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    ERDOGAN HA PAURA DEI PUFFI - IL GOVERNO TURCO OSCURA 23 CANALI, TRA TV E RADIO, PERCHE’ SAREBBERO UN PERICOLO PER LA SICUREZZA NAZIONALE. TRA LE EMITTENTI CHIUSE C’E’ ZAROK TV CHE PRODUCE PROGRAMMI PER BAMBINI IN LINGUA CURDA (VIDEO)


     
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    Simone Vazzana per “LaStampa.it

    ZAROK TV ZAROK TV

    Un pericolo per la sicurezza nazionale. Con questa motivazione, la Turchia ha oscurato 23 canali, tra televisioni e radio, dal suo sistema satellitare Turksat, accusandoli di minacciare la sicurezza di Ankara e di appoggiare gruppi terroristici. 

     

    Tra le emittenti ad aver subìto l’interruzione del segnale c’è anche Zarok, la televisione curda che produce programmi per bambini. Insieme ad altri tre canali trasmette esclusivamente in lingua curda. Altre tre reti sono turche, ma considerate favorevoli ai separatisti.

     

    ERDOGAN GULEN ERDOGAN GULEN

    Zarok Tv è nata il 21 marzo 2015: «Ora i bambini curdi potranno guardare i Puffi e SpongeBob» avevano dichiarato i dirigenti al momento del lancio. Ma per la Turchia questi cartoni sono pericolosi. Così come Jiyan Tv, che trasmette in lingua Zazaki, considerata un patrimonio a rischio estinzione dall’Unesco appena un anno fa.

     

    turchia blitz polizia a istanbul per chiudere tv pro gulen 6 turchia blitz polizia a istanbul per chiudere tv pro gulen 6

    Il Partito democratico dei popoli turco (Hdp) ha fortemente criticato la decisione del governo, definendola razzista: «Il fatto che sia stato oscurato il canale dei bambini - ha dichiarato il capogruppo Idris Baluken - mostra quanto Erdogan tema le nuove generazioni. Ma i bimbi che ruolo avrebbero avuto nel golpe del 15 luglio?». 

     

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    Una fonte di Turksat, citata dall’agenzia Anadolu, ha spiegato che la misura governativa è stata presa sulla base di un decreto adottato in estate, nel quadro dello stato d’emergenza proclamato dopo il fallito colpo di stato. Da quel 15 luglio il governo turco ha chiuso tre agenzie di stampa, 16 canali televisivi, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici, tutti accusati di legami con la rete di Fethullah Gulen, predicatore indicato come la mente del golpe. 

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    Un salto indietro di quasi trent’anni: la Turchia, dal 1923 al 1990, aveva proibito l’uso della lingua curda in pubblico, nelle televisioni e nelle scuole.   

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