Marco Antonellis per Dagospia
alessandro di battista virginia raggi
Mentre nel PD sono tutti in attesa di capire se nei prossimi giorni Maurizio Martina darà effettivamente le dimissioni come preannunciato, dimissioni attesa soprattutto da Marco Minniti per prendere la definitiva decisione riguardo l'eventuale sua discesa in campo, si attende con ansia anche la data del prossimo 10 novembre per capire che ne sarà del futuro politico della sindaca di Roma, Virginia Raggi: se condannata si dimetterà oppure proseguirà il proprio mandato magari senza simbolo? La decisione avrà ripercussioni dirette sui 5Stelle ma anche su Forza Italia.
Perché nel Movimento c'è chi spera di "sbarazzarsi" dell'ingombrante presenza di Alessandro Di Battista facendolo correre per la poltrona di sindaco di Roma. Un modo come un altro per toglierlo da incarichi molto più prestigiosi. Anche se fonti del Movimento spiegano che "Alessandro sa benissimo che se saprà aspettare presto potrebbe avere una grossa opportunità nazionale e non si lascerà certo tentare dalle sirene del Campidoglio". Insomma, la battaglia per il futuro vertice del MoVimento 5 Stelle che prevede una corsa a tre tra Di Battista, Fico e Di Maio non perderà di certo uno dei suoi concorrenti più accreditati diversamente da quanto sperano alcuni dalle parti di Palazzo Chigi.
fico di maio
Ma la data del 10 novembre potrebbe essere fondamentale anche per Forza Italia, partito in grandissima difficoltà. Tra i nomi che si fanno in queste ore come possibile candidato per la futura poltrona di sindaco di Roma c'è anche quello di Antonio Tajani, l'attuale Vicepresidente del partito. Ma si tratterebbe di un vero e proprio "promoveatur ut amoveatur", la qual cosa, si dice nel partito, non dispiacerebbe nemmeno a Silvio Berlusconi che a quel punto potrebbe tentare una nuova ripartenza con nomi e volti nuovi: una delle maggiori lamentele che il Cavaliere fa in queste ore ai suoi parlamentari "è che in televisione vanno sempre gli stessi e diamo sempre l'immagine di un partito vecchio" spiegano dal partito azzurro.
GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E TAJANI
Insomma, convincere Tajani a candidarsi a Roma significherebbe azzerare i vertici attuali di partito per tentare un estremo rilancio in vista delle europee. Altro nome nobile, nel vero senso della parola, che qualcuno vorrebbe interessato alla partita capitolina è quello di Paolo Gentiloni. In realtà il conte Paolo, che nei giorni scorsi ha fatto di tutto ma proprio di tutto (però senza successo) per tentare di dissuadere Marco Minniti dal candidarsi contro Nicola Zingaretti, ha ambizioni ben più alte e importanti della poltrona del Campidoglio: chi lo conosce bene giura che il vero sogno di Gentiloni sia quello di fare il Capo dello Stato post-Mattarella.
zingaretti ascolta l intervento di gentiloni
Soprattutto se quando lo si dovrà eleggere, cioè nel 2022, il paese sarà governato da una maggioranza PD-5Stelle. Insomma, i grillini siederebbero a Palazzo Chigi e al PD andrebbe il Quirinale. Ambizione condivisa anche da Valter Veltroni.
veltroni gentiloni nicola zingaretti paolo gentiloni