Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”
GILBERTO PICHETTO FRATIN
Arriva un nuovo decreto energia, che stanzia fondi e introduce regole per agevolare lo sviluppo delle energie rinnovabili e la decarbonizzazione delle imprese, ma nulla si prevede sul fronte del mercato tutelato, tant'è che il Pd ieri sera dopo la conclusione dei consiglio dei ministri è subito partito lancia in resta contro il governo definendo «sconcertante l'atteggiamento dell'esecutivo che fa orecchie da mercante e gioca a scarica barile» […]
Anche i 5 Stelle hanno subito alzato i toni parlando di «furia cieca di Giorgia Meloni contro le famiglie, che dopo il salasso dell'inflazione ed il caro mutui sono destinatarie di una legnata sulle bollette».
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In ballo ci sono i destini (o meglio i bilanci) di 5 milioni di famiglie su un totale di 9,5 milioni di nuclei che di qui ai prossimi mesi non potranno più beneficiare di tariffe controllate dall'Autorità per l'energia ma dovranno fare i conti con libero mercato e tariffe certamente più alte.
Per il gas, in base alla norme attuali, è infatti previsto che il mercato tutelato termini a fine anno mentre resterà ancora in vigore per i 4,5 milioni di famiglie disagiate che beneficiano della legge 104, del bonus sociale, gli over 65, ecc.
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Per quanto riguarda l'energia elettrica la scadenza è invece fissata al primo aprile quando entrerà in vigore il servizio a «tutela graduale» che, appunto, con gradualità passerà i clienti alle tariffe del mercato libero dividendoli in 26 diversi bacini che una ventina di operatori se li contenderanno tra loro attraverso delle aste.
Nelle settimane passate il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica aveva ipotizzato un rinvio di 6-12 mesi delle nuove procedure, il decreto energia era stato annunciato più volte ma non era finora mai approdato sul tavolo del Consiglio dei ministri. È successo ieri, ma dello slittamento delle scadenze del mercato tutelato - che secondo il ministro degli Affari europei Fitto contrasterebbe con gli impegni del Pnrr e quindi non sarebbe accettato da Bruxelles - nessuna traccia nonostante in Parlamento l'avessero chiesto anche le forze di maggioranza.
GILBERTO PICHETTO FRATIN
Questo intervento è solo «rimandato», hanno fatto sapere dal ministero dell'Ambiente, che adesso punta a proseguire l'interlocuzione con l'Unione europea in modo da superare tutte le obiezioni. Nell'attesa il ministero manda avanti un robusto pacchetto di misure che non potevano più attendere e che in totale vale 24,7 miliardi. […]
Il nuovo decreto, in particolare, assegna a Regioni e Province Autonome 350 milioni l'anno fino al 2032 da destinare sia a misure di compensazione che riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell'installazione di impianti rinnovabili in aree idonee. Prevede poi un sistema di incentivazione a installare impianti a fonti rinnovabili rivolto a circa 3800 imprese a forte consumo di energia elettrica come quelle della chimica, del vetro e del tessile ed un meccanismo per l'acquisto a prezzo vantaggioso di gas per circa mille aziende gasivore (siderurgia, carta e vetro), attraverso il Gse e il rilascio di nuovi titoli per la coltivazione di idrocarburi.
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Sono poi previste semplificazioni per l'assegnazione delle concessioni nel settore geotermoelettrico, mentre le opere per la costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, come gli impianti di Porto Empedocle e Gioia Tauro, vengono considerate «di pubblica utilità, indifferibili e urgenti».
Arriva poi anche un sostegno all'eolico galleggiante nel Mezzogiorno, con l'individuazione di due aree portuali per sviluppare gli investimenti in questo settore. E ancora: nasce un portale digitale con dati e informazioni sullo sviluppo della rete elettrica nazionale; arrivano poi misure per il risparmio idrico nelle centrali termoelettriche; semplificazioni sullo sviluppo delle reti intelligenti e la loro resilienza, 15 nuovi progetti di teleriscaldamento e interventi normativi e l'avvio di un nuovo studio per valorizzare la filiera della cattura e stoccaggio del carbonio.
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Infine ci sarà anche la possibilità di autocandidature da parte di enti territoriali non inclusi nella carta Nazionale delle aree idonee per ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. «Un passo necessario – sottolinea Pichetto - per accelerare i tempi di individuazione di un'area di cui il Paese ha forte bisogno».
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