la ministra marianna madia
La batosta elettorale fa traballare il Pd e scuote la maggioranza renziana che guida il partito. Pochi giorni dopo il voto amministrativo, e alla vigilia della decisiva Direzione nazionale in agenda per domani, si apre la resa dei conti interna a Roma e Torino, città simbolo della sconfitta.
Nel capoluogo piemontese il segretario Fabriano Morri annuncia che non si ricandiderà, aprendo la strada al congresso anticipato. E un copione simile potrebbe andare in scena nella capitale, dove il commissario Matteo Orfini si ritrova vittima del fuoco amico dell'area renziana. Ad incendiare ancora di più il clima ci pensa la responsabile della Funzione pubblica Marianna Madia, che in un'intervista a Repubblica chiede proprio la testa di Orfini, che del Pd è anche presidente.
ORFINI GIACHETTI
Ma è scontro anche nell'area renziana, con il vicesegretario Lorenzo Guerini che gela la ministra: "Io tengo sempre scolpita a mente una frase di Alda Merini che dice: 'Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire'. Consiglierei a tutti più sobrietà nelle dichiarazioni. Orfini si è assunto la responsabilità di commissario di Roma dopo Mafia Capitale e lo ha fatto con grande impegno e determinazione, di cui va solo ringraziato".
Il caso Orfini è emblematico. L'affondo di Madia contro il commissario è il segnale di un conflitto in seno alla maggioranza che guida il Pd: "Se è il tappo è lui - attacca la ministra - allora si dimetta. Non ci possiamo più permettere ostacoli al cambiamento". Parole pesanti, perche arrivano da un membro del governo vicino a Maria Elena Boschi, oltre che da una renziana di ferro.
andrea orlando matteo orfini
Concetti ruvidi che seguono quelli altrettanto pesanti di Michela Di Biase, la consigliera capitolina - moglie di Dario Franceschini - in cima alla classifica delle preferenze dei democratici alle comunali: "Veniamo da 18 mesi di commissariamento post Mafia Capitale durante i quali, anziché pensare a dare risposte ai cittadini, ci si è occupati - forse troppo - del partito. Orfini e i sub-commissari non hanno avuto un rapporto reale con gli amministratori locali dei territori.
marianna madia ignora virginia raggi
Non hanno alimentato una discussione vera sulle cose che servivano". Alle accuse replica però Guerini, aprendo un fronte tra i renziani: "Credo sia oltremodo sbagliato porre la questione in questo modo, cioè chiedendo le dimissioni del commissario".
Senza dubbio un attacco concentrico contro il leader dei Giovani Turchi, che rimette in gioco tutti gli equilibri del vertice che guida il Partito democratico. Domani il caso Roma piomberà sul tavolo della Direzione nazionale e Orfini ha già in mente la strategia per ribattere alle accuse: se necessario, si dirà disponibile ad anticipare il congresso del Pd romano, previsto in un primo momento a ottobre.
gasparri boschi madia raggi
E ricorderà che per statuto è proprio la Direzione a dover stabilire se accelerare il redde rationem, o lasciare che si tenga subito dopo il referendum costituzionale. E' probabile che si decida di stringere i tempi, sull'esempio di quanto stabilito dal gruppo dirigente dem di Torino. Lì il segretario Morri non si ricandiderà, e l'assise dem - fissata per l'inizio del 2017 - sarà anticipata a settembre.
MATTEO ORFINI SPERNACCHIATO DAI CITTADINI NEL QUARTIERE GIARDINETTI
Il clima resta infuocato, come dimostra anche una lettera aperta del giovane deputato Enzo Lattuca: "Caro Renzi, spesso è sembrato che il Pd per te fosse un peso e un impiccio. Da quando sei segretario, abbiamo raggiunto l'apice della correntizzazione. Vorrei che ritrovassimo insieme la strada per cambiare questo Paese".
Dossier caldi che animeranno la riunione di domani. Non gli unici, visto che il responsabile Riforme del Pd Emanuele Fiano assicura che sull'Italicum il premier "aprirà una riflessione già in Direzione". In molti attendono l'intervento di Renzi per capire la linea sulla legge elettorale, e per comprendere se davvero il premier slegherà la sua permanenza a Palazzo Chigi dall'esito del referendum d'ottobre sulla riforma costituzionale.
RENZI INSTAGRAM guerini serracchiani
Si prepara ad incalzarlo la sinistra del partito, che oggi pomeriggio si riunirà per fare il punto in vista dello scontro. L'opposizione interna chiederà al premier un passo indietro dalla segreteria e un nuovo orizzonte per il governo.
"Orfini? A noi interessano soprattutto le politiche dell'esecutivo e del Pd - giura Davide Zoggia, bersaniano di ferro - Quanto alla richiesta di dimissioni del commissario, mi sembra che corrisponda a un sentimento molto diffuso nel partito romano. Decida Renzi, comunque, perché noi non vogliamo che questo tema distragga dalle montagne assai impervie che dovremo scalare".
lorenzo guerini
Ancora più dura, se possibile, la bersaniana Roberta Agostini: "Mi sembra normale che Orfini faccia un passo indietro - sostiene la deputata Sarebbe un gesto di umiltà, utile ad aprire una discussione vera".
2. MADIA CHIEDE LA TESTA DI ORFINI
Luca Romano per “Il Giornale”
"Il voto ci dice una cosa chiara: nella mia città, che non è l'ultimo borgo d'Italia, siamo stati rottamati dai cittadini. Il Pd non ha saputo ascoltarli. E ci hanno punito". Così la ministra della Funzione pubblica Marianna Madia in un'intervista a La Repubblica.
dario franceschini con la moglie michela di biase
Il ministro poi si focalizza su Roma. "Il Pd è stato vissuto come ininfluente rispetto alla vita delle persone. Non ha capito il disagio delle periferie, della gente meno tutelate più in difficoltà, che alla fine ci ha percepito come inutili, incapaci di dare risposte ai loro bisogni. E ha scelto chi invece gli offriva questa speranza".
Madia chiede dimissioni di Orfini
Infine, la Madia chiede la testa di Orfini: "Questa sconfitta non è una finzione, purtroppo. Perciò adesso chi ha idee e forza d'animo deve farsi avanti, perché noi del Pd romano siamo stati tutti rottamati. In questo momento tutti gli schemi di gioco sono saltati. E bisogna avere l'umiltà di riconoscerlo.
Se il tappo è Orfini, allora si dimetta da commissario. Non ci possiamo più permettere ostacoli al cambiamento. In città c'è una classe dirigente giovane, agisca. Ma senza aspettare che qualche capo corrente la candidi".
FRANCESCHINI DI BIASE ORFINI MADIA DI BIASE GUERINI