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    CARTA STRACCIA - IL “GUARDIAN” METTE IN VENDITA “L'OBSERVER”, “IL PIÙ ANTICO GIORNALE DOMENICALE DEL MONDO” - IL SETTIMANALE ERA STATO COMPRATO 30 ANNI FA DAL GRUPPO EDITORIALE GMG, CHE ORA CEDE ANCHE “TORTOISE MEDIA”, SITO ACQUISITO NEL 2019 -  È L'ENNESIMO PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE E RIDIMENSIONAMENTO NEL SETTORE DEI GIORNALI BRITANNICI: DI RECENTE, SONO STATI MESSI IN VENDITA PER DEBITI IL “TELEGRAPH” E IL “SUNDAY TELEGRAH”...


     
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    sede di londra del guardian e dell observer sede di londra del guardian e dell observer

    (ANSA) - Il Guardian ha formalizzato la decisione di mettere in vendita l'Observer, sua edizione della domenica dalla metà degli anni '90, nonché storica testata che si fregia del titolo di "più antico giornale domenicale del mondo". L'annuncio è stato fatto dal gruppo editoriale omonimo Gmg (Guardian Media Group) che ne aveva acquisito la proprietà circa 30 anni orsono, unificando due delle testate-simbolo del giornalismo d'opinione britannico d'impronta progressista o liberal.

     

    Spinto dalla complessiva crisi dei media tradizionali, il gruppo che edita il Guardian - giornale già ampiamente rafforzato negli anni nella dimensione online rispetto a quella cartacea e pioniere di progetti d'internazionalizzazione sfociati nella creazione di un'edizione Usa parallela a quella britannica - ha annunciato inoltre l'intenzione di cedere Tortoise Media, sito internet d'informazione e approfondimenti d'attualità acquisito nel 2019.

     

    THE OBSERVER THE OBSERVER

    Non sono state indicate per ora le cifre potenziali che si conta d'incassare dalla doppia cessione, né ipotetici acquirenti. Si tratta dell'ennesimo progetto di ristrutturazione e ridimensionamento nel settore dei giornali britannici (soggetti a una crisi di tirature comune a tutto il mercato globale del cartaceo, seppure con numeri di lettori tuttora decisamente superiori e più resistenti rispetto ad altri Paesi, Italia inclusa).

     

    Preceduto già diversi anni fa da operazioni come il passaggio del Times e del Sunday Times sotto il controllo del colosso mediatico che fa capo allo squalo australiano Rupert Murdoch; o, più di recente, dall'annuncio della vendita per debiti del Telegraph e del Sunday Telegrah (corrispettivi del Guardian d'orientamento conservatore), messi sul mercato assieme al settimanale Spectator dalla proprietà di famiglia dei fratelli Barclay, miliardari britannici entrati nel mondo dell'editoria una trentina di anni fa, e presi poi di mira da cordate comprendenti investitori stranieri quali il fondo d'investimento americano RedBird Capital.

    Il Times Il Times

     

    L'annuncio è stato ripreso dal sito dello stesso Guardian, che precisa come "negoziati formali" per la cessione "potenziale" dell'Observer siano in corso con Tortoise Media: sul piatto c'è al momento "un'offerta sufficientemente importante" da meritare di essere valutata per "preservare il futuro" della testata principale del gruppo, ossia il Guardian L'obiettivo dichiarato da Anne Bateson, direttrice generale di Gmg, è quello di snellire l'azienda per "concentrarsi su una strategia di crescita" mirata a far diventare il Guardian "ancora più internazionale, più digitale e sempre più finanziato dai suoi lettori". Fondato nel lontano 1791, The Observer era stato acquisito e accorpato a The Guardian come suo supplemento domenicale nel 1993.

     

    L articolo di Nouriel Roubini sull intelligenza artificiale - The Guardian L articolo di Nouriel Roubini sull intelligenza artificiale - The Guardian

    Mentre Tortoise Media è una pubblicazione digitale creata 5 anni fa da un ex giornalista di primo piano della Bbc e da un ex ambasciatore statunitense nel Regno Unito. Proprio oggi Gmg ha reso noti i suoi dati d'esercizio annuali, indicando una crescita dell'8% (fino a 88,2 milioni di sterline, oltre 100 milioni di euro) delle entrate garantite dai lettori paganti dell'edizione online, per il 56% non britannici; ma anche un calo del fatturato complessivo del 2,5%, fino a 257,8 milioni di sterline, le cui cause sono attribuite a "un rallentamento del mercato pubblicitario e alle pressioni strutturali che ormai pesano sulla stampa cartacea".

    berlusconi the guardian berlusconi the guardian

     

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