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    TRIA NEL MIRINO - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA SI SENTE SOTTO ATTACCO DA PARTE DELLA LEGA, SOPRATTUTTO DI BORGHI E SIRI, A CUI ADDEBITA LE TURBOLENZE DEI MERCATI - CON IL QUANTITATIVE EASING AGLI SGOCCIOLI, TRIA VOLERA’ A PECHINO: DEVE RIUSCIRE A VENDERE SUL MERCATO 257 MILIARDI SOLO IN NUOVI TITOLI DI DEBITO A MEDIO E LUNGO TERMINE…


     
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    1. IL TESORO SI SENTE SOTTO ATTACCO POLITICO TRIA VERSO LA RESA DEI CONTI CON I MINISTRI

    Amedeo La Mattina per ''la Stampa''

     

    GIOVANNI TRIA GIOVANNI TRIA

    Giovanni Tria è al limite della pazienza. In giornate difficili, che vedono l'Italia sotto pressione, più che dagli attacchi della speculazione il ministro dell' Economia si vede guardare infatti dal fronte interno, dalla maggioranza giallo-verde. Ne è talmente consapevole che la sua lettura della fiammata dello spread e del calo della borsa pone in primo piano le motivazioni politiche interne piuttosto che le spiegazioni internazionali. Certo, confida Tria a chi ha avuto modo di sondarlo, c'è una causa «strutturale» di debolezza italiana dovuto all' alto indebitamento e c'è una causa «occasionale», ovvero il crollo della lira turca e l'esposizione delle banche italiane in Anatolia.

     

    MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

    Ma quello che provoca più danni, la «causa più vera», per il ministro è la circostanza che sotto attacco politico c'è finito proprio lui, il guardiano dei conti. L'unico che i mercati, l'Ue e la Bce considerano affidabile e di cui hanno apprezzato l'impegno a proseguire sulla strada del risanamento.

     

    Per questo chi lo mette oggi all'angolo fa un danno all'Italia. Il giudizio di Tria sugli incendiari diventa impietoso. Per il ministro si tratta di atteggiamenti irresponsabili che provocano turbolenze pericolose. E la fonte è da ricercare più in casa leghista. Tra i tanti il titolare del Tesoro salva però Di Maio, di cui al contrario ha apprezzato le dichiarazioni in difesa della stabilità.

     

    DRAGHI TRIA DRAGHI TRIA

    Certo, Tria sa che gli azionisti della maggioranza lo attendono al varco delle soluzioni e dei soldi da trovare per la flat tax, il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. Ha le spalle coperte dal capo dello Stato e dal presidente della Bce Mario Draghi - a Francoforte fanno sapere che l'unico interlocutore in Italia è Tria e nessun altro -, ma potrebbe non bastargli se alla fine dovesse scontentare i diarchi del governo che insistono sul «cambiamento e il coraggio». Ma i numeri sono numeri e il responsabile di via XX settembre sa che la coperta è molto corta.

     

    conte e mattarella conte e mattarella

    Insomma Lega e M5S dovranno fare i conti con la prudenza del ministro dell' Economia che viene interpretata come se fosse paura di osare. «Temere gli attacchi speculativi è giusto ma non si può vivere nella paura perché la paura - afferma il sottosegretario leghista Armando Siri - è il contrario del coraggio. I nostri elettori si aspettano il cambiamento».

     

    Durante il vertice di maggioranza del 3 agosto Tria si era raccomandato di non esagerare con le dichiarazioni sui contenuti che il governo intende scrivere nella legge di Bilancio.

    In particolare di calibrare le parole e i comunicati perché «abbiamo gli occhi dei mercati addosso». Insomma con lo spread non si scherza, una crisi di fiducia per i titoli italiani produce immediatamente un rincaro della spesa per interessi e penalizza il risparmio degli italiani. Le sue raccomandazioni non vengono però ascoltate.

     

    ARMANDO SIRI TONINELLI MINISTRO ARMANDO SIRI TONINELLI MINISTRO

    Claudio Borghi, responsabile economico della Lega e presidente della commissione Bilancio della Camera, rincara la dose e sostiene che le tensioni sullo spread possono essere disinnescate solo se la Bce deciderà di offrire una garanzia per limitare queste oscillazioni. In caso contrario «l' euro si smantellerà».

     

    Parole che Tria è il premier Conte non vorrebbero sentire per evitare che parlare troppo e in maniera apocalittica finisca per generare quella «tempesta perfetta» paventata da Giorgetti. Così a cercare di rassicurare ci pensa Stefano Bufagni sottosegretario 5 Stelle alla presidenza del Consiglio.

