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    IL LEONE E' SEMPRE PIU' INTERNAZIONALE - I FONDI ESTERI, CON IL 15,28%, DIVENTANO I PRIMI SOCI DELLE GENERALI DAVANTI A MEDIOBANCA. E ORA CHE CONTANO DI PIU' CHIEDONO ALL'AD GRECO DI FARE "CHIAREZZA ED ESSERE TRASPARENTI SUL PASSATO"


     
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    Francesco Spini per "La Stampa"

    mario grecomario greco

    La società deve fare più utili e li farà già nel 2014 e negli anni successivi», assicura l'ad di Generali, Mario Greco, nel corso dell'assemblea che tocca il record storico per presenza di investitori istituzionali esteri. Nel complesso sono il primo socio del Leone. Riuniscono il 15,28% del capitale, il 66% in più rispetto al 9,2% del 2012, l'ultima assemblea dell'era Perissinotto. Invariati i soci maggiori: anche il Fondo Strategico di Cdp resta, almeno formalmente, al 4,48%, segno che l'alleggerimento in corso non traspare anche per l'uso di strumenti quali la vendita a termine.

    Ai soci che approvano i conti 2013, Greco spiega che Trieste conta «di raggiungere gli obiettivi prima del tempo e quindi di rivedere la politica dei dividendi in senso migliorativo per gli azionisti». Il presidente Gabriele Galateri ricorda l'importanza che ha avuto il rinnovamento della governance attuato «con la decisa spinta di Mediobanca guidata da Alberto Nagel» e di soci quali «Caltagirone, DeAgostini e Del Vecchio».

    GeneraliGenerali

    E ora che i fondi contano di più, da un lato esprimono il sostegno al nuovo corso che lascia alle spalle gli sperperi con «soldi distribuiti ad amici e sodali» del capitalismo di relazione («dottor Greco, continui su questa strada, non si faccia intimidire: è il mercato che glielo chiede...», dice Arturo Albano che, tramite Talete rappresenta lo 0,5% di fondi esteri, tra cui a quanto sembra Amber) dall'altro chiedono anche di «fare chiarezza sul passato» con «la maggior trasparenza possibile». Il riferimento è agli «investimenti alternativi» per cui il Leone aveva iscritto a bilancio 234 milioni di perdite.

    I fondi chiedono lumi sui rapporti con una delle controparti, la veneta Finint contro cui il Leone non ha intrapreso azioni legali e con cui, spiega Greco, ha «rapporti complessivi» per circa 200 milioni. Con Veneto Banca, invece, l'esposizione è di 300 milioni. Entra nel vivo anche la causa di lavoro contro l'ex ad Perissinotto e l'ex dg Agrusti: la prossima udienza è fissata per il 29 maggio.

     

    Giovanni PerissinottoGiovanni Perissinotto AGRUSTIAGRUSTI
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