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    IL GOVERNO LITIGA PURE SUL NATALE – LA RENZIANA BELLANOVA INSISTE PER I LOCALI APERTI A PRANZO IL 25 E 26 DICEMBRE. IL RIGORISTA SPERANZA: "CI SONO 800 MORTI AL GIORNO. SENZA RIGORE DURANTE LE FESTE CI SARÀ UNA RECRUDESCENZA DELL’EPIDEMIA A GENNAIO" - SPOSTAMENTI FRA REGIONI VIETATI DAL 20: LITE SULLE DEROGHE PER ALBERGHI, SECONDE CASE E ANZIANI - LA PRINCIPALE RACCOMANDAZIONE: EVITARE DI OSPITARE PERSONE NON CONVIVENTI…


     
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    Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini per corriere.it

     

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    Entrerà in vigore il 4 dicembre il Dpcm che riscrive le regole per contenere i contagi da Covid-19. Molti divieti in vigore saranno confermati, così come la divisione dell’Italia in fasce: gialla, arancione e rossa. La speranza è che per le festività natalizie tutte le Regioni siano in fascia gialla, con un indice di contagio basso e la tenuta delle strutture sanitarie.

     

    Anche in questa situazione non saranno comunque allentate le regole. Anzi. Il premier Giuseppe Conte ha parlato di «giallo rafforzato» riferendosi soprattutto al divieto di spostamento tra le Regioni, all’obbligo di quarantena per chi torna dall’estero dopo il 20 dicembre e alla scelta di mantenere il coprifuoco alle 22 anche nei giorni di Natale e Capodanno, così come gli impianti da sci chiusi.

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    Sci, no a impianti e hotel: anche l’Austria verso la quarantena

    Saranno chiusi gli impianti e le piste da sci per tutto il periodo natalizio. Cade l’ipotesi di poter raggiungere un accordo in sede europea e l’Italia ha deciso, quindi, di fermare le vacanze in montagna.

     

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    Il governo aveva deciso di chiudere anche gli alberghi di montagna ma la discussione è ancora aperta dopo le perplessità del presidente del Consiglio. Per scoraggiare i soggiorni oltre confine, soprattutto in quei Paesi che hanno deciso di consentire lo sci —tra gli altri Svizzera e Slovenia mentre l’Austria sta pensando alla quarantena di dieci giorni per chi arriva da fuori — è stato stabilito che chi ritorna dall’estero dopo il 20 dicembre dovrà effettuare la quarantena. A chi invece torna prima di quella data sarà sufficiente sottoporsi al tampone.

     

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    Dal 20 dicembre: alt agli spostamenti tra le Regioni, il nodo seconde case

    Sarà vietato lo spostamento tra le Regioni, anche quelle che si trovano in fascia gialla, dal 20 dicembre e per tutta la durata delle festività, fino a dopo l’Epifania. La scelta del governo è stata fatta «per limitare al massimo i trasferimenti che, come accaduto la scorsa estate, hanno veicolato il virus in tutto il Paese».

     

    Sarà sempre previsto il ritorno presso la propria residenza o domicilio e si sta ancora discutendo se concedere deroghe per evitare che gli anziani debbano trascorrere le festività da soli, dunque consentendo a un parente stretto di muoversi.

     

    Tra le deroghe su cui il premier e i ministri hanno discusso fino a notte c’è quella che consentirebbe di raggiungere le seconde case anche se si trovano fuori regione, purché in fascia gialla. Il capitolo spostamenti è tra quelli che hanno creato maggiori tensioni nella riunione serale con i capi delegazione. Palazzo Chigi ha deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà in Gazzetta Ufficiale insieme al Dpcm e servirà a «coprire» dal punto di vista costituzionale la limitazione delle libertà personali, a cominciare dalla circolazione. Il decreto dovrà anche allungare la vita del Dpcm, che fin qui è stata di soli 30 giorni.

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    Natale e Capodanno: resterà valido il coprifuoco alle 22

    Il coprifuoco rimane alle 22 e durerà fino alle 6 per l’intero periodo delle festività. La scelta del governo per evitare gli assembramenti è quella di impedire gli spostamenti dopo quest’orario anche la sera di Natale e quella di Capodanno. Nessuna deroga sarà prevista nei giorni festivi, le funzioni religiose dovranno dunque terminare entro un orario compatibile con il rientro a casa dei fedeli.

     

    Al momento l’indicazione della Conferenza episcopale è che ogni parrocchia organizzi le messe durante la giornate festive seguendo i protocolli e quindi evitando gli assembramenti. C’è comunque l’ipotesi di fornire un’indicazione riguardo alla messa di Natale che potrebbe essere celebrata alle 20.

     

    Nei negozi fino alle 21: asporto e consegne per i locali dopo le 18

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    I negozi chiuderanno alle 21 e i centri commerciali potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi invece durante le festività. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest’orario saranno consentite soltanto la vendita d’asporto — con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale — e la consegna a domicilio. Dopo lunga discussione dovrebbero restare aperti i ristoranti il giorno di Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno.

