Simona De Santis per il “Corriere della Sera - ed. Roma”

maritozzo giappone

La parodia romanesca, rilanciata via social, è fin troppo immediata: «Beh, vabbé, buono il sushi eh, ma vuoi mettè con il maritozzo...». E nello strepitoso «melting pot culinario», per niente banale visto che parla dell'immaginario collettivo di un popolo, esce fuori che il dolce principe della tradizione capitolina ha conquistato il cuore del Giappone in maniera definitiva tanto che, secondo quanto dichiarato dalla storica casa editrice Sanseido, la parola «maritozzo», appunto, verrà inclusa nella pubblicazione attesa per il 17 dicembre della ottava edizione del Sanseido Kokugo Dictionary.

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Una scelta che segue il successo del morbido «panino» con la panna che, da Roma e dal Lazio, ha praticamente colonizzato, aggiunge l'editore del Sol Levante, la distribuzione alimentare, aggiudicandosi a pieno titolo anche un posto nel dizionario. Un seguito così non si vedeva dai tempi in cui, sempre i giapponesi, scoprirono un altro grande nostro must: il tiramisù. Per i curiosi la grafia del neologismo è già stata correttamente inserita da Google Translate. 

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«Maritozzo», dunque, finirà non in un dizionario qualsiasi ma in un tomo, edito per la prima volta nel 1960, che uscirà in versione aggiornata dopo otto anni e conterrà un totale di 84mila lemmi. Al di là dei meritati riconoscimenti terminologici, il maritozzo romano è indubbiamente una alchimia perfetta dell'arte pasticcera, molto difficile da replicare a casa e del quale non esiste, sostanzialmente, una ricetta universale.

C'è l'ingrediente segreto, il «quid», che non è così facile da scoprire e tantomeno da svelare. E se il popolo giapponese si è perdutamente innamorato della sua soffice consistenza, favorita dalla presenza di miele, arancia e vaniglia, e tradizionalmente anche dalla presenza nell'impasto di pinoli e uvetta, gran parte del merito va sicuramente a coloro che, nella Capitale, hanno contribuito a fare del maritozzo leggenda producendone, da lustri e lustri, di eccezionali. 

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Dalla pasticceria Regoli, baluardo indiscusso in via dello Statuto 60, a bar pasticceria Romoli, dal 1954 pietra miliare del quartiere Africano. Ci sono Roscioli Caffè, in piazza Cairoli, eppoi gli artisti della pasticceria Bompiani, in largo Benedetto Bompiani 8. Ancora, il Forno Monteforte, la boulangerie e caffetteria del centro dove migliaia di turisti, anche giapponesi, sono passati per una colazione gourmet. 

Ancora, il Cafè Merenda, in via Luigi Magrini 6. Per la variante salata rivolgersi senza remore a Il Maritozzo Rosso, Trastevere. E l'elenco potrebbe continuare a seconda del gusto e delle preferenze, anche delle contingenze, perché senza dubbio, in tema di maritozzi, giochiamo in casa.

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