DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per il Foglio
Solo la destra non l’ha capito: è da segretaria bastonata che Elly Schlein diventa il bastone della sinistra. Da quando Lilli Gruber e Massimo Giannini l’hanno riempita di “botte”, a Otto e mezzo, da quando Gruber le ripeteva, “ma chi la capisce se lei parla così”, e Giannini suggeriva, come il linguista Tullio De Mauro, “dica una parola chiara”, viene voglia di indossare le Adidas della segretaria, votare Sandro Ruotolo alle europee e urlare che il “Punto” di Paolo Pagliaro è sempre stato una boiata (non è vero!).
(...) Da quella sera viene osannata, a destra, una giornalista come Gruber che, elegantemente, ha sempre disprezzato la destra e che, oggi, sente, a sinistra, nel Pd, odore di carcassa, di olio esausto. Perfino chi ha scritto di Schlein, con tono ruvido, prova simpatia nel vederla sbranata da Giannini e Gruber, i vendicatori della complessità, i nuovi idoli di Tommaso Foti di FdI, chiamato “Foti dry” (lavorava come dirigente della Martini).
Insieme, Gruber e Giannini, spiegavano, che “eh, no, Schlein, così non va bene”, e che “è questo il vero limite della sua segreteria”. Malgrado siano passati giorni, i social media manager di governo insistono, convinti di appannare Schlein, di nascondere Lampedusa, ripulita per la visita di von der Leyen con Meloni. Credono che rimandando fino allo stremo quel video sia possibile trascurare un vicepremier come Tajani che attacca l’altro (Salvini) in aereo, modello pontefice, con tre interviste unificate. Sembra già una legislatura da quando Gruber, Giannini, La Repubblica si contendevano la segretaria a colpi di soffietti.
(...)
Perfino i cronisti, di sinistra, mandati a seguire la segreteria del Pd, e che attendevano la nota, parlavano “di segreteria fantasma”. Paolo Mieli, su Radio 24, ha iniziato a difendere Schlein, ed è un magnifico sberleffo nei confronti dei colleghi che ora ne scoprono i difetti. Rimasti indietro, cercano infatti di recuperare con podcast, editoriali, scoprono in Zingaretti, il Tiresia del Pd, un eroe.
C’è una ragione che nessuno ha finora raccontato e che è il vero motivo per cui questa segretaria viene adesso dileggiata da chi la lodava. Oggi sarà ospite da Bianca Berlinguer, dopo che le aveva dato buca all’esordio. Ma Schlein si è rifiutata di partecipare pure alla prima puntata di “In mezz’ora” di Monica Maggioni. Ha detto “no” al nuovo programma di Francesca Fagnani. Rivela un autore che “è l’unica segretaria del Pd che non si fa mandare le curve di ascolto. Non le interessano né quotidiani né televisione”. Non rilascia interviste ai giornali, se non quando ha voglia lei e con i direttori lascia parlare il suo portavoce. Il giorno dopo le “botte”, da Otto e mezzo, Giannini, come dicono nel Pd, “l’ha intervistata serenamente”, e ha pure chiesto di fare sbobinare il suo colloquio.
In segreteria dicono che “non avevano ricevuto mai così tanto affetto” come dopo Gruber. Meloni lo sa: si inizia ad avere presa sul paese quando in televisione, e sui giornali, si viene trattati da spaesata. Altre tre notti da bastonata, da Gruber, e per Schlein sarà miracolo: piacerà agli elettori di destra, perché maltrattata dalla sinistra, verrà difesa dagli elettori di sinistra che ritengono di destra gli opinionisti di sinistra.
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