1 – ARRESTO MESSINA DENARO, IL CACCIATORE DI MAFIOSI ALFONSO SABELLA A 'I LUNATICI': NON ERA IL CAPO DI COSA NOSTRA.
Da “I Lunatici” di Rai Radio2
alfonso sabella
Il dott. Alfonso Sabella è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 (anche sul canale 202 del digitale terrestre) nel corso del format "I Lunatici", il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 tra l'una e un quarto e le due e trenta circa. C
Il magistrato, già sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo, autore del libro 'Cacciatore di mafiosi', che ha ispirato anche una fiction di Rai 2 con Francesco Montanari, durante gli anni trascorsi alla procura antimafia di Palermo fu tra gli artefici dell'arresto di mafiosi tra cui i latitanti Leoluca Bagarella, Giovanni ed Enzo Brusca, Pietro Aglieri, Nino Mangano, Vito Vitale, Mico Farinella, Cosimo Lo Nigro, Carlo Greco e Pasquale Cuntrera.
MATTEO MESSINA DENARO DOPO L ARRESTO
Così ha commentato la cattura di Matteo Messina Denaro: "Il suo arresto è una notizia di portata storica. Viene catturato l'ultimo esponente di quella strategia stragista corleonese che aveva devastato il nostro Paese agli inizi degli anni novanta. Io ne ho arrestati tanti, tantissimi, e Matteo era l'ultimo. Ci sono voluti trent'anni per prenderlo, ma lo Stato ha vinto.
Cancelliamo per sempre la strategia dei corleonesi che avevano sfidato lo Stato e dall'altro lato abbiamo tolto un importante esponente di Cosa Nostra dalla circolazione. I corleonesi hanno smesso di esistere nel 14 aprile del 1998 quando abbiamo arrestato Vito Vitale. Lavorando su Brusca, Bagarella e gli altri il nome di Matteo Messina Denaro è venuto tante volte alla mia attenzione. Ma il territorio del trapanese era seguito da altri, non ho mai fatto indagini su Matteo Messina Denaro".
matteo messina denaro 2
L'identikit del mafioso Messina Denaro: "Dobbiamo distinguere due fasi. Da giovane era amante delle donne, i miei colleghi hanno seguito anche qualche sua fidanzata, una era austriaca. La seconda fase della sua latitanza è quando rimane l'ultimo dei corleonesi, non è più un ragazzino scapestrato, il padre muore, lui assume altre responsabilità. Là si trasforma in un soggetto simile a Provenzano. Molto riservato, molto meno scapestrato".
Cosa accade ora dentro Cosa Nostra: "Costa Nostra ci ha abituato ad avere una grande capacità di adattamento. Sa assorbire tanti colpi. Anche se è sempre meno pericolosa. Non è più l'organizzazione criminale più pericolosa del mondo, come era ad inizio anni '90. Ora è una delle mafie del nostro Paese, probabilmente la terza. Sicuramente è più pericolosa la 'ndrangheta e forse anche la Camorra.
alfonso sabella
L'arresto di Matteo Messina Denaro le toglie l'uomo dal maggiore prestigio criminale, forse non il capo. Io credo che dopo la vicenda dello strapotere dei corleonesi i palermitani abbiano preteso il potere dentro Cosa Nostra e lo abbiano ottenuto. Il potere di Cosa Nostra è tornato a Palermo. E' normale ritenere che al vertice della commissione di Cosa Nostra ci siano i palermitani in questo momento.
Oggi Cosa Nostra non ha la forza militare di porre una sfida allo Stato. Cosa Nostra convive con lo Stato, in modo meno eclatante, meno pericoloso, Cosa Nostra non è più al centro del mercato degli stupefacenti, ha ritenuto che è più comodo convivere con lo Stato, oppure comprarselo, corromperlo, ma nel patrimonio genetico di Cosa Nostra lo stragismo e la violenza ci sono sempre. Non dobbiamo dimenticarcene".
alfonso sabella cacciatore di mafiosi
Ancora Sabella: "La notizia più bella, ancora più dell'arresto di Matteo Messina Denaro, è quella dell'applauso dei palermitani presenti rivolto alle forze di polizia. Combattere alla mafia con la sola repressione non basta. Servono altri strumenti. Bisogna parlare di legalità. Di diritti. Il lavoro è ancora molto lungo in questo Paese e non può non passare da un contrasto serio alla corruzione, cosa che i nostri politici sottovalutano".
