Maria Novella De Luca per "la Repubblica"
pierre dukandieta
In fondo è tutta colpa di Kate Middleton. E della sua dichiarata ammirazione per il dottor, anzi "ex" dottor Dukan. La professoressa Patrizia Bollo, docente di Dietistica delle malattie endocrino-metaboliche alla Statale di Milano, lo dice con ironia, con un po´ di sarcasmo, ma il senso non cambia.
KATTE MIDDLETON
Kate Middleton che snella come un giunco attraversa la cattedrale di Westminster al braccio di William, il vestito da sposa che le fascia una silhouette meravigliosa, e il giorno dopo il mondo scopre (grazie ai tabloid) che dietro quella perfezione c´è il rapido, e quantomai efficace, metodo dimagrante di Pierre Dukan.
«Il messaggio pubblicitario è stato formidabile: milioni di donne hanno pensato che forse per assomigliare a Kate potevano tentare la dieta Dukan... Un disastro. Anche perché questa dieta non ha nulla di innovativo - dice netta Patrizia Bollo - e tantomeno di miracoloso».
«È semplicemente - aggiunge - un regime iperproteico, efficace al momento e dannoso nel tempo, molto simile ad altri, dalla dieta Atkins, che facevano le dive negli anni Sessanta, alla Tisanoreica che oggi va per la maggiore in Italia, ma la differenza è che la Dukan ha avuto una diffusione planetaria e mediatica che nessun´altra dieta ha mai avuto».
Benvenuti nel club degli scettici. Di quelli che osservano sconfortati gli obesi e i grassocci di tutto il mondo discutere di fase di attacco e fase di crociera, di ex amanti della dieta mediterranea che da un giorno all´altro mettono al bando l´olio d´oliva, la frutta e la verdura, con spaventose conseguenze sulla loro regolarità intestinale. (Tanto che in rete si sprecano i consigli su come ovviare a questo inconfessabile lato oscuro della dieta Dukan).
OPRAH WINFREY
Ma mentre il metodo del guru francese impazza, medici, esperti, nutrizionisti, scienziati dell´alimentazione, che da decenni predicano la retta via per dimagrire con saggezza salvaguardando cuore, reni, ossa e anche il cervello, cioè il buon umore, provano a resistere, e a far sentire la loro voce.
Inizia con una battuta Andrea Ghiselli, ricercatore dell´Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione: «Altro che metodo Dukan, compratevi un paio di scarpe da ginnastica, e soprattutto smettetela di fare le diete, più si fanno diete più si ingrassa, il metabolismo rallenta e alla fine per restare in forma si deve mangiare sempre meno».
Assomiglia ad un paradosso, ma l´unica via per dimagrire, ascoltando gli esperti, sembra essere quella di uscire dall´idea di sottoporsi a regimi più o meno punitivi, che sia il minestrone o il succo d´acero, le bistecche al sangue o le bustine sostitutive, il sondino nel naso, o appunto i settantadue cibi della dieta Dukan, yogurt, formaggi e insaccati compresi, ma guai a toccare uno spicchio di mandarino.
IL PROF PIETRO MIGLIACCIO
Aggiunge Ghiselli: «Queste diete iperproteiche funzionano perché non fanno sentire la fame, anzi ciò che si mette in moto è quasi una funzione anoressizzante. E in fondo se fatte per dieci o venti giorni, si possono anche sopportare, come stimolo a proseguire con una dieta equilibrata. Invece ciò che accade - dice Ghiselli - è che la gente alterna cicli di regimi iperproteici e cicli di abbuffate, con un rischio davvero alto per le arterie, per i reni e anche per le ossa che vengono private di alimenti ricchi di calcio».
E allora? Nulla si crea e nulla si distrugge, ricorda Ghiselli, e cioè i chili persi, purtroppo, nel 90 per cento dei casi tornano ad arrotondarci pance e fianchi. La via però c´è, ma è lenta e saggia: «Si deve partire con una piccola riduzione di calorie, inserendo l´attività sportiva: una parte di calorie le consumerò mangiando un po´ meno, le altre camminando un po´ di più».
Detto e fatto? Tutt´altro. Del resto basta ricordare l´amara e planetaria confessione di Oprah Winfrey, forme over e bellezza afroamericana, che dagli schermi del suo popolarissimo talk show nel 2009 dichiara: «Sono tornata ad essere cicciona, peso 92 chili, le diete non servono...».
Eppure soltanto due anni prima la star più seguita della tv americana aveva conquistato decine di copertine raccontando come era riuscita a perdere quasi trenta chili, convertendosi ai cibi integrali e alla filosofia vegana. Poi, però, il desiderio di cibo ha avuto la meglio, Winfrey è di nuovo oversize, ma la sua ammissione di debolezza sembra aver conquistato ad Oprah ancora più simpatie nell´obeso universo americano.
GIAMPIERO GALEAZZI
E il professor Pietro Migliaccio, vera star della dietologia romana, di "pentiti" se ne intende e non poco. «Quanti ne arrivano nel mio studio - sospira Migliaccio - pentiti della dieta Dukan, del sondino, della tisanoreica, e di tutte queste altre diete di moda. Arrivano, avendo ripreso tutto il peso, e spesso con analisi cliniche tutte sballate.
Ma io non condanno nessuno, anzi se da me arriva un paziente che ha perso venti chili mangiando soltanto proteine, prima di tutto mi accerto che non abbia avuto danni, poi gli insegno come non ingrassare di nuovo... Spesso mi chiedo però che prezzo pagheremo in termini di salute collettiva per queste diete sconsiderate...».
In fondo poi, suggerisce Migliaccio, basterebbe guardarsi intorno. «L´obesità sta diventando un´emergenza in Italia, in particolare quella dei bambini. Eppure, grazie alla dieta mediterrannea siamo ben lontani da situazioni come quella americana o inglese. Perché non riconoscere allora che è la nostra alimentazione quella che funziona?».
E che la cultura, anzi l´antropologia, abbiano un ruolo fondamentale nel nostro rapporto con il cibo, lo dimostra la professoressa Patrizia Bollo, docente universitaria, ma anche autrice di libri, tra cui "Diet-etica: sopravvivere nella giungla delle diete e imparare mangiando", e per i bambini "Mangiocando". «È difficile far sentire la propria voce di fronte alla potenza mediatica di operazioni come la dieta Dukan. Ma l´antidoto altro non è che riscoprire il senso del mangiare, del cucinare, pensate che messaggio sbagliato può dare una madre sempre a dieta ai suoi figli...In fondo il cibo è un veicolo d´amore, anche se lo abbiamo dimenticato».