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    IL PROCURATORE DI AFFARI (PER SÉ) - IL MACEDONE FALI RAMADANI, AGENTE DEI CALCIATORI, È ACCUSATO DI AVER SOTTRATTO AL FISCO ITALIANO 70 MILIONI DI EURO NON PAGANDO LE TASSE SUI CONTRATTI DI COMPRAVENDITA O RINNOVO DEI GIOCATORI, TRATTATI ASSIEME AL PROCURATORE SPORTIVO PIETRO CHIODI, CONSIDERATO DAGLI INVESTIGATORI UN PRESTANOME - I NOMI AL CENTRO DELL'INCHIESTA SONO QUELLI DI CHIESA, KOULIBALY, SARRI E NON SOLO…


     
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    Federico Strumolo per “Libero Quotidiano

     

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    Attaccati, invidiati, spesso sopra le righe, per tutti il lato oscuro del calciomercato. Insomma, i procuratori sportivi non sono mai stati i migliori amici dei tifosi, figuriamoci delle società.

     

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    Ma adesso uno degli agenti più potenti del mondo, il macedone Fali Ramadani, si trova sotto l'occhio del ciclone per aver svolto attività economiche in territorio nazionale, sottraendo i proventi all'imposizione tributaria.

     

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    In sostanza, Ramadani sarebbe riuscito a non dichiarare nulla al Fisco italiano sulle cifre incassate per le mediazioni nelle compravendite in Italia, facendo invece transitare i suoi compensi su una rete di società estere.

     

    E, secondo i pm, potrebbe arrivare addirittura a 70 milioni di euro l'evasione fiscale derivata dai compensi sui contratti di compravendita, o rinnovo dei giocatori, trattati dal super agente, insieme al procuratore sportivo italiano Pietro Chiodi, ritenuto dagli investigatori un prestanome.

     

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    CHE NUMERI

    Almeno questo è quello che si evincerebbe dall'inchiesta della Procura di Milano sulle presunte irregolarità negli affari dell'agente nato nel 1963 a Tetovo, al quale sarebbero contestati anche i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.

     

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    La somma in questione, di 70 milioni, è frutto di una stima basata sull'incredibile valore del parco atleti gestito da Ramadani, con giocatori come lo juventino Federico Chiesa, o il napoletano Kalidou Koulibaly, o ancora l'allenatore della Lazio Maurizio Sarri, che sfiora i 770 milioni di euro.

     

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    Da quanto si apprende, la Guardia di Finanza avrebbe trovato sui conti correnti del procuratore macedone più di 7 milioni di euro versati da squadre italiane come commissioni per la compravendita di giocatori e allenatori, oltre ad altri 25 milioni provenienti da club stranieri, in particolare della Liga spagnola (nel mirino, ad esempio, ci sarebbe l'operazione che ha portato Miralem Pjanic dalla Juventus al Barcellona nell'estate del 2020).

     

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    Si presume, però, che Ramadani abbia nascosto al Fisco italiano, appunto, molto di più, attraverso l'omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi del 2018 e del 2019.

     

    LE BIG E NON SOLO

    Una vicenda che, ovviamente, non può che toccare anche i club coinvolti nelle operazioni, che, nel dettaglio, sono Cagliari, Fiorentina, Frosinone, Inter, Juventus, Milan, Napoli, Roma, Spal, Torino e Verona.

     

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    Negli ultimi due giorni i militari si sono presentati nelle sedi degli undici club per acquisire materiale e documentazione relativa ai contratti conclusi da Ramadani (inclusi gli scambi di email tra dirigenti e procuratore), seppure le società non risultino indagate.

     

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    A oggi è difficile ipotizzare se, o quanto, possano rischiare i club di serie A. Quel che è certo, però, è che il caso Ramadani rappresenta solo l'ultimo scandalo riguardante un sistema, quello del calciomercato, che scricchiola ogni giorno di più.

     

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