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    NIENTE CRESTE, SIAMO INGLESI – SCANDALO RIMBORSI OLTRE MANICA, SI DIMETTE IL MINISTRO DELLA CULTURA MARIA MILLER ACCUSATA DI AVER FATTO UNA CRESTA DI 7 MILA EURO (MA NON ERA INDAGATA): ‘STO DANNEGGIANDO IL GOVERNO’


     
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    Caterina Soffici per ‘Il Fatto Quotidiano'

    MARIA MILLERMARIA MILLER

    E così, alla fine, Maria Miller si è dimessa da ministro della Cultura. La notizia è arrivata alle 7:20 di ieri mattina, con un secco comunicato di Dowming Street, la residenza del primo ministro inglese. Si chiude così, dopo sei giorni, la vicenda scoppiata per delle spese non regolari della ministra.

    Si tratta di una cifra modesta, 5.800 sterline (7 mila euro) per una questione che in Italia potremmo paragonare all'Ici sulla prima o sulla seconda casa. Sei giorni di agonia, dove la ministra è stata messa in croce dalle opposizioni, dalla stampa e dagli stessi suoi colleghi del partito conservatore.

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    Il premier Cameron l'ha difesa finché ha potuto, poi ha mollato, perché la storia ha assunto proporzioni smisurate. Tre ore dopo l'annuncio delle dimissioni, avvenute nella notte, pare dopo una telefonata definitiva e categorica di Cameron, che ha chiesto la sua testa, la Miller è apparsa in tv, dove ha rilasciato la prima intervista dall'inizio dello scandalo.

    Con le lacrime agli occhi, visibilmente provata e con la voce rotta, ha detto di aver preso questa decisione in totale autonomia e che si dimetteva perché il caso "stava danneggiando il governo". Poi è arrivata la lettera ufficiale di dimissioni al premier, dove si legge: "Ti sono molto grata per il supporto, ma mi è chiaro che la mia vicenda era diventata una distrazione troppo grossa per il prezioso lavoro che il governo sta portando avanti eccetera eccetera".

    Il primo ministro ha risposto con un'altra garbata lettera, dove dice: "Cara Maria, lo so che le accuse contro di te sono infondate e ti ringrazio del prezioso lavoro svolto, eccetera eccetera...". Al di là delle chiacchiere il messaggio è: Cara Maria, ti lascio al tuo destino perché la rabbia popolare è troppo grossa e i sondaggi dicono che te ne devi andare.
    E il ministro è stato subito sostituito, con un passaggio di consegne rapido e naturale: al posto della Miller arriva Sajid Javid, 45 anni, il cui padre è un autista di bus pachistano.

    Il caso Miller ha risollevato una sdegno popolare contro la politica che in Italia è quotidiano, ma che non è affatto usuale in Gran Bretagna. I pensieri di tutti sono tornati indietro al "Grande Scandalo" del 2009, quando sono state scoperte le piccole truffe dei parlamentari: spese personali rimborsate con soldi pubblici. Anche allora, come nel caso della Miller, lo sdegno era stato bipartisan: "Parlamento marcio", "liste della vergogna", "Indecenza dentro i palazzi dell'antica democrazia britannica".

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    Pare che questa cresta di 5.800 sterline sia una cosa al limite della legalità. Una specie di così fan tutti. Ma un politico, in Inghilterra, non può farlo. Anche se gli altri lo fanno. Quindi Maria Miller, oltre a risarcire l'erario, aveva anche dovuto chiedere scusa in Parlamento.

    L'ha fatto, ma con un discorso di soli 32 secondi giudicato "un affronto". Tutti pensavano che le dimissioni, gli arresti e i mea culpa del Grande Scandalo avesse portato a una rigenerazione collettiva della politica, per la serie "cose che non devono succedere mai più".

    Ecco quindi la grande paura riaperta dal caso Miller: alimentare un senso di antipolitica molto pericoloso in vista delle europee, perché "mina la fiducia non solo nel Parlamento ma nella stessa democrazia".

     

     

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