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    IL GOVERNO RIDURRA' LA DURATA DEL GREEN PASS DA 12 A 9 MESI - PRIMA DELL'APPROVAZIONE DEL DECRETO PERO' SERVIRA' UN PASSAGGIO AL CTS - LO STESSO SUCCEDERA' PER L'OBBLIGO DELLA TERZA DOSE PER GLI OPERATORI SANITARI - INTANTO IL LAZIO SI PREPARA A UNA MOSSA INEDITA: VACCINARE CON LA TERZA DOSE DOPO CINQUE MESI INVECE DI SEI - E LE REGIONI PRESSANO PER UN CERTIFICATO CHE LASCI LIBERI I VACCINATI E I GUARITI...


     
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    Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

     

    GREEN PASS GREEN PASS

    La decisione è presa: la durata del Green pass sarà ridotta. Passerà dagli attuali 12 mesi a 9. Quest'estate il Comitato tecnico scientifico aveva dato il via libera al processo contrario, a una estensione da 9 a 12 mesi, ma con un avvertimento: aspettiamo dati scientifici per una conferma di questo provvedimento.

     

    L'esperienza maturata, anche sulla base dei riscontri di altri Paesi come Israele dove è stata registrata una diminuzione della protezione fornita dal vaccino dopo sei mesi, ha consigliato un nuovo taglio alla durata. Prima dell'approvazione del provvedimento al Consiglio dei Ministri, però, ci sarà un passaggio al Cts.

     

    controllori di green pass 6 controllori di green pass 6

    Lo stesso succederà per introdurre l'obbligo della terza dose per gli operatori sanitari. Va detto che anche la Commissione europea prepara un aggiornamento «sulla raccomandazione sulla libertà di movimento e questo includerà elementi sulla validità dei certificati di vaccinazione».

     

    Intanto il Lazio si prepara a una mossa inedita: vuole vaccinare con la terza dose non dopo sei mesi dalla seconda, ma dopo cinque. Ancora, però, la scelta anticipata ieri dal direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, deve essere ufficializzata e probabilmente sarà offerta come opzione solo alle forze dell'ordine.

     

    PENALIZZATI

    Ma perché il governo prende tempo sulla riduzione dell'estensione del Green pass? Partiamo da un numero: 3,3 milioni. Sono le persone che hanno completato il ciclo vaccinale prima del 31 marzo 2021. Tagliare la validità del Green pass avrà un effetto devastante perché una parte consistente di quei 3,3 milioni si ritroverà già alla fine dell'anno senza certificazione verde.

     

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    Certo, l'obiettivo nobile del provvedimento è convincere tutti a prenotarsi per la terza dose, che fa scattare una nuova estensione della validità della certificazione. C'è però un problema: tra quei 3,3 milioni c'è una piccola quota di under 40 (insegnanti, ricercatori, forze dell'ordine) che, anche volendo, non possono ottenere la terza dose, visto che per ora è riservata solo ai meno giovani.

     

    Il problema è ben chiaro ai tecnici del Ministero della Salute. E non è un caso che ieri sera il generale Francesco Figliuolo abbia fatto una nuova mossa per velocizzare i richiami. La fascia di età 40-59 anni poteva andare agli hub per la terza iniezione solo dal primo dicembre.

     

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    Ieri il commissario ha inviato una circolare alle Regioni in cui spiega: anticipiamo al 22 novembre le terze dosi per quella fascia di età. Bisogna correre per poi aprire, in tempi rapidi, anche a chi ha meno di quarant'anni in modo da non causare caos e ingiustizie, soprattutto a gennaio e febbraio, con il taglio della durata del Green pass. E soprattutto per tutelare la salute di molte più persone.

     

    Conferma il ministro della Salute, Roberto Speranza: «La curva del contagio sale nel nostro Paese e, ancora di più, nei Paesi europei vicini all'Italia. Il vaccino è lo strumento principale per ridurre la diffusione del virus e le forme gravi di malattia. È giusto, quindi, anticipare al 22 novembre la campagna per i richiami vaccinali per la fascia d'età 40-59 anni».

     

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    Figliuolo, nella circolare, parla di «ampia disponibilità dei vaccini e dell'elevata capacità di somministrazione dei punti vaccinali attualmente operativi». Negli ultimi giorni si registra un assalto agli hub. In molti (tra gli over 60 vaccinati con seconda dose più di sei mesi fa) corrono a ricevere il richiamo.

     

    Secondo Gimbe, però, stanno diminuendo le dosi a disposizione: con questi ritmi potrebbero terminare nel giro di un mese. Spiega l'analisi della fondazione: «Al 17 novembre risultano consegnate 99 milioni di dosi, ma in assenza di nuove forniture (per la quinta settimana consecutiva) le scorte scendono a quota 7,6 milioni di dosi». Entro la fine dell'anno è necessario rinnovare la protezione a quasi 16 milioni di italiani.

     

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    ATTESA

    Dalla struttura commissariale comunque assicurano: nelle prossime settimane saranno consegnate nuove forniture di dosi di vaccino (ormai l'Italia usa solo Pfizer e Moderna) e non c'è rischio di carenza. Anche per questo motivo l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, ieri è tornato alla carica, chiedendo al governo di anticipare le terze dosi per tutti, offrendole non a sei mesi dalla seconda, ma a cinque mesi.

