LA FELPA DEI CASAMONICA
Alessia Marani per “il Messaggero”
Non sarà metodo mafioso (questa volta), ma di sicuro è metodo Casamonica, quello con cui Diego, 43 anni, il figlio Guido e il nipote Marco, entrambi 23enni, hanno mangiato a provato a dormire a sbafo in un hotel, la notte del 9 marzo a Latina. Erano partiti da Roma con le rispettive mogli e compagne, chissà quali affari di famiglia andavano a discutere nel Sud pontino o, magari, si trattava semplicemente di una gita in compagnia.
villa casamonica
Di certo, però, è che hanno agito alla loro maniera. E quando hanno prenotato per la cena lo hanno fatto a nome di Ferdinando Ciarelli, pregiudicato del posto in combutta con i Di Silvio, altro clan rom con fama di terrore. Tanto per essere chiari. Sono entrati in un bistrot nel pomeriggio e in un ristorante a cena con attiguo albergo, si sono seduti e hanno cominciato a ordinare ogni ben di Dio, pesce, frutta e dolci, tutto annaffiato da fiumi di champagne. In un caso hanno voluto che il sommelier aprisse loro una preziosa bottiglia Giulio Ferrari 2008.
RISTORANTI ESTORSIONE
«Lo sai chi sono io? Lo sai chi sono i Casamonica? Io sono Casamonica Marco e quando chiedo qualcosa è gradito che venga esaudito», la formula magica per non pagare il conto. Resa ancora più efficace mettendo la mano tra collo e spalla del gestore, premendo con forza.
Il cognome era stato fatto notare esibendo il Greenpass. Tradotto: minacce, accompagnate inoltre dall'estorsione a uno dei ristoratori da cui hanno preteso 700 euro, da un altro si sono fatti consegnare 160 euro. Per questi episodi gli uomini della mobile del capoluogo pontino, su richiesta della locale Procura, hanno arrestato i tre.
casamonica versa champagne sull orologio d'oro
LA REAZIONE
Diego è finito in carcere, per gli altri due il gip ha disposto gli arresti domiciliari. All'operazione hanno collaborato anche gli agenti della mobile di Roma e del commissariato Romanina. Le indagini sono partite dalla denuncia dei due titolari del ristorante. Gli imprenditori pontini non sono rimasti zitti, non hanno subito inermi, hanno reagito.
Non un fatto scontato: in passato c'è chi ha prima denunciato e poi ha fatto un passo indietro; moltissimi gli episodi raccontati o di cui sono stati testimoni personale di cucina e camerieri ma che, per paura, non sono mai stati manifestati alle forze dell'ordine. «È vero che non ero tenuto, ma praticamente sono stato obbligato - ha messo a verbale A. C., una delle vittime - in pratica me li ha estorti, perché mi ha fatto capire col metodo tipico della malavita che avrei dovuto farlo per non incorrere in problemi... non dandomi scelta».
casamonica
SPREGIUDICATI
Per il gip «la spregiudicatezza e la refrattarietà al rispetto delle regole del vivere ponendosi al di sopra delle stesse, non curanti peraltro della possibile presenza di altre persone, sono oltremodo indicativi della personalità» degli indagati. Diego non fa mistero nemmeno dei 7 anni appena trascorsi in galera. Anzi, invita A. C. a sedersi al tavolo con lui, gli versa da bere e lo mette al corrente dei suoi trascorsi.
casamonica
Non solo. Spiega che gli affari gli vanno con la vendita di auto a Ostia. Quel 9 marzo, in un caso il conto era di 600 euro, nell'altro addirittura di 1610. Dal receptionista dell'hotel pretendono 300 euro, prometettendo che il denaro gli sarebbe stato restituito: «Che non ti fidi di zio?», la domanda beffarda. Ma stavolta il metodo non ha funzionato fino in fondo.
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