nella realizzazione dell’infrastruttura, oltre a poter attivare altre forme di cooperazione previste e disciplinate dalla legge. In conclusione sussisterebbero diverse e valide alternative per aggirare l’ostacolo, garantendo il diretto coinvolgimento dell’azienda di stato nella realizzazione dell’infrastruttura.
BRUNO VESPA DANILO TONINELLI CON IL PONTE MORANDI CROLLATO ponte morandi IL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE DI PONTE MORANDI DI STEFANO GIAVAZZI