Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per www.repubblica.it
meloni draghi
Dieci obiettivi su ventisette. Da modificare, per salvare la quarta rata del Pnrr che vale 16 miliardi. Il governo Meloni prova a correre ai ripari e a recuperare i ritardi accumulati, dopo il mancato rispetto della scadenza del 30 giugno, che prevedeva il raggiungimento di tutti i 27 obiettivi.
Le modifiche, si legge in un documento approvato dalla cabina di regia, che si è tenuta a Palazzo Chigi, sono “riferite ad errori nella Cid”, il documento di applicazione del Recovery, “e a circostanze oggettive che non consentono la rendicontazione delle misure”.
Il restyling della quarta rata è stato messo a punto con i servizi della Commissione europea, ma per l’erogazione delle risorse servirà il via libera formale, a valle quindi di una verifica, una volta che l’Italia avrà inviato la richiesta di pagamento, a cui saranno agganciati gli obiettivi rivisti. Richiesta che […] sarà inviata “nei prossimi giorni”. E che non prevederà un definanziamento, ma l’intero importo, quindi tutti i 16 miliardi previsti dalla tabella di marcia del Pnrr.
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Le modifiche riguardano sei ministeri: Imprese e made in Italy, Infrastrutture e trasporti, Ambiente e sicurezza energetica, Istruzione, Cultura e Politiche di coesione. Ma cosa cambierà? È la transizione green, uno dei pilastri del Pnrr, a subire il contraccolpo più pesante […] a prendere atto dei ritardi, […] sono soprattutto gli investimenti legati all’utilizzo dell’idrogeno, su cui aveva scommesso l’esecutivo guidato da Mario Draghi. Un pezzo importante del Piano […]
E a cui si aggancia il progetto per l’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, un altro obiettivo strategico per incentivare la rivoluzione verde: anche qui la traccia è quella della rincorsa, per il terreno perso fino ad oggi. Poi ci sono le caldaie a gas. Dovevano lasciare spazio a quelle alimentate a gasolio, attraverso l’incentivo del Superbonus, ma l’avvicendamento non è avvenuto.
MELONI DRAGHI
E per evitare un buco nelle casse dello Stato (13,5 miliardi con cui si è finanziato il 110% arrivano dal Pnrr), il governo ha chiesto all’Ue di poter rendicontare l’installazione di caldaie a condensazione a gas in sostituzione di quelle a minore efficienza. Un trattamento di favore, per soldi spesi in nome delle ragioni ambientali. Sulla carta. Perché le caldaie a gas sono sopravvissute.
Nel documento sono riportati i dettagli delle dieci modifiche. A iniziare dal progetto per la realizzazione dei nuovi studios di Cinecittà. Ma anche, per citare un altro esempio, quello per il rinnovo del parco ferroviario di trasporto pubblico regionale, con treni “puliti”.
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Asili nido
L’obiettivo prevedeva l’assegnazione del 100% dei lavori per la costruzione e la riqualificazione di circa 265 mila posti negli asili nido, da realizzare entro il 31 dicembre 2025. Ma le aggiudicazioni, a fine giugno, sono risultate inferiori (circa il 91%). "Sono intervenuti gli aumenti dei costi delle materie prime a causa della guerra”, scrive il governo[…]
Cinecittà
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Entro giugno del 2026, termine ultimo del Pnrr, saranno realizzati nove studios invece dei 17 previsti inizialmente. Per gli altri otto, l’impegno del governo risulta ridimensionato: si arriverà solamente ad acquisire i terreni per la costruzione dei capannoni. […]
Ecobonus e caldaie
Aumenterà l’obiettivo previsto per l’ecobonus, la detrazione fiscale per i lavori legati al risparmio energetico. E questo perché, riporta il documento, “non è ancora chiaro il contributo alla transizione green del sismabonus”. Una proposta di modifica importante riguarda le caldaie: la richiesta punta a rendicontare l’installazione di caldaie a condensazione a gas in sostituzione di quelle a minore efficienza energetica.
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Colonnine elettriche
La risposta del mercato non è stata quella attesa. E per questo l’esecutivo deve mettere mano all’investimento per l’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. A fronte di 6.500 infrastrutture di ricarica (4 mila nei centri urbani e 2.500 nelle aree extraurbane) sono pervenute, attraverso i bandi, richieste per 4.700 infrastrutture nelle sole aree urbane. Zero per le superstrade. Saranno quindi pubblicati nuovi bandi per provare a raggiungere l’obiettivo.
Industria a idrogeno
Un’altra modifica riguarda l’investimento per l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria hard to abate, cioè nei settori più inquinanti e difficili da convertire, come le raffinerie e le acciaierie. Si prevede che “nessun gas naturale dovrà essere utilizzato per la produzione di idrogeno da utilizzare nella riduzione diretta del ferro”.
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Tecnologie satellitari
Cambiano i progetti SatCom e Osservazione della Terra, che riguardano le tecnologie satellitari e l’economia dello spazio. Nel documento che sarà inviato all’Ue verrà sottolineata la necessità di evitare sovrapposizioni con gli investimenti privati in corso nel settore dell’Internet of things (Internet delle cose).
Treni a idrogeno
Il target del 30 giugno prevedeva l’assegnazione delle risorse per la costruzione di dieci stazioni di rifornimento per treni a idrogeno, lungo sei linee ferroviarie. Per il governo le stazioni devono essere realizzate vicino ai siti di produzione di idrogeno verde e alle stazioni autostradali con rifornimento a idrogeno.
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Imprese rosa
Al vaglio della Commissione Ue, la richiesta di eliminare i riferimenti specifici ai singoli strumenti finanziari per il supporto alle imprese femminili. […]
Terzo Settore
L’esecutivo ha chiesto a Bruxelles di alzare l’importo degli avvisi per il potenziamento dei servizi socio-educativi a favore dei minori, che passano dai progetti del Terzo Settore. L’obiettivo è rafforzare le misure contro la dispersione scolastica, oltre a potenziare i servizi 0-6 anni.
Treni green
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La correzione, chiesta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguarda la composizione del materiale rotabile (treni e carrozze) da acquistare. Nello specifico si prevede l’entrata in servizio di almeno 53 treni passeggeri a emissioni zero e di altre 100 carrozze per il servizio universale.