2 – IL MAGISTRATO AYALA AD INTERRIS.IT: "QUANDO HO SAPUTO DELL'ARRESTO DI MESSINA DENARO HO PENSATO A FALCONE E BORSELLINO
Estratto dell'articolo da Interris.it
arresto di matteo messina denaro 1
[…] Interris.it, in merito all’importanza di questo evento nella lotta alla mafia, ha intervistato il dottor Giuseppe Maria Ayala, magistrato, collega e amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – che ha scritto alcune delle pagine più importanti e memorabili del contrasto alla criminalità di tipo mafioso, tra cui il maxiprocesso di Palermo che ha segnato un momento di fondamentale importanza nell’affermazione della legalità nel contrasto al fenomeno mafioso.
È stato senatore e membro della Commissione Giustizia nonché Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia dal 1996 al 2000. Attualmente è vicepresidente della Fondazione Falcone che, attraverso la cultura e la divulgazione nelle scuole, opera per contrastare il fenomeno mafioso e diffondere la cultura della legalità.
giuseppe ayala
Che cosa rappresenta l’arresto di Matteo Messina Denaro nella lotta alla mafia?
“E’ un grande successo dello Stato. Segna la chiusura di una stagione tremenda perché, Messina Denaro, era l’ultimo del cosiddetto “gruppo dei corleonesi” anche se lui è della provincia di Trapani ma, dal punto di vista della storia della mafia, era l’ultimo esponente purtroppo ancora in libertà, ma finalmente oggi non lo è più, della fase stragista che ha caratterizzato gli anni ’80 e il ’92 – ’93, con l’uccisione dei miei colleghi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e con le stragi di Firenze, Milano e Roma.
Si chiude definitivamente quella stagione di cui lui era l’ultimo esponente. Non dobbiamo pensare che abbiamo sconfitto la mafia però, tale fatto, rappresenta la conferma che la mafia è in grande difficoltà. L’azione dello Stato deve continuare e cercare finalmente di sconfiggere questo fenomeno.”
A distanza di trent’anni dall’arresto di Toto Riina che significato assume oggi l’arresto di Matteo Messina Denaro?
arresto di matteo messina denaro 2
“E’ la conferma della chiusura della stagione più tragica della lunga storia di Cosa Nostra. Quella dell’uccisione di molti servitori dello Stato che avevano il solo torto di aver fatto il proprio dovere. Addirittura, nelle stragi del ’93, sono morte persone che non c’entravano niente con la mafia. Quindi, si conclude una stagione drammatica e sanguinaria, la peggiore che si possa immaginare. La cattura di Messina Denaro la chiude emblematicamente, perché essa si era chiusa precedentemente. Tale cattura è la conferma finale di questo”.
Che messaggio ideale si sente di lanciare a tutti coloro che hanno combattuto contro la mafia in questi trent’anni? Cosa direbbe oggi a Falcone e Borsellino?
giuseppe ayala giovanni falcone
“Ho saputo della notizia dell’arresto da un mio amico che l’ha appresa mentre ero ancora a letto e mi ha telefonato. Le prime persone a cui ho pensato in quel momento sono state proprio Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che hanno dato la vita, ma sono stati i protagonisti di una grande svolta nella risposta giudiziaria dello Stato al tremendo fenomeno di Cosa Nostra. L’entusiasmo che mi ha provocato la notizia di questa cattura è stato un po’ offuscato dalla tristezza nel pensiero a questi due grandi personaggi della storia del nostro Paese.”
Cosa vorrebbe dire in riguardo alla lotta alla mafia ai giovani che si apprestano ad entrare nell’età adulta?
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“Indegnamente sono vicepresidente della Fondazione Falcone e, come impegno fondamentale, abbiamo l’obiettivo di andare in tutte le scuole e università d’Italia per parlare con i giovani e seminare la pianta della legalità. Penso che, questa notizia, per i giovani, rappresenti una conferma ulteriore di come, nella vita, si debba seguire un percorso di rispetto delle regole.
Non dobbiamo pensare soltanto alla criminalità organizzata, ma anche all’evasione fiscale, alla corruzione e a tutto ciò che, di illegale, si consuma nel Paese. Dobbiamo sperare che i giovani assorbano l’importanza della qualità della vita democratica di un paese, data dalla norma fondamentale rappresentata dal rispetto delle regole.
giuseppe ayala
Riflettendo anche in merito al fatto che alla terribile criminalità organizzata, di tanto in tanto, vengono assestati dei colpi. Dobbiamo avere fiducia nello Stato, perché lo Stato c’è.”
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