     

    Una soluzione che, secondo gli esperti del Cts, «eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi che hanno regole ferree».

     

     

     

    COVID E DPCM NATALE

    Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini per corriere.it

     

    «Ci sono 800 morti al giorno...». È stato questo il dolente leitmotiv con cui Roberto Speranza negli ultimi estenuanti vertici con le Regioni, i capigruppo e poi i capi delegazione ha provato a respingere ogni tentativo di allentare le misure di contenimento per le festività natalizie.

     

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    E lo stesso concetto il ministro della Salute scandirà oggi in Parlamento: «Senza rigore avremo una recrudescenza dell’epidemia a gennaio, proprio nel momento in cui dovremo iniziare le vaccinazioni contro il virus. Sarebbe un segnale devastante». Sulla spinta di numeri ancora drammatici il governo si è convinto che non ci sia alternativa alla stretta. E anche se l’ufficialità arriverà solo domani sera, quando il presidente del Consiglio firmerà il Dpcm destinato a entrare in vigore venerdì, le principali misure sono confermate.

     

    «Dobbiamo mantenere rigore e prudenza per non vanificare i primi risultati», esorta Speranza. E Francesco Boccia prova a convincere gli italiani che «si può restare in casa con i propri cari». Il primo pilastro è il coprifuoco «senza deroghe» fino alle 22, anche a Natale e a Capodanno. Il confronto con la Cei è aperto, ma l’orientamento è che la messa delle 24 possa tenersi alle 20. Il secondo pilastro è il divieto di spostamento tra le Regioni, che il ministro degli Affari regionali Boccia spiega con la necessità di «non disperdere i sacrifici fatti in queste settimane anche dagli operatori sanitari».

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    Quindi divieto di mobilità anche per le aree gialle, da prima di Natale (forse il 21) a dopo la Befana: la decisione sulle date verrà presa oggi dopo il confronto con Regioni e Parlamento. Un’altra questione cruciale è il numero di ospiti che si possono invitare a casa nei giorni di festa. Salvo novità dell’ultima ora resta la «forte raccomandazione a non ospitare persone non conviventi». La battaglia sulle eccezioni ha animato il vertice serale. «Per non minare la tenuta stessa del modello di sicurezza le deroghe vanno limitate il più possibile», ha ammonito Boccia.

     

     

     

    LE REGOLE DEL DPCM: SPOSTAMENTI, SHOPPING, VIAGGI, PISTE DA SCI, MESSE

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    Teresa Bellanova di Italia Viva si è battuta, in asse con Conte, perché i ristoranti restino aperti a pranzo il 25 e 26 dicembre. E anche sul destino degli hotel di montagna il braccio di ferro è andato avanti a oltranza. Speranza, Boccia, Franceschini, Gualtieri e Bonafede li vogliono chiudere fino all’Epifania, Bellanova e Bonetti insistono perché restino aperti e fanno leva sui dubbi di Conte.

     

    Il premier avrebbe insistito molto anche per permettere agli italiani di raggiungere le seconde case, concessione che i rigoristi ritengono troppo rischiosa. Il capitolo spostamenti è tra quelli che hanno creato maggiori tensioni nella riunione serale con i capi delegazione. Palazzo Chigi ha deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà in Gazzetta Ufficiale insieme al Dpcm e servirà a «coprire» dal punto di vista costituzionale la limitazione delle libertà personali, a cominciare dalla circolazione. Il decreto dovrà anche allungare la vita del Dpcm, che fin qui è stata di soli 30 giorni.

     

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    Le Regioni hanno provato a convincere il governo ad aprire i confini, ma per Speranza, che ritiene fondamentale avere «misure rafforzate» quando il Paese intero sarà in zona gialla, lo stop ai movimenti è un punto cardine. Unica, probabile deroga, la possibilità di andare a trovare i nonni o i genitori anziani che altrimenti passerebbero il Natale da soli. Raccontano che Conte nella riunione con i capigruppo abbia aperto ai ricongiungimenti familiari, alla possibilità di raggiungere le seconde case e anche, «come gesto simbolico», alla fine della didattica a distanza per i licei dal 14 dicembre.

     

    teresa bellanova mangia pizza teresa bellanova mangia pizza

    Ma poi, nel vertice con i capidelegazione, il premier ha tenuto una linea meno morbida. Piste e impianti da sci saranno chiusi fino a metà gennaio e gli esercenti saranno ristorati. «Da parte del governo c’è una posizione ferrea», ha dovuto arrendersi Luca Zaia, che aveva proposto con le altre Regioni del Nord di lasciare aperte le piste per ospiti degli hotel e delle seconde case. Mediazione bocciata.

     

    E ora il presidente del Veneto chiede che le piste siano chiuse anche negli altri Paesi: «Se ci troviamo con Slovenia, Austria e Francia con le piste aperte, la nostra diplomazia può andare in soffitta».

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