Mauro Evangelisti per "il Messaggero"
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Il passaggio delle Regioni in fascia rossa si allontana. Il tavolo tecnico sulla riforma delle regole apre a un conteggio differente dei ricoveri. Saranno scorporati coloro che sono in ospedale per altre ragioni ma sono stati trovati positivi. In altri termini: sono asintomatici al Covid. Secondo Fiaso, la federazione delle azienda sanitarie, questa quota rappresenta il 32 per cento di tutti i ricoveri. Va ricordato che per decidere il passaggio da una fascia all'altra, conta la percentuale di occupazione di posti letto con pazienti Covid. Il problema non sono i colori giallo o arancione, che di fatto non comportano alcun cambiamento, ma il rosso, che ha misure simili a quelle di un lockdown.
terapia intensiva covid 2
Se si sottrae quel 32 per cento, ecco che lo spettro della fascia rossa sembra sempre più distante. Su un altro punto però le Regioni hanno trovato la resistenza dei tecnici del Ministero della Salute: la riduzione dei giorni di isolamento, fino a cinque, per i positivi asintomatici; è stato preso tempo, perché secondo il Ministero non vi sono ancora sufficienti evidenze scientifiche che consentano questo tipo di decisione che, per la verità, è già stata presa in altri Paesi, come il Regno Unito. Di certo, si va a una semplificazione del contact tracing, perché è impossibile, con 190 mila positivi al giorno, farlo in modo puntuale.
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FRENATA
I dati di ieri hanno confermato una lieve frenata della corsa dei contagi in Italia e, soprattutto, dell'aumento dei posti letto occupati da pazienti Covid. Purtroppo, però, il conto dei decessi resta alto, se ne sono aggiunti altri 380. Più nel dettaglio: i nuovi casi positivi sono stati 193.320, con un tasso di positività al 16,3 per cento (1.181.899 tamponi), si conferma che, quanto meno, siamo in una fase di stagnazione dei contagi, visto che nel mercoledì della settimana precedente le infezioni erano state 196.224, dunque tremila in più con un numero analogo di tamponi; i pazienti Covid negli ospedali italiani oggi sono 21.188 (25 in più di ieri) di cui 1.688 in terapia intensiva (27 in meno).
terapia intensiva covid 1
Partendo da questo quadro, le Regioni da giorni spingono per rendere più snelle le regole: la commissione sanità della Conferenza, guidata dall'assessore alla Salute dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini, ha inviato al ministro Speranza un pacchetto di proposte. Il Ministero ha accettato di avviare il confronto e ieri pomeriggio si è svolta la prima riunione del tavolo tecnico.
Tra gli altri, c'erano i dirigenti del Ministero Gianni Rezza e Andrea Urbani, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro; per le Regioni, Kyriakoula Petropulacos (direttrice Salute dell'Emilia-Romagna) e Francesca Russo (dirigente Prevenzione del Veneto). Ieri è esploso il caso della Valle d'Aosta che è a un passo dalla fascia rossa.
roberto speranza
Il presidente Erik Lavevaz ha scritto una lettera a Speranza, per chiedere «che venga consentito un margine di almeno cinque ricoveri per la terapia intensiva e di 20 per l'area medica, che possano essere esclusi dai calcoli per l'occupazione dei posti Covid. La situazione attuale, con la Valle d'Aosta unica zona arancione sul territorio nazionale, è frutto di una distorsione legata ai piccoli numeri della nostra realtà. Con le norme in vigore può avere conseguenze gravissime per tutto il sistema regionale».
TASSI
Ma al di là della peculiarità di una piccola Regione come la Valle d'Aosta, il meccanismo mette a rischio anche altri territori. Si finisce in zona rossa quando il tasso di saturazione delle terapie intensive supera il 30 per cento, delle aree mediche il 40. Scorporare dal conteggio i ricoveri che in realtà non sono avvenuti per Covid, cambierebbe lo scenario. L'esempio classico è il paziente che ha un incidente con il motorino, finisce in ortopedia e risulta solo allora positivo al test.
ROBERTO SPERANZA CON MARIO DRAGHI E FRANCO LOCATELLI
Senza incidente, non sarebbe mai stato ricoverato. I tecnici del Ministero hanno accettato di rivedere il sistema di calcolo, anche se servirà un correttivo: in un ospedale il paziente positivo al Covid, per quanto asintomatico, richiede aree isolate e percorsi protetti. Sulla riduzione dei giorni di quarantena è stato preso tempo, mentre sulla richiesta di pubblicare, nel bollettino quotidiano, sintomatici e asintomatici divisi, ci sono perplessità: complica il lavoro delle Regioni e soprattutto chi oggi è asintomatico, potrebbe non esserlo più il giorno dopo.