BEPPE GRILLO CON ROBERTA LOMBARDI
Alessandro Trocino per il Corriere della Sera
«Bene così, andate avanti». Beppe Grillo incontra Virginia Raggi ma il suo pubblico incoraggiamento va solo ai consiglieri M5S. Sarà un caso, o la malevolenza dei cronisti, ma è un indizio di quel che risulta in queste settimane nei rapporti tra i 5 Stelle e la sindaca Raggi: una libertà vigilata, con un sostegno gelido, condizionato a qualche risultato evidente che non arriva e al tempo. Dove il tempo, naturalmente, è la sentenza che attende la Raggi e che, in caso di condanna, la porterebbe inevitabilmente all' espulsione dai 5 Stelle.
RAGGI
L' incontro non era programmato. Grillo è andato in Campidoglio, insieme a Casaleggio, alla camera ardente di Paolo Villaggio. A quel punto, avrebbe approfittato dell' occasione per scambiare due chiacchiere con la sindaca. E accertarsi dello stato delle cose. Se Casaleggio, più sensibile alla ragion di Stato, si era mostrato disponibile, Grillo è più freddo (non a caso non ci sono foto, comunicati né notizie sul blog).
Al centro del colloquio alcuni temi che Grillo spera possano dare qualche risultato mediatico tangibile di una svolta per una città che resta abbandonata a se stessa: la chiusura dei campi Rom, i rifiuti e la questione buche, su tutti. La sindaca ha rassicurato Grillo, ma per ora poco o nulla si vede. Unico gesto tangibile in questi giorni, un' ordinanza antialcol sgradita a molti, estesa a tutta la città (tranne Boccea, dove abita la sindaca) e che arriva a estate inoltrata.
beppe grillo
I 5 Stelle vogliono mantenere una distanza di sicurezza dalla sindaca. Controllano i suoi movimenti attraverso Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, che non a caso sono andati a pranzo con Grillo, dopo l' incontro mattutino. E lanciano segnali che la sindaca di certo non ha apprezzato in questi giorni. Il primo è la candidatura di Roberta Lombardi, sua acerrima nemica alla Regione Lazio. Non c' è niente di ufficiale e l' interessata non conferma, ma ormai negli ambienti del Movimento la si dà per scontata e la foto con Grillo, pubblicata ieri, è un altro segnale in questa direzione.
Il secondo è il ritorno in grande stile di Marcello Minenna, docente di Economia, che è stato suo assessore prima di andarsene polemicamente. Qualcuno lo vorrebbe ministro, ma già la presenza di Grillo e Casaleggio al convegno sul debito pubblico europeo con Minenna superstar è stato un messaggio chiaro. Lei ostenta sicurezza. Ai suoi dice: «La Lombardi alla Regione Lazio? Perché no, meglio del Pd».
MINENNA
Intanto il blog pubblica l' esito delle «regionarie» per la Sicilia: sono 62 i candidati. Tra di loro ci sono 12 deputati regionali uscenti: mancano Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, rinviati a giudizio nel processo sulle firme false. Nelle prossime ore avrà luogo invece la votazione tra chi, fra i 62, sarà candidato per la presidenza della Regione. E tra i 62 nomi figura Giancarlo Cancelleri, da tempo considerato il favorito.
2. GRILLO RIABILITA I NEMICI DI RAGGI
Ilario Lombardo per la Stampa
GRILLO
Se stavano cercando un epilogo alla tormentata avventura di Virginia Raggi, i vertici del M5S ne hanno trovato uno che ha il sapore della beffa per la sindaca.
In meno di 48 ore Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno riabilitato i due principali avversari interni di Raggi. Il primo, Marcello Minenna, celebrato con grandi cerimonie di stima e amicizia durante il convegno del M5S alla Camera sul debito pubblico in Europa, fino allo scorso 31 agosto per Raggi era stato il temuto assessore al Bilancio.
Un' ombra troppo ingombrante, al punto che quando Minenna decise di dimettersi, dopo il siluramento indotto dell' ex capo di gabinetto Carla Raineri, Raggi e i suoi sodali Salvatore Romeo, Raffaele Marra e Daniele Frongia festeggiarono in chat con trombette e faccine.
VIRGINIA RAGGI
L' altro nome che punge come una spina sulle ferite ancora aperte per Raggi è Roberta Lombardi, eterna rivale dentro il M5S romano, da sempre voce critica e ascoltata al di fuori del bunker autoreferenziale che la sindaca si era creata con i fedelissimi. Com' è noto, Lombardi ha deciso di correre per la Regione Lazio.
Una scelta che già aveva incupito pubblicamente il volto di Raggi, ben prima che la candidatura ricevesse la benedizione di Grillo e Casaleggio. Il selfie di Lombardi con il comico, coronato dalla citazione di Goethe sull' audacia, dopo mesi di silenzi tra i due, è stata la mazzata finale.
«S t iamo solo riassestando quegli squilibri nel Movimento che duravano da troppo» prova a sminuire la faccenda un deputato vicino a Luigi Di Maio che chiede l' anonimato: «È logico che dovevamo recuperare uno come Minenna che per noi rappresenta un punto di forza».
GRILLO CASALEGGIO
Parole pronunciate poco dopo la visita lampo, ieri, di Grillo a Raggi (di «incoraggiamento alla squadra» dicono dal M5S) e il pranzo con i due deputati-tutor Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, pranzo in cui le principali portate sono state la questione Roma, l' immobilismo percepito, il piano sui campi rom e l' assessorato alle Partecipate che andrà in liquidazione quando il suo titolare, Massimo Colomban, lascerà il posto.
Dopo l' addio al Campidoglio Minenna ha continuato a orbitare attorno al M5S. A Ivrea, alla kermesse di Casaleggio Jr in ricordo del padre, era seduto in platea. Poi, a poco a poco dalla platea ha riconquistato il palco.
La fotografia di Di Maio che al convegno di lunedì lo accoglie con un gran sorriso racconta quante cose sono cambiate in questi mesi. Nei convulsi giorni di settembre in cui Raggi si liberò di Minenna, Di Maio fu accusato di aver spalleggiato la strategia della sindaca. Oggi l' economista è tra i papabili per un posto nel suo governo.
Per quanto riguarda la Lombardi, le incomprensioni con Grillo sembrano acqua passata.
La deputata ha espresso il desiderio di far e il suo secondo e ultimo mandato in regione Lazio, dove potrebbe coltivare il potere che in questi anni si è costruita su Roma, seguendo più da vicino i problemi della Capitale.
Per Raggi ritrovarsela in Regione sarebbe un incubo e lo ha chiaramente detto ad alcuni suoi consiglieri. Lo dimostra la reazione gelida del vicepresidente dell' assemblea capitolina, Enrico Stefàno, non proprio un amico di Lombardi: «Una notizia che mi lascia indifferente. Mica posso impedirle di candidarsi. E comunque rispetto a Zingaretti è un passo avanti».
beppe grillo