Massimo Gaggi per il ''Corriere della Sera''
DONALD TRUMP MITCH MCCONNELL
Dal cellulare e dal pc mi arrivano, come a decine di milioni di altri americani che lo seguono sui suoi siti, le martellanti richieste di Donald Trump di contribuire generosamente alla raccolta di fondi per sostenere le spese legali dei ricorsi per contestazioni e riconteggi dei voti negli Stati nei quali il presidente è stato sconfitto sul filo di lana da Joe Biden. Quella di tentare di impedire che la guida del Paese passi a un democratico dovrebbe essere una battaglia di tutti i repubblicani.
Mentre la Casa Bianca è in piena tempesta e la campagna di Trump manda a Filadelfia una task force - figlio e cognata del presidente, Rudy Giuliani e il consigliere «mastino» Corey Lewandowski - per sorvegliare uno scrutinio che potrebbe rendere certa la sconfitta di The Donald, Mitch McConnell si preoccupa di tutt' altro. Sollevato dalla sua riconferma nel seggio senatoriale del Kentucky e dalla tenuta dei repubblicani che non hanno perso il controllo del Senato, il leader della Camera Alta già ragiona sul varo di un pacchetto di sostegni economici per contrastare la crisi indotta dal coronavirus.
Eric, il figlio di Trump, si infuria: «Repubblicani, mostrate la spina dorsale contro questa frode. Se vi comportate da pecore gli elettori vi puniranno». E mentre alla Casa Bianca i consiglieri di Trump cominciano a parlare di una possibile sua ricandidatura nel 2024 - già battezzata resurrection run - qualora il presidente fosse costretto a lasciare l'incarico, un partito risollevato comincia a chiedersi se non ci sia qualche alternativa a un futuro con mani e piedi legati ai destini dell'attuale leader.
rudy giuliani con eric trump e la moglie
La battaglia legale per sbarrare la strada a Biden viene combattuta soprattutto dalla campagna di Trump. Ma la ricerca affannosa di fondi sembra indicare che il contributo finanziario del Rnc, l'organizzazione dei repubblicani, è limitato. Trump rimane il leader assoluto: in questi quattro anni ha demolito il vecchio establishment repubblicano e dato spazio a una nuova leva di politici seguaci del suo verbo populista e sovranista. Ma alcuni esponenti della vecchia guardia sono sopravvissuti, come McConnell: un «notabile» del Sud che si è messo sulla scia di Trump ma probabilmente non lo ama, visto che all'inzio del suo mandato il presidente aveva tentato senza successo di defenestrarlo.
Trump rimane, insomma, il leader di gran lunga più influente del partito, ma c'è chi si comincia a chiedere se va seguito anche in una scelta estrema come quella di ricandidarsi nel 2024. La Costituzione non lo vieta, ma l'unico precedente risale a oltre un secolo fa: Grover Cleveland nel 1892. Fin qui i parlamentari del Grand Old Party hanno seguito Trump perché non potevano rinunciare al traino del suo elettorato entusiasta.
eric and lara trump
Ma i risultati dell'Election Day indicano che il partito è andato meglio del suo leader, conquistando agevolmente maggioranze locali anche in Stati come Michigan, Wisconsin e Pennsylvania che Trump ha perso o nei quali sta combattendo fino all'ultimo voto.