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    LA GERMANIA METTE LA MORDACCHIA ALLE SVASTICHELLE - IL MINISTERO DELL'INTERNO TEDESCO HA MESSO AL BANDO LA RIVISTA DI ESTREMA DESTRA "COMPACT" - LA PROTESTA DEL PARTITO DI ULTRADESTRA AFD: "UN GRAVE ATTACCO ALLA LIBERTÀ DI STAMPA" - LA REPLICA DEI VERDI: "DIVULGA ODIO CONTRO GLI EBREI, CONTRO I MIGRANTI E CONTRO LA DEMOCRAZIA" - MA IL NUMERO DUE DEI LIBERALI, WOLFGANG KUBICKI, METTE IN GUARDIA DA POSSIBILI DENUNCE: "SE IL DIVIETO FOSSE SOLLEVATO PER VIE GIUDIZIARIA, IL PASSO INDIETRO DELLA MINISTRA SAREBBE INEVITABILE…"


     
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    compact magazine compact magazine

    (ANSA) - La decisione della ministra dell'Interno tedesca di mettere al bando il magazine di estrema destra "Compact", ritenuto "il megafono della scena dell'estrema destra", sta sollevato in Germania un nuovo dibattito, fra chi ha condiviso la radicalità della misura e i dubbi e le obiezioni espressi anche al di là delle proteste di chi ne è stato colpito direttamente.

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    "Quello che abbiamo nella Repubblica federale tedesca è regime antidemocratico come nel regime ella Sed", è insorto il caporedattore Juergen Elsaesser, denunciando un "attacco alla libertà di stampa". Parole cui hanno fatto eco dal partito di ultradestra di AFD: "Osserviamo con grande preoccupazione questo procedimento", hanno affermato i leader Tino Chrupalla e Alice Weidel, contestando a loro volta "il grave colpo alla libertà" dei media.

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    Proibire il magazine che "divulga odio contro gli ebrei, contro i migranti e contro la democrazia" è stato un passo legittimo, invece, secondo i verdi: "è assolutamente giusto che il ministero dell'Interno vieti questo medium antisemita e razzista", per il presidente Omid Nouripour, spalleggiato dalla ministra della Cultura Claudia Roth. Diverse le voci favorevoli anche dalla Csu e dall'Spd.

     

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    Mentre ad avanzare dei dubbi è stato il numero due dei liberali, Wolfgang Kubicki, che ha messo in guardia da possibili denunce, aggiungendo: "Se il divieto, come il temo, fosse sollevato per vie giudiziaria, il passo indietro della ministra sarebbe inevitabile". Anche l'associazione dei giornalisti tedeschi DJV ha espresso delle riserve.

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