     

    SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI SCAZZO A IN ONDA TRA CLAUDIO BORGHI E CARLO COTTARELLI

    Ricorda che il rischio della speculazione c'è sempre ma siamo pronti a fronteggiarlo. «Mi auguro che il sistema europeo lavori nell'interesse collettivo anche come scudo e non seguendo le dinamiche franco-teutoniche». Gli esperti economici di M5S ripetono che occorre evitare fratture con la Bce e i mercati: «Le sparate di Borghi sono fatte per apparire nei titoli dei giornali, niente di più». La linea pentastellata per la prossima manovra di bilancio, dunque, resta improntata sulla prudenza. «Mediando in Europa, senza strappi, riusciremo a fare molto più che seguendo la filosofia di Borghi».

     

    2. TRIA PREPARA LA MISSIONE CINA LO SCAMBIO TRA L' ACQUISTO DEI TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO E LE ROTTE VERSO IL NOSTRO PAESE

    Federico Fubini per il ''Corriere della Sera''

     

    giovanni tria giovanni tria

    Durante l' intero dopoguerra, le prime visite ufficiali di un ministro italiano dell' Economia dopo il suo debutto erano sempre state riservate a luoghi prevedibili: Parigi, Bonn e poi Berlino. Giovanni Tria invece introduce una variante. Dopo aver visto i colleghi di Francia e Germania, nell' ultima settimana di agosto, il ministro dell' Economia del governo giallo-verde volerà a Pechino.

     

    La visita, che per adesso non è ancora ufficialmente in programma, viene confermata da due persone del ministero coinvolte nella preparazione. Insieme a Tria viaggerà una squadra di alti funzionari dalle competenze diverse: oltre al capo dei rapporti finanziari internazionali del Tesoro Gelsomina Vigliotti, anche un dirigente del dipartimento responsabile per l' emissione e il finanziamento del debito pubblico. Quest' ultima scelta del resto non ha niente di casuale, ora che il piano di acquisti di titoli di Stato della Banca centrale europea sta per entrare in una fase molto più prudente.

    DEBITO DEBITO

     

    Per assicurare il funzionamento dello Stato l'anno prossimo, al netto di eventuali nuovi impegni, il governo italiano deve riuscire a vendere sul mercato 257 miliardi solo in nuovi titoli di debito a medio e lungo termine. E a differenza dell' anno scorso, quando comprò volumi di debito italiano pari praticamente a metà dei nuovi titoli a medio e lungo termine emessi, nel 2019 la Bce sarà in ritirata.

     

    Non potrà più agire come il finanziatore di ultima istanza del debito italiano, come di fatto avvenuto negli ultimi due anni: dal 2016 la banca centrale è il solo operatore ad aver aumentato la propria quota sul totale dei titoli emessi dal Tesoro di Roma, mentre tutte le categorie di investitori privati hanno ridotto le loro. Ora invece però la Bce potrà acquistare debito pubblico solo per rinnovare i titoli in scadenza che già deteneva.

     

    gianni letta giovanni tria gianni letta giovanni tria

    Per l' Italia nel 2019 questi riacquisti dovrebbero valere 40 miliardi, meno di un quinto del volume di titoli a medio-lungo termine che l' Italia deve riuscire a collocare. Se non torneranno con forza gli investitori tradizionali - famiglie, banche e fondi italiani o esteri - i rendimenti rischiano di dover salire molto. Già la ridda di dichiarazioni e annunci di governo e maggioranza negli ultimi mesi hanno provocato un aumento del costo del debito che, se confermato nei prossimi mesi, nel 2019 supererà i quattro miliardi: quattromila milioni regalai ai «mercati» ma prelevati dagli italiani che lavorano e pagano le tasse, inclusi quelli a reddito più basso, solo a causa dell' incertezza creata dal governo fin qui.

    XI JINPING XI JINPING

     

    Tria a Pechino cerca di trovare nelle autorità cinesi, non solo fra i privati, nuovi investitori sul debito italiano. Il ministro ha in programma incontri al massimo livello nella Banca del popolo della Cina, l' istituto centrale di Pechino che detiene riserve per 3.117 miliardi di dollari.

     

    Per parte propria il governo cinese punta a coinvolgere il governo di Roma nella sua «Belt and Road Initiative», il progetto di infrastrutture lungo le rotte commerciali globali della superpotenza cinese. In Italia interessano molto i porti del Sud e Trieste come approdi in Europa per i mercantili in arrivo dalla Cina meridionale, attraverso l' Oceano Indiano e Suez.

     

    xi jinping xi jinping

    Non è la prima volta che la Cina punta sui Paesi fragili dell' Europa del Sud. In Grecia una società pubblica di Pechino opera il porto del Pireo e un' altra ha investito nella rete elettrica. In Portogallo i cinesi sono protagonisti nell' energia e nella finanza. Tanto che giorni fa l' ambasciatore americano a Lisbona, George Glass, si è detto preoccupato.

    «Questi sono investitori diversi dagli altri - ha osservato -. Rispondono al potere politico».

     

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