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    IL M5S SU TIM CAMBIA CAVALLO? FLIRTA CON VIVENDI PER FAR DISPETTO A BERLUSCONI E INDEBOLIRE LO STRARIPANTE SALVINI - L'INCONTRO TRA DE PUYFONTAINE E CONTE A BISCEGLIE, CON IL PREMIER CHE PROMETTE DI STUDIARE IL DOSSIER: SE I FRANCESI RIPRENDONO IL CONTROLLO DELLA SOCIETÀ, POTREBBERO TORNARE ALL'ASSALTO DI MEDIASET, MA SILVIO VUOLE VENDERE ALLE SUE CONDIZIONI (E OGGI NON CI SONO)


     
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    Estratto dall'articolo di Marco Palombi per ''il Fatto Quotidiano''

     

    Silvio Berlusconi da qualche giorno spera che la parola di Matteo Salvini sia salda come l' interessato promette: il leader della Lega dovrà infatti garantire, oltre all' unità del centrodestra alle prossime Regionali, pure la tenuta del pericolante accordone su cui è nata la cosiddetta Terza Repubblica, cioè il favore fatto al fu Caimano grazie all' ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Telecom e l' alleanza della società del Tesoro col fondo Elliott in funzione anti-francese.

    GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE

     

    A Palazzo Chigi regnava ancora, si era ad aprile, Paolo Gentiloni (col dante causa Matteo Renzi), ma Carroccio e Cinque Stelle diedero la loro interessata benedizione a un' operazione che, in sostanza, garantiva il mantenimento dello status quo televisivo fondamentale per Berlusconi: bloccata Vivendi - che al momento non controlla più la società telefonica e non sa che farsene del suo 20% in Mediaset - va però ancora garantito che le quote pubblicitarie che fanno ricca Cologno Monzese non siano toccate per qualche tempo né per via legislativa, né con una politica aggressiva della Rai.

     

    Solo così Berlusconi potrà fare quel che deve per salvare l' impero di famiglia: cedere l' azienda o, meglio, fonderla in una media company ad ampio spettro (cinema, tv, musica, società di comunicazione, internet, telefonia), ma al prezzo che deciderà lui.

     

    A suo tempo fu proprio il prezzo, com' è noto, a bloccare l' accordo tra l' ex premier e la Vivendi di Vincent Bolloré.

    bollore de puyfontaine bollore de puyfontaine

    Per salvare questo equilibrio così delicato, l' uomo di Arcore s' era prima acconciato a dare il placet al governo gialloverde e ora il via libera a Marcello Foa a presidente della Rai dopo averlo bocciato (oggi in Vigilanza dovrebbe ripartire il processo di nomina).

     

    Adesso, però, ha un problema grosso: i 5 Stelle stanno pensando di cambiare cavallo, un po' perché hanno capito che così finiscono per fare il reggimoccolo al duo Matteo&Silvio, un po' per avere uno strumento di pressione sulla Lega che trionfa nei sondaggi.

     

    Le preoccupazioni di Berlusconi hanno iniziato a prendere corpo in un momento preciso e in un luogo preciso: sabato scorso, infatti, il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e l' amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, si sono incontrati a Bisceglie, vicino Bari, per il convegno DigithOn. Organizzatore dell' evento, peraltro, è Francesco Boccia, deputato della minoranza Pd, particolare anch' esso assai preoccupante per la casa di Arcore: i dem di Matteo Renzi - che Pier Silvio Berlusconi vorrebbe tanto vedere in onda su Mediaset - sono stati parte dell' accordone, ma la presa di Renzi sul partito è tutta da verificare al congresso.

    CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI

     

    Che cosa si sono detti, dunque, de Puyfontaine e i suoi nuovi amici a Cinque Stelle (il manager ha avuto uno scambio a quattr' occhi con Conte)?

    Il manager ha tentato di convincere il premier e Di Maio che Vivendi è in Italia per restare e su basi di parità: "Crediamo nell' Italia che per noi resta un investimento di lungo termine." In pratica significherà creare un' articolazione societaria italiana (Vivendi Italia) e probabilmente investire maggiormente nella Universal Music a Milano.

     

    E poi c' è Sparkle, la società dei cavi sottomarini di proprietà di Tim, l' amo che de Puyfontaine ha lanciato dal palco delle Vecchie Segherie di Bisceglie in direzione dei grillini: "Sono d' accordo con Di Maio: non credo che vada venduta, è strategica per l' Italia". E invece Elliott, portata al comando con lo spericolato ingresso nel capitale di Cdp, la vuole vendere, come ha recentemente ribadito il presidente Fulvio Conti: d' altronde Elliott è un fondo speculativo che vede calare da settimane il prezzo delle azioni Tim (da inizio 2018 hanno perso il 25%, da aprile il 40%) e pretende di migliorare i conti subito, magari in attesa di uscire e dare l' assalto a un pezzo di Mediobanca, come ha scritto Il Fatto.

    paul singer paul singer

     

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