Lettera di Roberta Lombardi pubblicata da “La Stampa”
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Sin dalla sua nascita, il Movimento 5 Stelle si è distinto per la sua visione della politica come servizio civile, non come professione. Il nostro impegno è sempre stato volto a valorizzare l'idea che chi entra nelle istituzioni, soprattutto quelle più alte come il Parlamento, lo fa per servire la comunità, non per fare carriera politica.
Le competenze acquisite durante questo percorso, pur preziose – e lo dico per esperienza personale – possono e devono essere messe a frutto in altri ruoli, non necessariamente elettivi. È il metodo nel condurre processi e strategie ad essere un patrimonio, non certo la conoscenza di una singola norma regolamentare. Altrettanto prezioso è aver imparato a condurre una negoziazione o a trasformare un'idea in realtà. Questo bagaglio di esperienze è spendibile per sé e per la propria comunità in qualsiasi ambito: sociale, manageriale, professionale, didattico e oltre.
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D'altra parte, dobbiamo ammettere con franchezza che non tutti coloro che hanno vissuto l'esperienza parlamentare attraverso il sistema delle parlamentarie sulla piattaforma si possono definire «statisti imperdibili». Questo metodo ha dimostrato i suoi limiti a tutti i livelli istituzionali, ed è una riflessione che dobbiamo fare onestamente. Alcuni colleghi, passati e attuali, pur essendo persone perbene, non lasceranno un segno indelebile nella storia del paese. Ed è normale che sia così. Pensare che una volta entrati nelle istituzioni si debba rimanere incastrati in esse mi sembra anche dannoso.
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Allo stesso tempo, non possiamo ignorare l'importanza della figura di Giuseppe Conte, non solo per il Movimento, che lo ha scoperto e lanciato, ma per l'intero Paese. È stato il premier che ha gestito con fermezza e solidità sia la pandemia che la ripresa post-pandemica, lasciando un segno indelebile nella storia recente dell'Italia. È quindi del tutto legittimo che voglia proseguire questo cammino, fondando un partito che meglio rispecchi la sua visione politica e dia continuità alla sua esperienza di governo.
Già con le modalità di indizione dell'Assemblea Costituente, Conte sta delineando una propria visione personale. La scelta di non precostituire un ordine del giorno preciso, limitandosi a lasciar emergere le tesi senza indicare gli argomenti di discussione – discussione che deve essere libera nei contenuti ma definita nei titoli – è una chiara espressione del suo approccio: potendo discutere su tutto, di fatto si porta a far nascere qualcosa di nuovo.
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Un processo simile lo provammo in parte già con i passati stati generali, in cui fui io stessa a collazionare e sistemizzare i contributi emersi dalle assemblee regionali, positivamente condotte con il metodo insegnatoci dalla società Avventura Urbana. Ma ciò che venne messo al voto finale degli iscritti fu scelto tenendo sempre a mente i tre principi cardine: nome del Movimento 5 Stelle, simbolo e principio inderogabile del limite dei due mandati. Per il resto, tutto quanto venne deciso attende ancora la sua concretizzazione.
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Tornando ad oggi, è naturale che siamo giunti a un bivio. Conte proseguirà il suo percorso con il suo partito e il suo gruppo di persone, mentre Beppe Grillo dovrà proteggere l'idea originale del Movimento 5 Stelle, sua e di Gianroberto Casaleggio, che tanti di noi hanno abbracciato con convinzione. Non possiamo tradire i cardini di questa visione politica, che ha sempre puntato su un cambiamento radicale, distante dalla vecchia politica e dai suoi vizi.
In fondo, sapevamo che il Movimento 5 Stelle era un progetto «biodegradabile». È giunto il momento di accettare la sua dissoluzione e, per chi ancora come me si identifica in quei valori, tornare a fare politica nella quotidianità, attraverso movimenti d'opinione, come consumatori attenti, come parte di una "lobby virtuosa". Dobbiamo continuare a incidere sul cambiamento, ma con strumenti nuovi, rimanendo fedeli a quegli ideali che ci hanno portato fin qui.
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Quindi buon viaggio, Presidente Conte, con la tua nuova creatura politica.E grazie Beppe Grillo, per averci portato fin qui e per permetterci di rimanere fedeli a noi stessi. Un pensiero sempre a Gianroberto.
GIUSEPPE CONTE INCONTRA BEPPE GRILLO
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