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    L’ITALIA NON FA PIU’ GIOCO DI SQUADRA: ZERO MEDAGLIE OLIMPICHE COME NEL 2008 NEGLI SPORT DI SQUADRA, COSÌ MALE SOLO NEL '32 A LOS ANGELES E NEL '72 A MONACO DI BAVIERA. IL MENTAL COACH POPOLIZIO: “RIFLETTIAMO QUELL’EMOTIVITÀ CHE SI MOLTIPLICA NEL GRUPPO E LA TENDENZA NATURALE ALL’INDIVIDUALISMO. QUESTO SI LEGA ANCHE ALLA CONFORMAZIONE GEOGRAFICA CHE FRAMMENTA LE IDENTITÀ” (LE DIFFERENZE CON LA FRANCIA) – MA NEL CALCIO, L’ITALIA E’ RIUSCITA A VINCERE L’EUROPEO, SEPPUR DOPO 53 ANNI…


     
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    Mario Canfora per gazzetta.it

     

     

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    “L’Italia negli sport di squadra è stata disastrosa”: la frase standard nel calderone dei social, sempre puntuali nell’elogiare e - soprattutto - distruggere, è come un manifesto che meriterebbe un approfondimento specifico che non mancherà all’interno delle singole federazioni. Parliamo di Olimpiadi, ovviamente. Perché fortunatamente al di fuori dei cinque cerchi un mese fa nello sport di squadra più famoso e seguito, il calcio, l’Italia era riuscita a vincere l’Europeo, seppur dopo 53 anni.

     

    INASPETTATO

    italvolley juantorena piange italvolley juantorena piange

    Il “disastroso” e diciamo pure totalmente inaspettato flop viene tutto dai Giochi. Schiaffi su schiaffi negli sport di squadra che si erano presentati con le qualificazioni di volley maschile e femminile, pallanuoto maschile, basket maschile, basket 3×3 femminile, softball femminile. Sei squadre, tutte senza mettersi una medaglia al collo. Nessuna di queste ha raggiunto le semifinali e dunque tutte resteranno a secco di medaglie. Era successo solo nel 1932 a Los Angeles (dove c’era solo la pallanuoto) e ai Giochi di Monaco di Baviera del 1972.

     

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    DA ATENE 2004...—   Un tracollo partito da dopo Atene 2004 quando il Setterosa vinse la medaglia d’oro, le Nazionali maschili di basket e volley giunsero in finale, mentre quella di calcio vinse il bronzo. Dal massimo di quella edizione allo zero attuale. Ed è uno zero che non si verificava da Pechino 2008. In generale, dal Dopoguerra in avanti, l’Italia aveva sempre raccolto almeno un 4° posto negli sport di squadra: tutto prima della disastrosa edizione di Tokyo.

     

    PIANO DI LAVORO

      I motivi? Difficile trovare su due piedi una soluzione anche perché ogni federazione ha il suo piano di lavoro e magari il flop di oggi è da mettere in preventivo perché finalizzato alla conquista di una medaglia domani. Certo, la prima risposta che si potrebbe dare è sempre la stessa. Ossia, che i campionati nazionali sono sempre più frequentati da stranieri, ma questo non è certo un problema nato ieri.

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    Oggi, c’è invece da registrare il non essere letteralmente capaci di fare squadra. Nelle gare che contano (come oggi nella pallavolo femminile e nella pallanuoto maschile, o ieri nella pallavolo maschile) non diamo mai l’impressione di essere una vera e propria squadra. Cerchiamo di affidarci alla stella del momento (Egonu nella pallavolo è il caso eclatante) per poi scoprire che nessuno, neppure lei, può vincere le partite da sola. Non abbiamo citato il basket, l’unico team in queste Olimpiadi ad aver dato l’impressione di essere un gruppo coeso e venuto fuori quasi dal nulla, eliminato alla fine dalla più forte Francia, seppur lottando fino alla fine.

     

    L’IDENTITÀ DELL’ITALIANO 

    italvolley eliminata ai quarti a tokyo italvolley eliminata ai quarti a tokyo

     “Il ct della Nazionale di calcio Roberto Mancini ha fatto un capolavoro, ha raggiunto il massimo come carriera di tecnico ma è una eccezione ed è in controtendenza. Ai Giochi andiamo peggio negli sport di squadra perché si riflette l’identità dell’italiano, l’Italia è fatta di tanti individualismi, grandi eccellenze ma non è un Paese di sistema.

     

    Altre nazioni di origine anglosassone, gli stessi tedeschi e francesi, sono tutti Paesi di sistema. Noi riflettiamo nello sport di squadra quell’emotività che si moltiplica nel gruppo e soprattutto riflettiamo la tendenza naturale all’individualismo che continuiamo a coltivare. Lo sport è la faccia di un prisma della società di quel Paese”: questo il pensiero del professor Daniele Popolizio, il mental coach di atleti e sportivi, con oltre 50 ‘vittorie’ internazionali e oltre 200 titoli italiani di varie discipline sportive, presidente del Gruppo Cenpis (associazione scientifica multi-disciplinare di psicologia). “Se una nazione va in un certo modo nello sport, non è casuale, è la punta dell’iceberg di come sta andando il Paese - conclude Popolizio -. Noi abbiamo vinto più medaglie rispetto a Rio e Londra, ma me lo aspetto che dopo due o tre quadrienni olimpici cresciamo un po’. E poi sono aumentate le discipline e la proporzione sale.

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    Noi dobbiamo uscire dagli individualismi, dalle preferenze conoscitive piuttosto che valoriali, intese come bravura. Non è un caso che tradizionalmente vinciamo più nelle discipline individuali che rappresentano la fucina di talenti, non solo nello sport ma in tutti i settori professionali. Dall’arte alla musica, dal cinema allo sport noi abbiamo tante piccole “imprese”, ma i movimenti non ci sono mai. Questo si lega anche alla conformazione geografica. L’Italia è confinata da una grande catena montuosa a nord e divisa da una dorsale appennina che frammenta le identità”.

     

    FRANCIA —   E così, l’Italia piange. Al contrario della Francia che fa sette su otto in semifinale negli sport di squadra: basket maschile e femminile, basket 3x3 femminile (quarto posto), pallavolo maschile, pallamano maschile e femminile, rugby a 7 femminile (ha vinto l’argento). L’unica a non farcela è stata la squadra di calcio maschile.

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