     

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    Questa decisione è già stata presa in Gran Bretagna e, più di recente, della regione di Berlino. La condivide anche il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: «Andiamo a vaccinarci già dal quinto mese per la terza dose, noi nel Lazio vaccineremo dal quinto mese e vaccineremo già le forze dell'ordine, cioè coloro che sono a contatto con il pubblico». Ieri in Italia altri 10.638 positivi, 69 decessi e un incremento dei ricoveri di 45 unità. 

     

    Paolo Russo per "la Stampa"

     

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    Alle Regioni in pressing per un super Green Pass che lasci più liberi vaccinati e guariti il governo per ora risponde accelerando con la somministrazione della terza dose agli over 40, a partire già da lunedì 22 novembre anziché dal 1° dicembre come annunciato in un primo momento da Speranza.

     

    L'autorizzazione ad anticipare i tempi è arrivata nella serata di ieri con la lettera spedita dal commissario Figliuolo ai governatori. In realtà di quarantenni e cinquantenni che abbiano alle spalle già sei mesi dalla seconda dose ce ne sono ben pochi. Proprio per questo non è da escludere che la mossa ne anticipi un'altra, quella di ridurre da 6 a 5 mesi l'intervallo di tempo tra richiamo e terza dose. Cosa che del resto ha già deciso di fare per conto proprio De Luca in Campania.

     

    in austria lockdown per i non vaccinati 1 in austria lockdown per i non vaccinati 1

    Ma le Regioni hanno chiesto all'esecutivo un incontro «urgentissimo» soprattutto per rivedere le regole del Green Pass e salvare così il Natale. Una richiesta che il governo è già pronto ad accogliere lunedì, anche se sul tavolo di Draghi - il quale per il momento sul super Green Pass frena - c'è una bozza di decreto che contempla soltanto la terza dose obbligatoria per sanitari e Rsa e la riduzione da 12 a 9 mesi della durata del passaporto sanitario.

     

    Vaccino Vaccino

    In realtà la richiesta è di rivedere le regole per il rilascio del certificato, prevedendo un doppio binario. Un super Green Pass per vaccinati e guariti, che potrebbero continuare ad andare liberamente al ristorante o al cinema e non indossare le mascherine all'aperto se anche la loro regione dovesse colorarsi di giallo o, peggio, di arancione. Mentre le restrizioni previste per le due fasce si applicherebbero in pieno per i non vaccinati, tampone o non tampone.

     

    Su questo i governatori hanno trovato più sponde nella maggioranza. A favore si era espresso già Letta per il Pd. Ieri a dar man forte sono scesi in campo Brunetta e Franceschini. «L'idea di applicare restrizioni solamente ai non vaccinati, in caso di cambiamenti di colore, mi sembra una misura di buon senso, che mi impegnerò ad affermare in Consiglio dei ministri», ha assicurato il titolare della Funzione pubblica.

     

    Vaccino Covid Vaccino Covid

    «Personalmente credo che l'andamento dei contagi debba spingerci a misure ancora più rigorose, quindi sarebbe giusto differenziare i Green Pass tra vaccinati e non», ha a sua volta ribadito il ministro della Cultura. Un'apertura è arrivata anche dalla ministra degli Affari regionali: «Non c'è alcuna volontà di spaccare il Paese. Ma se l'aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni - è il ragionamento fatto da Gelmini ai colleghi di governo - non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano vaccinati e non».

     

    «Incontro urgentissimo» Quella che le Regioni definiscono una richiesta di maggior rigore, a ben vedere sarebbe però in realtà un allentamento delle regole. Perché in fascia bianca, e almeno per la prossima settimana tutta Italia resterà tale, niente cambierebbe, anche per i non vaccinati.

     

    vaccino vaccino

    Mentre in fascia gialla - dove già dal 29 novembre si troverà probabilmente l'Alto Adige seguito a ruota dal Friuli -, così come in quella arancione, le maggiori restrizioni scatterebbero solo per un italiano su quattro (bambini compresi) non vaccinato, lasciando piena libertà a tre italiani su quattro che il vaccino lo hanno già fatto, ma che in attesa della terza dose stanno via via contagiandosi sempre più numerosi anche loro, diffondendo il virus.

     

    vaccino vaccino

    Una barriera alla diffusione dei contagi, lo sanno bene gli esperti, la ergerebbe invece un Green Pass senza tampone anche in fascia bianca, almeno per le attività di svago. Ma per fare questo il governo attende di vedere l'andamento dei contagi, ieri stabili a quota 10.638, e un segnale dall'Europa. Che potrebbe arrivare presto, perché la commissione Ue sta per pubblicare la nuova raccomandazione sui viaggi, basando le limitazioni più che sul Paese di provenienza sul fatto che la persona sia vaccinata, guarita o soltanto «tamponata». Di fatto togliendo il Green Pass per gli spostamenti dalle zone a rischio a chi non è immunizzato. Un passepartout che potrebbe aprire la strada al Green Pass solo per vaccinati e guariti.

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