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    LA CADUTA DEL RENZISMO – IL DUCETTO HA CAPITO CHE IL VOTO DEL 4 MARZO SI STA TRASFORMANDO IN UN 4 DICEMBRE, UN REFERENDUM SULLA SUA ARROGANZA, E FA UN PASSO INDIETRO: GENTILONI PREMIER – LA BOSCHI SPACCA IL NAZARENO (E GIGLIO MAGICO) ED INSISTE: “NON MI ARRENDO”. RENZI LA COPRE E PROTEGGE – CENE SEMICLANDESTINE DI LOTTI


     
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    Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera

     

    RENZI BOSCHI RENZI BOSCHI

    È un day after relativamente tranquillo quello di Maria Elena Boschi all' indomani dell' audizione di Federico Ghizzoni. Matteo Renzi l' ha blindata (i due si sono sentiti ma non visti ieri) e la sottosegretaria continua a svolgere il proprio lavoro a Palazzo Chigi cercando di fare finta che niente sia accaduto. Nel pomeriggio, nel suo ruolo istituzionale, partecipa ai funerali di Altero Matteoli.

     

    RENZI E BOSCHI RENZI E BOSCHI

    «Sono una che non si arrende», dice agli amici. Dovrebbe essere candidata in Toscana, forse a Firenze, ma c' è tempo per decidere, sebbene nel Pd ci sia chi spera che alla fine i sondaggi possano suggerire alla sottosegretaria di fare un passo indietro. Comunque, le rilevazioni attuali, quelle della Swg giunte ieri al Nazareno, danno il Pd al 25%, sotto i grillini. Ma il ragionamento che viene fatto dai vertici del partito è questo: se abbiamo percentuali del genere nel momento peggiore, con la bufera di Banca Etruria, vuol dire che in campagna elettorale aumenteremo sicuramente i nostri consensi.

     

    MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI

    Certo, la confusione nel Pd è ancora grande. La minoranza ha chiesto una riunione di direzione, ma non l' avrà adesso. Sarà a gennaio, dopo il 20, e lì si parlerà di candidature e deroghe per chi ha già tre legislature alle spalle, non del «caso Etruria». Intanto a Montecitorio, tra i capannelli dei deputati del Pd, si rincorrono le voci più disparate. C' è chi insinua che Boschi alla fine sarà candidata solo in un collegio senza il paracadute del proporzionale. «Che stupidaggine», commenta infastidito Renzi quando gli riportano questa voce.

     

    MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI VICINI VICINI MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI VICINI VICINI

    Sospetti, preoccupazioni, dubbi e timori assillano le donne e gli uomini del Partito democratico. Tanto che una cena di parlamentari per lo scambio di auguri, alla quale ha presenziato Luca Lotti, l' altro ieri sera, in un ristorante dei Parioli, è diventata nell' immaginario di qualche deputato una riunione dei renziani anti-Boschi.

     

    Peccato che a quell' incontro conviviale vi fossero anche esponenti molto vicini alla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, come Franco Vazio (membro della Commissione d' inchiesta sulle banche) e Maria Chiara Gadda. Poco prima della cena si è svolta una riunione con Renzi, Orfini, Fassino, Guerini e Rosato (questi ultimi due hanno poi raggiunto i parlamentari al ristorante) per discutere delle liste collegate al Pd.

     

    maria elena boschi gentiloni renzi maria elena boschi gentiloni renzi

    Nel frattempo, il segretario ha deciso che è giunto il momento di finirla con «i tormentoni» e di concentrarsi sulla campagna elettorale, che sarà «difficile e impegnativa»: «Dobbiamo mettere in campo candidature forti». Renzi non vuole che il 4 marzo si trasformi in un altro 4 dicembre. Per questa ragione ha deciso di cambiare schema di gioco. Il voto non dovrà diventare una sorta di referendum sulla sua persona, come avvenne sulla riforma costituzionale. «Il Pd - ripete quindi il segretario - non è solo Renzi: è anche Gentiloni, Minniti, Delrio, Franceschini e tutti gli altri. Siamo una squadra».

     

    RENZI BOSCHI LOTTI RENZI BOSCHI LOTTI

    Per questo motivo quando in questi giorni si chiede al leader del Partito democratico chi sarà il possibile premier lui fa il nome di Gentiloni e degli altri ministri di spicco e, aggiunge, «en passant», per dirla con parole sue, anche il proprio nome: «Non so chi sarà il prossimo presidente del Consiglio, spero che sia del Pd perché siamo di gran lunga i più credibili».

     

    Per Renzi, da sempre abituato a far la sua partita politica in prima persona e preferibilmente da solo, è una svolta di non poco conto, che è andata maturando negli ultimi tempi e che si è trasformata in un nuovo schema di gioco in vista delle elezioni.

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